Uno sforzo in più

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Arrivato di fronte alla porta dello spogliatoio mi fermo un attimo prima di aprirla a pensare al ragazzo con cui mi sono scontrato poco fa e, riflettendoci, non ricordo neppure il suo viso avendo tenuto la testa china porgendogli le mie scuse. Mi riaffiora alla mente solo la sua voce tuonante e stizzita che mi rimprovera per la mia sbadataggine.

Finalmente mi decido ad entrare in questo spogliatoio dove altri ragazzi della mia classe già si stanno cambiando. L'aria non è delle migliori, tra sudore e fumo di sigarette, ma trattenendo un po' il respiro e inspirando con la bocca riesco a cambiarmi e ad arrivare in palestra giusto in tempo per la lezione, senza dare tante sbirciatine ai miei compagni che a parer mio non sono un granché di aspetto fisico.

In palestra ci raduniamo attorno al prof, un ragazzo che avrà all'incirca una venticinquina d'anni, occhi scuri come la notte e capelli corti neri , con una maglietta attillata che metteva in risalto i pettorali scolpiti e dei pantaloncini corti che oltre a mostrare i polpacci ben definiti, non lasciavano molto all'immaginazione sulla sua virilità. Ovviamente le ragazze avevano già iniziato a sbavare, tutte tranne una, che continuava ad ascoltare ciò che diceva il prof come se nulla fosse.

"Buongiorno ragazzi, io sono il vostro nuovo insegnante di scienze motorie. Mi chiamo Marco, ho venticinque anni e spero di passare un piacevole anno insieme a voi." Dice rivolgendosi alla classe con un gran sorriso. "Ed ora iniziamo il riscaldamento!"

Dopo una lunga serie di esercizi di stretching e corsa ci richiama nuovamente tutti per farci provare a salire una corda appesa a circa sei metri da terra.

"Ora ragazzi provate ad issarvi su questa corda, arrivate in cima e scendete. Non è difficile. Le ragazze si possono anche astenere dal farlo." E dicendo questo tutte le ragazze si mettono a sedere e a guardare.

"Non è che potrei astenermi anchio?" Faccio io andando verso il prof.

"Oh avanti prima provaci, non metto mica voti!" Replica lui con un sorriso dolce con una piccola sbavatura di pena nei miei confronti.

Lascio che tutti gli altri vadano prima di me e ovviamente tutti riescono a salire e scendere con tranquillità.

E' arrivato il mio turno. Mi avvicino alla corda. Mi agrrappo con le braccia e con un salto mi isso su per un poco. Non è stato difficile. Allora decido di continuare con l'incitamento dei miei compagni e del prof e salgo salgo con uno sforzo sempre maggiore. Sono arrivato quasi in cima ma non ce la faccio più. I miei muscoli si irrigidiscono. Il panico sale. Cerco di fare un ultimo sforzo per andare su ma la presa delle mani sulla corda cede alla fatica e mi ritrovo improvvisamente nel vuoto.

Pochi minuti dopo mi ritrovo in infermeria. Nella caduta ho sbattuto leggermente la testa, mi sono slogato una caviglia e sbucciato un ginocchio ma nulla di grave. In pochi giorni mi rimetterò completamente.

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