Capitolo 1

330 18 2
                                    

<Bella...Bella...svegliati Bella. Sono le 7.00, devi prepararti, oggi è il tuo primo giorno all'università> Ci metto un po' a capire che è la voce di mia madre e che non è un sogno.

<Si mamma, ora mi alzo!>

Mi dirigo in bagno, faccio una doccia calda e indosso i vestiti più eleganti che ho. Mi guardo allo specchio; i capelli sono appena mossi con qualche onda in fondo. Sono castano chiaro e gli occhi sono di un verde smeraldo. Finisco di preparare le valigie che mi porterà in macchina mamma e vado in salotto per fare colazione, quando vedo mio fratello Ty che si sta preparando per andare all'università che sta vicino a casa nostra. E' al quarto anno, studia economia e commercio. Prima di uscire mi saluta:
<Ciao rompiscatole. Ci sentiamo per telefono, chiamami se hai bisogno> Si avvicina e mi da un bacio sulla fronte. <Mi mancherai!> dice.

<Anche tu, ciao stupido> Così ci chiamavamo!

Sbatte forte la porta. Idiota!

Come al solito trovo il foglietto di incoraggiamento che mamma mi lascia sotto la tazza del tè ogni volta che c'è un evento particolarmente speciale. Ancora dalla materna e anche ora all'università. Non vedo l'ora di iniziare, di trasferirmi. Chissà come sarà la mia stanza? Mi troverò bene o male? Sono emozionatissima. Aspetto questo giorno da tantissimo tempo. Incontrerò nuovi amici. Rivedrò il mio amico, Theo e la mia migliore amica, Hope, e passerò i cinque anni più belli e importanti della mia vita. Mangio due biscotti e bevo il tè. Afferro la borsa, indosso il giubbino, prendo le chiavi, il telefono con le cuffiette e corro giù per le scale.

Mamma mi aspetta accanto alla mia macchina, in piedi, e mi urla:

<Sbrigati...sei in ritardo. Devi anche passare a prendere Hope> Quanta fretta!

Hope è la mia migliore amica, la conosco dalle medie. E' tutto per me, tra me e lei non ci sono segreti, sappiamo tutto di entrambe. Abbiamo preso la stessa università e abbiamo fatto richiesta di metterci nella stessa stanza. I suoi genitori sono sempre molto occupati con il loro lavoro da avvocati e mi hanno chiesto, gentilmente, di accompagnarla.

Saluto mamma e l'abbraccio.

<Sono fiera di te. Ti voglio bene!> mi dice.

<Grazie, ti voglio bene anche io. Ti chiamo questa sera!>

Salgo in macchina e mi dirigo a casa di Hope che sta a cinque minuti da casa mia. Appena arrivo sotto casa sua le mando un messaggio con scritto:

Pronta x questa nuova avventura?! Sono arrivata!

Dopo pochi secondi mi arriva una sua risposta:

Certo, sempre pronta. Scendo subito!

Salita in macchina, e messe le sue valigie nel bagagliaio, ripartiamo. Sento crescere l'agitazione a ogni metro che facciamo. L'università è a due ore di distanza da dove abitiamo. L'autostrada è piena di macchine, ci mancava questa!

Una volta arrivate parcheggiamo la macchina e scarichiamo le valigie. Ci dirigiamo davanti all'ingresso e io mi fermo ad ammirare il bellissimo edificio bianco, con un panorama mozzafiato. Il bellissimo parco che da sul lago sono sicura sarebbe diventato il mio posto preferito. Amo la natura e sentire, la mattina presto, il cinguettio degli uccellini e il fruscio delle foglie.

Salutiamo le nostre amiche delle superiori che hanno scelto la nostra stessa università: Nell e Peggy. La prima è la tipica ragazza sopra le righe (capelli rosa, trucco pesante), ma è un genio a scuola. Peggy, invece, è la più tranquilla di tutte noi messe insieme. Brava a scuola e in comportamento ha sempre 10.

Noi quattro siamo inseparabili!

<Ciao Nell, ciao Peggy!> le salutiamo abbracciandole e tutte due in coro rispondono:

<Ciao Bella, ciao Hope!> Che bello rivederle, anche se abbiamo passato tutta l'estate insieme e solo da due settimane non le vedevo, mi sono mancate tanto. Dietro di loro intravedo Theo. Vedo tutte le ragazze fissarlo e capisco che è ufficialmente diventato il ragazzo più popolare del primo anno. Gli vado in contro e appena mi vede corre a salutarmi. E' come un fratello per me, lo conosco dall'asilo. Lui e Hope ci sono sempre per me e li adoro.

<Ehi tesoro, mi sei mancata tantissimo> mi dice.

<Anche tu> Mi promette di andare, un giorno o l'altro, a cena insieme. Ci salutiamo e lui ritorna dal suo gruppo di amici e io riprendo a parlare con le mie amiche.

Suona la campanella e subito sento un'adrenalina che non ho mai provato prima. Saluto Nell e Peggy e insieme a Hope andiamo alla ricerca della nostra camera numero 106. Quando la troviamo, grazie all'aiuto di una specie di bidella, entriamo e mettiamo in ordine le nostre cose. La camera è molto spaziosa: due belle scrivanie, due letti, due comodini e due grandi armadi. La cosa bella di questa stanza é che ha un terrazzo che da sul lago. Che bello!!

Saluto Hope e le do appuntamento a pranzo.

Mentre salgo le scale per arrivare nella mia aula per la mia prima lezione, dei ragazzi più grandi mi spingono e per poco non cado quando sento una mano tenermi in equilibrio. Mi giro e vedo un ragazzo poco più alto di me con due occhi di un azzurro cristallino. Mi incanto un attimo.

Con un tono quasi di rimprovero mi dice:

<Ehi stai attenta, potevi farti male> Mi guarda per un po' con un sorrisetto malizioso stampato in faccia.

Io rimango un attimo in silenzio e poi dico:

<Ehm gr...grazie>

<Non ringraziarmi, stai attenta e basta>

Ma chi si crede di essere, non mi conosce nemmeno e si permette di dirmi di stare attenta, so badare a me stessa.

<Si starò attenta ma non ho bisogno di un baby sitter>

Ride. Ma cosa avrà da ridere? Se ne va senza controbattere. Io rimango sconvolta. Che cafone, direi un buon inizio. Continuo a salire le scale ed entro nell'aula della mia classe.

Mi metto seduta in un banco in prima fila e come se non bastasse vedo seduta accanto a me Lea, la ragazza con cui avevo litigato quest'estate. Non ci credo. Anche lei aveva scelto quest'università. Faccio finta di niente e sorrido. Le tre ore prima del pranzo scorrono veloci come un fulmine. Quando suona la campanella mi dirigo verso la mensa e mi incontro con Hope. Parliamo delle ore precedenti e delle nostre prime impressioni che a primo impatto sono sicuramente positive. Le racconto di Lea e di quel ragazzo e lei mi dice semplicemente che è solo uno di quei cretini che girano per la scuola. Non so perché ma qualcosa mi dice che l'avrei rivisto ancora. Le sorrido annuendo. Theo, Nell, Peggy, Kevin e un ragazzo, che non conoscevo, ci raggiungono al tavolo. Parliamo del più e del meno e a fine pranzo io e Hope torniamo nella nostra camera. Ci mettiamo a studiare per i giorni seguenti per avvantaggiarci.

Più tardi telefono a mamma e Ty. Le dico che mi trovo bene e le materie non sono così pesanti come credevo. (Per adesso!)

Verso le sette e mezza io e Hope ordiniamo due pizze.

Dopo aver cenato guardiamo il film "#Scrivimiancora" ma presa dal sonno mi metto sotto le coperte e mi addormento sognando fondali marini dai colori cristallini.

CambiareDove le storie prendono vita. Scoprilo ora