me ne sto a leggere in camera mia, affacciata sulla quella stupida strada fin troppo trafficata.
Di ambulanze ne passano tante ma quando sento avvicinare quel suono fastidioso ho come un colpo al cuore, il veicolo si ferma proprio davanti
alla mia finestra, qualcuno è sdraiato a terra con una macchina accanto, una pozzanghera di sangue scende lentamente sulla strada in pendenza, non vedo bene chi è perché mi alzo subito dal letto e corro in strada. Mentre scendo le scale i piedi si fanno pesanti, spero che non sia mia fratello o mio padre, a cui voglio comunque più bene di mia madre Katherine.
Il portone è già aperto e capisco subito cosa è successo, intravedo il color beige della giacca di mio padre e mi rendo conto che è lui quello steso a terra, ormai privo di sensi.
Sento tutto il corpo pesante e mi metto in ginocchio a guardare il vuoto, non riesco a piangere, mio fratello e' nella mia stessa condizione, ma sembra piú sconvolto. Mentre gli fanno il massaggio cardiaco il mio cervello si ostina a farmi ricordare scene dove mio padre mi prende in braccio, gioca con me, tutte cose che non erano più cosí da qualche anno, da quando è diventato tossico-dipendente. Una parte della bambina in mé ha sempre continuato a volergli bene, ma l'altra parte, quella più adolescente, si ostina a credere che sia solo un uomo ubriaco, non un padre, sono certa comunque, che sia un uomo a cui non ho mai smesso di voler bene.
Mio padre morí a quarantacinque anni,
stetti una settimana senza parlare, senza andare a scuola, solo sdraiata sul divano, saltai pure il funerale.
lunedí
Con le forze che avevo immagazzinato in quel giorni mi alzai, prima o poi devo tornare a scuola. Mi lavo il viso, mi trucco, e mi metto quei jeans e quella t-shirt della sabdued oversize.
Arrivo a scuola quando la campanella è già suonata, ma gli alunni sono ancora tutti fuori. Cerco tra la gente la chioma di Zack,
lo intravedo, è tra le braccia della sua "ragazza", e mi rendo conto che si è messo un piercieng sul labbro, ha uno sguardo piú serio e mi vengono i brividi. Non só il perché ma mi metto a pensare a Maryline, dice che io sono la sua migliore amica ma è proprio bugiarda, non mi ha piú chiamato, e di certo non la voglio piú sentire pure io.
La smetto di pensare a cose senza senso e vedo Justin avvicinarsi verso me.
《Jenn, vuoi saltare la scuola eh》dice facendo un ghigno
《è morto mio padre》mi sento gli occhi rossi e lucidi, credo se ne sia accorto
《io non volevo, scusa, se vuoi puoi parlarmene》è serio
《no》dico, e vado dentro.
Mentre cammino sento gli occhi di Zack verso me, ricambio lo sguardo e lui guarda il cielo, poi bacia la sua fidanzata.
Quando anche lui entra in classe e si siede al suo posto, accanto a me,
non mi saluta, guarda avanti, quel piercieng gli stá benissimo, ma mi manca il vecchio lui.
Stó tutto il tempo a pensare a mio padre.
Prima di uscire di classe, al suono dell'ultima campanella Tom, il ragazzo Britannico mi squadra e ferma il suo sguardo sulla parte alta della maglia, poi fá un sorrisetto.
《cosa hai fatto?》mi dice curioso.
《nulla》non faccio in tempo a finire di parlare che mi prende l'avambraccio.
《era solo una domanda, calma》mentre lo dice mi guarda il sedere,
è un maniaco.
A casa c'è silenzio, troppo, e anche se in questi giorni non ho mangiato quasi nulla e sono dimagrita me ne vado in camera, senza pranzare.
Dopo aver fatto i compiti decido di andare a fare una camminata, il tempo non è molto bello e minaccia pioggia.
Oltrepasso tante vie, che giá conosco, poi intravedo un ragazzo dai capelli rossi e uno coi capelli castani e riconosco di chi sono, Tom e Zack.
Sembra di essere in una di quelle storie del cazzo dove capita tutto quando non dovrebbe.
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teen
Teen FictionJenny è una ragazza di quindici anni che dopo la morte del padre e le delusioni ricevute si isola da tutti. Una sera però succede qualcosa che cambierà la sua vita e le farà capire anche la morte del padre. Dopo il trauma ricevuto è ancora meno fe...