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«Mark. Cos'hai?» Lui mi guarda velocemente, poi abbassa di nuovo lo sguardo.
«ti avevo detto di stargli lontana» indubbiamente è arrabbiato e geloso.
«Sei venuto qui per questo? Per dirmi cosa fare? Sono abbastanza grande da fare le mie scelte» Lui si alzò, aveva i pugni chiusi e d'instinto mi alzai anche io.
Si avvicinò di tre grandi passi e io, tornando indietro mi appoggiai al muro. Le sue mani si appoggiarono sulla parete, sopra le mie spalle.
Sentii qualcosa nello stomaco e improvvisamente mi baciò, appoggiò le labbra alle mie con molta forza e mi fece sussultare.
Non riuscii a fermarlo, il mio corpo non rispondeva a nulla, poi però pensai a Zack.
Mi staccai dalle sue labbra con tutta la forza che avevo accumulato.
«Stò con Zack. Che ti è preso?»
Lui continuò a darmi dei piccoli baci sul collo e vicino all'orecchio.
«Non stare con Zack» Appena finí di parlare pensai a Zack. Lo amavo veramente?.
«Non mi dire cosa devo fare. » non ero neanche io sicura di quello che stavo dicendo.
Improvvisamente si staccò da me e se ne andò via sbattendo la porta, senza neanche girarsi.
Quando scendo lo trovo seduto a tavola, con mia madre e mio fratello. Ovviamente siamo seduti accanto.
Quando mi siedo non mi guarda e continua a fissare qualcosa oltre il tavolo.
Mentre mangiamo quella buonissima pasta che solo mia mamma sa fare e parliamo del più e del meno, sento una mano sulla mia coscia.
Sento un calore improvviso e le farfalle nello stomaco. Gli spaghetti mi vanno di traverso più volte, non riesco a formulare frasi di senso compiuto quando la mano sale ancora di più e mentre cerco di avvoltolare la pasta, sento le dita che continuano a muoversi. La forchetta mi cade sul piatto provocando un rumore metallico e orrendo.
Mia madre e mio fratello si voltano verso me.
Gabriele si sforza di non ridere, mia madre invece ha una faccia del tipo: 'questa è mia figlia?'.
«Va tutto bene, cara?»
«certo mamma. Posso andare ?»
«si.»
«La posso accompagnare. » dice Mark parlando a mia madre, come se fossi una bambina di due anni.
Mi alzo e corro su.
Non chiudo a chiave perché aspetto che Mark entri.
«Che cazzo fai?»sbotto mentre entra e si chiude la porta alle spalle.
Lui accenna un sorriso e si siede accanto a me sul letto. Non smette di fissarmi e vedendo le sue adorabili fossette, sento qualcosa all'altezza del petto. Sono obbligata a voltarmi pur di non incontrare quegli occhi stupendi e mi alzo, sentendomi in dovere, visto che siamo vicinissimi e io sto con Zack.


«Vattene subito Mark.» lui torna serio, mi guarda, spalanca gli occhi e pare sorpreso. Sono sorpresa anche io della mia reazione, eppure lui si alza, con lo stesso sguardo e comincia a sbraitare.


«Ti voglio proteggere. Sono il tuo migliore amico e se ti dico una cosa è perché so quello che dico» improvvisamente sembra intenerirsi «tengo a te più di chiunque altro».

«Zack tiene di più a me! Lui non è come te e tu non sei come lui!» mi copro la bocca con le mani, questo è sicuramente un colpo basso per Mark, cerco di avvicinarmi a lui e mettergli una mano sulla spalla, ma lui non guarda più me, si drizza con la schiena e si allontana prima che io possa toccarlo. Prima di andarsene si gira e mi guarda per la prima volta in un modo quasi inquietante, la freddezza dei suoi occhi mi colpisce e sento pizzicarmi gli occhi. Mi butto sul letto e piango sul cuscino che so già, avrò intriso di mascara.

Mi sveglio circa un'ora dopo e mi sento distrutta, tra un'ora avrò un appuntamento con Zack e anche se non me la sento di andarci e penso a un modo di dargli buca, decido di andarci e mi inizio a preparare. Scelgo di mettere una maglietta e dei pantaloncini a vita alta della subdued e di sistemarmi gli occhi e i capelli, visto che sembro uno zombie.


Mentre cerco di fingere di sorridere allo specchio e di pettinarmi sento il campanello suonare. Faccio quello che faccio sempre, mi fiondo sul citofono e attivo l'audio. Quando vedo metá volto di Zack sto per urlargli un "ciao" ma poi vedo apparire una chioma viola e mi risparmio il saluto.


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