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Jordan aprì la porta della stanza d'ospedale e si affacciò. Natalie, sdraiata sul letto gli sorrise perché, nonostante si fossero lasciati, si amavano ancora.
«Cosa ci fai qui?» chiese lei mettendosi comoda.
Il ragazzo entrò e si avvicinò alla sua ex.
«Beh, dobbiamo chiarire molte cose... E questo è il momento giusto.»
Natalie si accigliò, non capendo a cosa si riferisse.
«Che intendi?»
«Intendo dire che a causa di tua madre, ho dovuto comportarmi male con te affinché lei potesse dirti che aveva ragione e che io non ero giusto per te.»
La ragazza si grattò un sopracciglio e sospirò.
«E perché tu hai accettato?» chiese dopo qualche secondo di silenzio.
«Stupidamente mi sono lasciato convincere che meritavi di meglio... Ma poi ho pensato che noi due siamo perfetti e che non c'è di meglio se c'è l'amore.»
«Mi devi spiegare un po' di cose...»
«Certo.»
«Iniziando dalla più recente, sei stato insensibile quando mi hai chiamato.»
Fu il turno di Jordan di accigliarsi.
«Io non ti ho chiamata... Ho cambiato numero di cellulare perché una maniaca continuava a mandarmi messaggi minacciosi.»
«E da quand'è che non hai più quello?
«Sarà un mese.»
Natalie pensò subito fosse stata sua madre a effettuare quella chiamata: non dubitava di Jordan perché sapeva perfettamente quanto la madre odiasse il suo ex ragazzo e sapeva anche che avrebbe fatto di tutto per farli lasciare.
«Sei stato veramente a casa dei miei?» chiese lei.
«Sì. Volevo sapere il giorno dell'operazione e lei mi ha accusato di tutti i tuoi mali.»
«Jordan... Io ti amo ancora ma... capiscimi, non posso tornare a fidarmi completamente di te, visto che hai ascoltato mia madre.»
«Che significa?» chiese perplesso.
«Significa che... Se anche tu mi ami ancora e vuoi stare con me, devi dimostrarmi la tua fedeltà.»
Il ragazzo sorrise emozionato, poi si alzò dalla sedia e si sporse su Natalie per poterla baciare sulle labbra.
«Lo farò fino alla fine dei giorni.»

Austin si sfilò la maglia, lasciandola cadere per terra mentre il ragazzo davanti a lui cercava di slacciargli la cintura dei jeans.
«Hai fretta?» domandò il giocatore di football.
L'altro lo guardò, fermandosi momentaneamente con le mani sull'orlo dei pantaloni.
«Sì, in effetti sì.» rispose l'altro.
Austin sorrise malizioso e afferrò il ragazzo da dietro le ginocchia e avanzò fino al muro, sbattendoci contro il partner. Si scambiarono baci infuocati, poi le labbra di Austin scivolarono sul collo dell'amante, mordendo e succhiando un lembo di pelle.
«Dio, Austin... Sbrighiamoci.» ansimò afferrandogli i capelli della nuca e tirandogli indietro la testa.
Poi scese con i piedi per terra e spinse il giocatore verso il letto fino a farlo cadere sdraiato.
«Saltiamo i preliminari?» sorrise malizioso Austin, portando le mani dietro la testa, incrociando le dita e fissando l'altro ragazzo.
«Ovviamente...»
«Non ti farò male?» chiese preoccupandosi «Sai com'è... Sono dotato... molto.» disse concludendo con un occhiolino.
L'ospite lo guardò con un luccichio di timore per poi scendere con gli occhi arrivando al cavallo dei jeans di Austin.
«Oh cazzo...» mormorò l'altro «Non ho tempo per i preliminari, però.»
«Cosa?! No, non puoi tirarti indietro ora!» disse mettendosi seduto e allungando le braccia verso i fianchi del compagno «Io ho bisogno di me dentro di te... Ne ha bisogno il mio cazzo...»
Il ragazzo sbuffò sorridendo.
«E ne ha bisogno il mio cuore. Potrebbe scoppiare se non ti scopo subito.»
L'altro ci pensò qualche secondo, poi annuì, si tolse la maglietta e si sbottonò i pantaloni.
«Una cosa veloce, però, okay?»
«Tutta questa fretta mi eccita ancora di più.» ridacchiò Austin mentre il compagno si sdraiava sul letto «Girati a pancia in giù e tira su il culo.»
«Con chi cazzo credi di parlare?»
Austin rise di gusto. Gli si sdraiò poi addosso e lo baciò con passione, inserendo la lingua tra le labbra e ruotandola assieme a quella del ragazzo. Si mise in ginocchio, lasciando che l'altro si mettesse come gli aveva detto lui. Austin, nel vedere il sedere tonico e sodo del compagno, non resistette e gli diede uno schiaffo sulla natica destra, poi lo baciò in quel punto.
«Austin... Muoviti.»
Il giocatore obbedì e strinse tra ognuna delle mani una natica, allontanandole l'una dall'altra. Passò la lingua tra di esse, facendo gemere l'altro, poi si soffermò sull'apertura e la bagnò con quanta più saliva riusciva.
Nel frattempo, il partner stringeva il lenzuolo tra le dita e il cuscino tra i denti. Stava provando piacere come non mai. I suoi gemiti distraevano Austin dal suo compito, perciò si allontanò definitivamente dal culo dell'altro e lo fece rotolare sulla schiena.
«Quanto sei sexy.» mormorò Austin avvicinando due dita alla bocca del ragazzo e facendogliele succhiare.
Dopodiché, le portò al buco e ve le infilò lentamente, facendo gemere ancor di più l'altro. Inserì anche un terzo dito prima di rendersi conto che il suo cazzo avrebbe potuto veramente esplodere assieme alle palle, così tolse le dita e, senza dar tempo al ragazzo ad abituarsi al vuoto, lo penetrò con un'unica spinta.
«Cazzo, Austin!»
«Già, è il mio.» ridacchiò malizioso.
«Sei un idiota. Non riuscirò a sedermi.»
Austin lo baciò mentre allontanava il proprio bacino dall'altro e lo spingeva nuovamente in avanti.
«Io avrei un'idea su dove farti sedere.» disse guardandolo negli occhi.
«Ovvero?»
«Sul mio cazzo.» sorrise.
Continuò a penetrare il ragazzo con una cadenza lenta finché non si sentì quasi al limite, così aumentò la velocità, puntellando le ginocchia e appoggiando la fronte sulla spalla del partner.
Quando esplose in un orgasmo aspiraenergie, crollò sul petto del ragazzo. Si riprese dopo qualche secondo di infinito appagamento, uscì dal corpo ancora insoddisfatto e scivolò verso i piedi del letto, arrivando con il viso davanti all'erezione pulsante. La prese in bocca senza avvertire e subito il compagno risucchiò il respiro, non aspettandoselo.
Austin prese subito la giusta velocità e poco dopo si ritrovò sulla lingua e in gola lo sperma bianco e caldo. Gattonò fino ad arrivare al volto del ragazzo e lo baciò nuovamente.
«È stato fantastico.»
«Sono d'accordo.» sorrise Austin «Sei stato la mia migliore scopata quest'anno.»
«Magnifico.»
«Non te ne andare.»
«Ma devo. Ho preso un impegno.»
«Intendo, non andartene da me, Jake.»

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