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«Le ragazze mi hanno detto che sei gay. Stai con qualcuno?»
«Ehm... no, perché me lo chiedi?» rispose Jake, guardando davanti a sè.
«Curiosità... sai, non vorrei rovinare le coppie con il mio fascino.» sorrise Austin.
«Sei un bravo ragazzo, allora.» disse un po' deluso.
«No, semplicemente non voglio intralci inutili e gelosi mentre ci provo con un ragazzo.»
«Ah... capito.»
«Siete solo tu e tua sorella?» chiese d'improvviso.
«In che senso?»
«Avete altri fratelli o sorelle?»
«Sì, due maschi e una femmina, di dieci e otto anni. Tu, invece, sei figlio unico?»
«Ho un fratello più grande.» rispose prontamente «Durante gli allenamenti ti ho osservato...»
«Non sono un appassionato di stalker.»
«Sei sexy.» lo interruppe.
Jake rimase in silenzio, di sicuro non si aspettava un'affermazione del genere.
«Oh, grazie. Anche tu non sei male.»
Vedendo che Jake stava accostando l'auto al marciapiede, Austin si sganciò la cintura. L'autista spense il motore e sospirò.
«Beh, siamo arrivati.» annunciò notando la macchina della sorella.
Con il pollice destro sganciò la cintura ma il suo polso venne bloccato quando fece per aprire la portiera con la stessa mano. Abbassò lo sguardo e poi lo portò in quello di Austin.
«Che c'è?» chiese confuso.
Austin si avvicinò velocemente all'altro ragazzo e posò le labbra su quelle di Jake. Dopo un momento di shock, il cheerleader ricambiò quell'atto del tutto inaspettato.
Quando il giocatore di football si allontanò dalla bocca dell'altro, gli sorrise.
«Scusa...» mormorò.
«Per cosa?» domandò Jake, sollevando un sopracciglio.
Austin tornò a baciare il ragazzo, trasformando il semplice contatto di poco prima con uno scambio di salive e fusione di respiri. La mano del giocatore scivolò dalla guancia al collo, sul petto fino ad arrivare alla coscia e stringerla. Jake si ritrovò in pochi minuti schiacciato contro la portiera, con Austin che cercava di più.
«Forse è meglio che vada.» disse il giocatore, tornando lentamente al suo posto.
«Devo raggiungere mia sorella.» mormorò il cheerleader.
«Allora ci vediamo domani mattina a colazione.»
«Certo...»
Austin aprì la macchina e fece per uscire, appoggiando un piede sull'asfalto.
«È stato un gran bel bacio.»
«Lo so, sono il migliore.»
Il giocatore rise prima di sporgersi nuovamente e dargli un bacio a stampo.
«Buonanotte.»
«Buonanotte anche a te... e sogni d'oro.»
«Se ci sarai tu, sì, lo saranno.» gli sorrise per poi andarsene davvero.
Jake rimase ancora pochi minuti in auto, con un'espressione felice, poi scese, chiuse la macchina e salì nella sua camera.

Natalie e Jake erano già alla tavola calda dove avevano appuntamento con gli altri. La sera prima, quando il ragazzo era rientrato, aveva trovato sua sorella stesa sul divanetto, le aveva dato un bacio sulla fronte ed era andato a letto; poi, quando si era svegliato quella mattina, le aveva raccontato ciò che era successo con Austin, e lei si trattenne dal dirgli "io lo sapevo".
«Verrai al matrimonio?» chiese lei, girandosi una ciocca di capelli sul dito.
«Di chi?» chiese spaesato.
«Zia Monica!» esclamò, esausta per doverlo ripetere per l'ennesima volta.
«Ah, giusto. Immagino di sì.»
«E porterai qualcuno... come Austin?» chiese con mezzo sorrisetto.
«Non lo so, tu?» domandò con la stessa espressione «Chiederai a Jordan?»
Natalie sospirò.
«No. Mi ha chiamata, prima. Diceva di voler tornare con me ma... quando gli ho ricordato del fiocchetto, mi ha risposto: "Ah, ce l'hai ancora?"» spiegò in breve «Come può dire una cosa del genere?» chiese.
«Oh, mi dispiace... Allora porterai Logan?»
La ragazza socchiuse gli occhi.
«Sei terribile. Neanche lo conosco.»
«E io non conosco Austin.»
«Che bugiardo!»
La loro conversazione venne interrotta dalla voce di Oliver, che si sedette dall'altra parte del tavolo assieme al suo migliore amico e a Logan.
«Ciao, ragazzi.» li salutò Natalie.
«Ciao. Siete qui da molto?» chiese Logan.
«No, sei minuti e trentotto secondi.» rispose lei, guardando l'orologio al polso.
«Ah, bene...» parlò Austin per poi guardare Jake.
Si sorrisero e a Nata non scappò quello scambio, ma non volle dire nulla perché non era sicura che gli altri due sapessero.
«Emily ha detto che non viene... sapendo che c'eri anche tu.» parlò Oliver.
«Fantastico, inizio la giornata senza di lei.» sorrise contenta.
Il cellulare le vibrò in tasca, lo prese e lesse il mittente per poi aprire il messaggio.
«Jake, allora, vieni al matrimonio?» chiese poi al fratello.
«Sì, ovvio...» rispose e subito Natalie mandò il messaggio con la conferma.
«Chi si sposa?» domandò d'istinto Logan.
I due fratelli lo guardarono.
«Nostra zia.» risposero all'unisono.
Logan e Oliver si girarono verso l'amico e poi, il biondo al centro, per togliere un po' tutti da quella situazione, parlò.
«E porterete qualcuno?»
«Non lo sappiamo, stavamo appunto decidendo questo, prima che arrivaste.» rispose Jake.
«Quand'è?» chiese ancora Oliver.
«Tra due fine settimana...»
«Io sono libero.» disse sfacciatamente Austin, ringraziando mentalmente il suo migliore amico.
Jake sorrise e scosse la testa.
«Bene, buon per te...» lo guardò negli occhi, credendo di notarci una punta di speranza «Vuoi venire con me?»
Austin arcuò al massimo le sopracciglia, assumendo un'espressione sorpresa.
«Mah, me lo chiedi così, su due piedi...»
«Veramente sei seduto.» gli fece notare Jake scherzosamente.
«Però, sì, verrò... se proprio ti fa piacere.» sorrise «Mi pare che anche il piccolo Logan sia libero.» disse per aiutare l'amico, nonchè cugino.
«Magari posso chiedere a mia sorella se ha già un accompagnatore...»
«Sì, potresti.»
Natalie posò una mano sull'avambraccio del fratello e accostò le labbra all'orecchio.
«Smettetela, lo state mettendo a disagio.» gli sussurrò.
Lui annuì.
«Va beh, quanto dovremo aspettare ancora per ordinare? Mia sorella ha fame.»
Oliver si girò verso l'entrata e sospirò di sollievo nel vedere due dei loro compagni di squadra.
«Le cheerleader non vengono.»
«Perchè, da pecore quali sono, se non viene una, non lo fa nessuna?» chiese Natalie ad Austin.
«Esatto.»
I due giocatori, Mark e Evan, si sedettero, prendendo due sedie da un altro tavolo e chiamarono una cameriera.

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