4

1.1K 91 3
                                    

Con questo capitolo vi auguro un buon 2016!

Natalie, seduta su una panchina posta lungo la pista da atletica, osservava l'allenamento del fratello. Amava guardarlo nel suo mondo, era felice e solare e Nat amava vederlo così sorridente.
«Tu sei sua sorella?» chiese una voce maschile mentre il ragazzo si sedeva sulla panchina dietro di lei.
Natalie si girò, il suo sorriso ancora sulle labbra e la scintilla di felicità negli occhi.
«Sì. Tu sei?»
«Austin Klarx.»
«Natalie Tilden.»
Si strinsero la mano.
«Come mai qui?»
«Mio fratello mi ha chiesto di stare con lui durante questo week end... Frequento l'altro campus.»
«Capito... Devo chiederti una cosa, è per il mio amico, il numero otto.» disse guardando verso il campo di football, Natalie seguì il suo sguardo.
«Il biondo?»
«No, quello biondo è il numero diciotto.»
Natalie socchiuse la bocca e assottigliò gli occhi, poi, non riuscendo comunque a vedere bene i ragazzi in campo, prese dallo zainetto una custodia per occhiali da dove estrasse una montatura rettangolare, li indossò e finalmente vide i giocatori.
«Scusa... ora ci vedo.» sorrise.
«Niente.» disse imitandola.
«Allora, il numero otto, quello con i capelli mossi e lunghi?»
«Esatto, lui, mi ha chiesto di prendere il tuo numero di cellulare.»
Le guance della ragazza si fecero rosse e abbassò lo sguardo, tra l'imbarazzo e la sorpresa.
«Puoi dire al tuo amico che il suo interesse per me è lusinghiero ma preferisco i ragazzi che fanno il primo passo, quindi se vuole il mio numero, deve chiedermelo lui.» sorrise con gli occhi lucidi.
Austin annuì e si alzò, raggiungendo i suoi amici e mentre Natalie seguiva con lo sguardo il ragazzo, il suo cellulare suonò, così lo prese velocemente e rispose a sua madre.
«Donna, ci siamo sentite ieri. Okay che ti ho chiesto il di chiamarci spesso ma ogni giorno è troppo anche per me!»
«Ciao anche a te, figlia.» la salutò la madre «Per caso sei con Jake?»
«Oh, sì, giusto. Dimenticavo che per te c'è solo tuo figlio... Sì, sono con lui, perchè?»
«Non mi risponde al telefono.»
«Oh, poretta.» la prese in giro «Si sta allenando, ovvio che non ti risponde.»
«È una cosa importante. Me lo passi?»
Natalie alzò gli occhi al cielo e scosse la testa. Nel frattempo che si metteva in piedi, vide Austin e il suo amico parlare. Sorridendo ai due, si avviò verso la squadra delle cheerleader, interrompendo l'allenamento.
«Jake, è tua madre. È preoccupata perchè non rispondi al telefono.» disse, porgendo il cellulare al fratello.
Il ragazzo fece sciogliere la piramide e prese l'apparecchio dalla mano di Natalie.
«Madre!» la salutò allontanandosi.
La sorella si girò per tornare alla panchina e si scontrò contro il petto del ragazzo con la maglia contrassegnata con il numero undici.
«Ops, scusa.» disse lui, afferrandola per le spalle per impedirle di cadere, poi la superò e si avvicinò alle cheerleader.

«Madre!» esclamò salutando la donna e allontanandosi dalle amiche.
«Com'è che non rispondi mai al telefono?»
«Com'è che mi chiami sempre quando non posso risponderti! E poi ci siamo sentiti ieri sera, quante cose possono essere accadute in quattordici ore?»
«Oh, non è accaduto nulla... Inciampato, diciamo.»
Jake si accigliò.
«Inciampato? Chi?»
«Jordan.»
Quel nome fece gelare il sangue nelle vene del ragazzo.
«Jordan Felix?» sussurrò.
«Sì, quel Jordan. L'ex ragazzo di tua sorella.»
«E cosa vuole?»
«Cosa può volere? Tua sorella. Dice che la ama e non può rinunciare a lei.»
Jake si passò una mano nei capelli e sospirò.
«E perchè ne parli con me invece che con Natalie?»
«Perchè tua sorella è stupida e correrebbe subito da lui, tu puoi farla riflettere.»
Il ragazzo rimase a bocca aperta.
«Per primo, Nata non è stupida, è una ragazza tra le più intelligenti che conosco. Seconda cosa, nè io nè te possiamo decidere per lei cosa fare della sua vita e con i suoi ragazzi.» e detto ciò chiuse la chiamata.
Jake adorava sua madre ma se trattava male sua sorella, meritava lo stesso trattamento che usava con tutti i nemici di Natalie.
Tornò al suo gruppo e diede il cellulare alla proprietaria, tirandola poi in disparte.
«Cosa voleva?» chiese le preoccupata.
«Jordan è andato a casa nostra, chiedendo di te.»
«Jordan?» chiese ridacchiando «E cosa voleva?»
«Voleva te, ovvio.»
Natalie mise le mani sul petto del maggiore, picchiettando con gli indici.
«Perchè lo ha detto a te?»
«Nostra madre ti ritiene stupida e voleva che ti conducessi sulla strada che lei ritriene migliore.»
«Ma lei lo sa che ho diciannove anni?»
Lui assunse un'espressione di scuse e sollevò le spalle.
«La odio quando fa così! Davvero! Sono furiosa e voglio nuotare...» disse sospirando frustrata.
«Vuoi tornare al tuo campus?» chiese lui, accarezzandole i capelli.
«No, ti ho promesso che sarei rimasta la notte, ho portato anche il pigiama, ma sono arrabbiata.»
Jake l'abbracciò e le propose una pizza con le cheerleader e i giocatori di football.
«Sai cosa?» domandò retorica, allontanandosi dal busto del maggiore «Il tuo amico Austin è venuto a parlarmi...»
«Sì, ho visto.»
«Per chiedermi il numero di cellulare da parte del numero otto. Lo conosci?»
«Si chiama...» disse per poi bloccarsi a pensare «Logan Ginger, credo.»
«Ah, beh, grazie.» gli sorrise per poi dargli un bacio sulla guancia.


University StarsDove le storie prendono vita. Scoprilo ora