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-"KOR'I I RAGAZZI SONO TORNATI! "- la voce di Robin tuonò in tutta la T Tower.

-"Sentito? Sono arrivati i ragazzi, dai che te li faccio conoscere!"- disse la rossa strattonandomi.

A volte mi chiedo come una ragazza così esile e minuta riesca a strattonarmi e a farmi davvero male, eppure ha un'aria così innocua e all'apparenza fragile...

Mi tirò fino all'ingresso della Main-Ops-Room, da dove fino a qualche ora prima avevo fatto la mia comparsa. I click e i rumori dei circuiti echeggiavano nell'enorme stanza deserta.

-"Ma dove sono?"- chiesi guardando Robin.

-"Nell'ascensore, stanno salendo."- disse monitorando l'enorme data-base della torre.

La squadra era al completo, i componenti erano 4 ed ora c'ero anch'io.

E c'ero dentro fino al collo.
Simpatici o meno mi sarei dovuta adeguare e avrei dovuto accettarli. Infondo erano loro a darmi una casa, un rifugio ed io ero solo debitrice.

Una nuova sensazione si fece spazio tra il cuore e le costole salendo sempre più.

Arrivò alla testa ed io inconsapevole avvertii un forte dolore.

Mi sedetti sul divano ad aspettare impaziente cercando un po' di tranquillità.

Era così strano.

La stessa sensazione che avevo provato io prima, quella roba che loro chiamavano ansia.

La mia mente iniziò a vagare, immaginando chi di lì a qualche minuto sarebbe sbucato fuori dall'ascensore.

Dovevano essere per forza due ragazzi, anche perché Starfire aveva detto di essere l'unica femmina.

-"Non hanno problemi, deformazioni o cose del genere vero?"- chiesi.

-"Niente che tu non abbia già visto e nulla di scandalizzante."- disse Dick.

-"Tutto bene?"- disse porgendomi un bicchiere d'acqua-"Sappi che non c'è nulla di cui aver paura, è gente apposto."- disse una vocina zuccherosa alle mie spalle.

La faceva facile lei.

Bevvi un sorso.

-"Sì è solo che..."- dissi ma venni subito interrotta.

-"Eccoli!"-si girò Robin.

Mi alzai in piedi e mi avvicinai all'ascensore.

Le ante dell'ascensore si aprirono e la voce metallica squarciò il silenzio che si era creato.

-"Uscire prego."-

Due ragazzi giovani sbucarono fuori.

Il primo sembrava proprio un uomo, dalla pelle scura e il corpo in metallo.

Sì aveva il corpo in metallo, un vero robot.

Alto almeno due metri e con le spalle larghe. Il viso era umano in parte, aveva un occhio sinistro bionico, di un rosso rubino e la parte del capo sinistra era interamente fasciata dal metallo metallo. Sulle braccia s'intravedevano vari circuiti, bottoni e il tutto lo faceva apparire come uno di quegli animali corazzati.

Lo guardai per un po', rimanendo impressionata da tutti quei muscoli di ferro e acciaio, ma ciò che provocò più la mia mente e che, anche se non lo dissi, mi fece più..

.. ribrezzo? Scandalo? Paura? No..

Anzi, attirò più la mia attenzione, fu il ragazzo accanto a lui.

Era un normale ragazzo di 17 anni, forse un po' basso, ma comunque con qualche centimetro in più di me, con un costume più a muta aderente, nero sulle maniche corte e sugli shorts e viola acceso sul busto, per essere un ragazzo mostrava bene i muscoli.

I Colori Del BuioDove le storie prendono vita. Scoprilo ora