Corri.

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Harry stava ascoltando distrattamente lo smistamento dei nuovi ragazzi, era concentrato per lo più  a fissare il biondo seduto al suo tavolo che stava tranquillamente flirtando con la Parkinson.

Sapeva che lo faceva per farlo ingelosire ma stava comunque per alzarsi e andare lì a baciarlo davanti a tutti come a dire lui è mio!

E l'avrebbe anche fatto se solo la sala fosse stata vuota e ci fossero stati loro due soli.

Qualche volta si domandava se il capello avesse sbagliato casa..

La cena era finita e Harry seguì Ron ed Hermione che spiegavano ai giovani Grifondoro come fare per arrivare alla loro sala comune.

I suoi piedi camminavano da soli, conoscevano fin troppo bene la strada, mentre la sua mente vedeva in ogni angolo del castello la battaglia.

Rivedeva le morti di tutti i suoi compagni di scuola e non solo. Fu troppo. Gli iniziò a mancare il respiro, iniziò a vedere tutti pallini bianchi. Si sedette a terra cercando di riprendere aria.

I suoi amici, fortunatamente non lo notarono, troppo impegnati a spiegare le regole principali a tutti i ragazzi.

Sapeva che sarebbe potuto accadere, capitava  spesso che riviveva alcuni momenti  della guerra ma di solito Draco era al suo fianco.
Aveva bisogno di lui.

Prese un pezzo di carta e fece un veloce incantesimo e poi si rintanò dietro una colonna che lo copriva completamente, non voleva che altri lo vedessero in quelle condizioni. Se fosse accaduto l'indomani mattina tutta la scuola avrebbe parlato del salvatore del mondo magico con gli attacchi di panico. 

Draco stava sistema i suoi vestiti nella sua stanza, gli sembrava così stano essere tornato in quella scuola che aveva tanto odiato, quando dalla finestra arrivò un biglietto a forma di uccellino.

Lo prese al volo riconoscendo subito la calligrafia maldestra e disordinata.

"Quarto piano, corri, ti prego." Il biglietto diceva solo questo, gli prese il panico. Harry non avrebbe rischiato così tanto il primo giorno per qualcosa di stupido.

Lasciò tutto in disordine, cosa alquanto insolita per lui, e corse fuori dalla sala comune. Iniziò a fare le scale a due a due, al terzo piano voleva morire.

Lui non era un grande atleta, se non si parlava di quidditch, e i polmoni ora minacciavano di esplodere ma non poteva fermarsi.
Harry aveva bisogno di lui.

Si costrinse a salire l'ultima rampa di scale e iniziò a cercarlo mentre intanto provava a far entrare aria nei polmoni e tornare a respirare.

Quando ci riuscì il respiro gli si mozzò nuovamente in gola, Harry era in lacrime scosso da violenti singhiozzi nascosto dietro una colonna.

Si inginocchiò immediatamente e lo strinse a se per calmarlo. <<Shhh, va tutto bene ci sono io>>.


Ad Harry non servirono neanche le parole, riconobbe Draco ancora prima di essere stretto fa le sue braccia, il suo odore ormai lo sapeva a memoria. L'avrebbe riconosciuto anche in una stanza piena di troll puzzolenti, il suo odore si sarebbe distinto.

<<Shhh, va tutto bene ci sono io>>. A queste parole annuì solamente stringendo di più il biondo a se. I ricordi della guerra stavano iniziando a tornare un'immagine sfocata nel suo cervello.

Non si dissero nulla, non ce ne era bisogno.

Restarono ancora un po' seduti sul gelido pavimento, Harry con il volto sulla spalla di Draco e quest'ultimo che gli accarezzava la testa, nessuno dei due voleva andarsene via. Sarebbe stata la prima notte lontani dopo molto tempo.

Tu sei il mio segreto più belloDove le storie prendono vita. Scoprilo ora