Ora basta

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Draco, da quando si era allontanato da quella stanza, si chiedeva se avesse fatto bene a non smentire quello che la rossa aveva sentito, forse avrebbe dovuto provare a farle credere che non avesse capito bene.

Si era comportato da serpe e, per la prima volta nella sua vita, se ne era pentito. Harry gli aveva chiesto tempo e ora probabilmente si trovava nei guai per colpa sua.
Prese un pezzo di pergamena scrivendo un semplice dobbiamo parlare, lo trasformò in un uccellino di carta così da farlo arrivare al suo ragazzo.

Si recò alla stanza delle necessità, che ormai era quasi diventata la loro stanza, ed entrò in quello che sembrava il loro salotto. Era una stanza ampia con al centro un divano situato davanti ad un camino e sopra uno di quegli aggeggi babbani che Harry aveva detto servivano per guardare persone che si muovevano e parlavano, televisone gli sembrava di ricordare. Dietro  vi era una libreria che occupava l'intera parete, con un miscuglio di libri magici e libri babbani, e in fondo al lato sinistro un pianoforte, quello inizialmente era della famiglia Black ed Harry avrebbe voluto disfarsene non sapendo cosa farci ma quando aveva scoperto che Draco lo sapeva suonare, ed anche bene, aveva deciso di tenerlo e ascoltare il biondo suonare di tanto in tanto. Gli piaceva mettersi accanto a lui con la testa appoggiata alla sua spalla mentre il biondino suonava ad occhi chiusi. Era un qualcosa che li rendeva felici e li aiutava a scacciare qualsiasi brutto ricordo che avevano sulla guerra e gli anni passati.

Il serpeverde fece un profondo respiro ed entrò, quella casa gli mancava da morire. Anche se non aveva vissuto lì per molto tempo la sentiva più sua di quanto non avesse mai sentito il Manor, specie perché nell'ultimo periodo in quella casa non si sentiva più al sicuro ma anzi in costante pericolo, nessuno dovrebbe sentirsi in pericolo dentro casa propria.

Per questo quando il Manor fu sequestrato lui non si sentì affatto giù, anzi si sentì sollevato di non dover più mettere piede nella casa degli orrori che era diventata con Voldemort. Si sedette sul divano e aspettò che Harry si facesse vivo, sempre se avesse capito dove lui si trovava.

Harry Potter era ancora sotto lo stesso albero quando un uccellino si mise a volare davanti alla sua faccia, cercò di scacciarlo ma quando questo non si decideva ad andarsene assotigliò lo sguardo e si rese conto che era fatto di carta. Lo aprì e vide che sopra erano scritte due sole parole in una grafia elegante, sbuffò riconoscendo perfettamente a chi appartenesse quella grafia.

Non aveva molta voglia ora di parlare con Draco, sapeva che avrebbero litigato e ora non aveva le forze per affrontare anche lui ma se non si fosse presentato avrebbe rischiato di ritrovarselo davanti alla torre dei Grifondoro pronto ad affatturarlo. Si alzò prendendo tutto il suo coraggio e si incamminò verso l'ingresso del castello.

Dopo circa quindici minuti di camminata a ritmo sostenuto arrivò davanti alla stanza delle necessità e pensò a cosa avrebbe potuto scegliere Draco per parlare. Si concentrò sul luogo dove avevano avuto parecchie discussioni ma anche dove lui gli aveva detto ti amo per la prima volta dopo che avevano fatto l'amore davanti al camino acceso, un piccolo sorriso fece capolino sul suo volto a questo piacevole ricordo.

Draco appena sentì la porta aprirsi ebbe un fremito e si alzò di fretta per raggiungere Harry prima che lui potesse dire qualcosa <<Mi dispiace Harry, lei mi ha sentito parlare da solo e io non sapevo che fare quindi me ne sono andato ma lei sicuramente ha capito qualcosa>>. Il ragazzo parlava velocemente e si rese conto che del suo discorso Harry poteva non aver capito assolutamente nulla visto che non aveva dato nessuna spiegazione ma il viso dell'altro non fece trasparire nessuno stato di confusione, lui sapeva già e questo voleva dire che aveva già parlato con la Piattola rossa.

Il Salvatore del mondo magico immaginava che potesse esserci il suo ragazzo dietro la dichiarazione di Ginny ma sperava che così non fosse. Non sapeva se poteva dirsi deluso da ciò che aveva fatto Draco, dal quel poco che aveva capito non era stata una confessione intenzionale ma non lui non aveva cercato neanche di impedire che la situazione degenerasse. Si portò le mani sulle tempie come ad impedire che quel principio di emicrania potesse peggiorare ulteriormente, no che potesse veramente impedirlo ormai, la giornata era stata davvero estenuante. Superò senza dire una parola il biondino e se mise seduto sul divano a riflettere su ciò che era accaduto in poche ore. Draco aveva solo accelerato qualcosa che sarebbe comunque accaduto, la colpa era sua. Lui era quello coraggioso della coppia, era lui il Grifondoro per la miseria! Poteva solo incolparsi per aver ferito Ginny e Draco, sopratutto Draco.

Il biondo restò immobile per qualche secondo non sapendo bene cosa fare, Harry voleva stare solo, era evidente, ma lui non poteva uscire da quella stanza senza prima avere la certezza che il bel moro gli avrebbe di nuovo rivolto la parola. Alla fine decise di mettersi sul divano ma non troppo vicino al corpo dell'altro, se lui lo avesse voluto Draco si sarebbe fiondato fra le sue braccia ma finché Harry non avesse dato qualche segnale lui sarebbe rimasto a debita distanza.

<<Ginny è venuta da me, mi ha detto che noi stavamo insieme. Non me l'ha chiesto, la sua era una certezza>> iniziò a parlare il grifone sospirando appena ma senza guardarlo, i suoi occhi erano incollati alle fiamme davanti a loro <<Le ho raccontato tutta la verità, ad ogni parola ho visto il suo cuore spezzarsi, l'ho vista trattenere le lacrime per tutto il mio discorso ma lei meritava di sapere la verità.  Lo meritava dall'inizio e non posso darti nessuna colpa, la colpa è mia, soltanto mia. Dovevo parlare subito con lei e con gli altri, non dovevo lasciare che la paura dei giudizi altrui mi facessero fare questo. Lei non lo meritava e neanche tu-ora si era girato verso il biondo che come richiamato da questo gesto si era avvicinato e gli aveva preso la mano- Tu non meritavi di essere un segreto, io ti amo e tutti dovevano saperlo dal primo momento. Ma ora basta!>>. Con queste parole il prescelto aveva deciso che era stanco di nascondersi, avrebbe rivelato a tutti chi amava e lo avrebbe fatto in grande stile, doveva solo aspettare l'indomani, quando avrebbe avuto luogo la partita fra Grifondoro e Serpeverde.

Ora, però, voleva solo stringere a se il suo ragazzo e fargli capire che tutto sarebbe cambiato, avrebbe risolto tutto.

Tu sei il mio segreto più belloDove le storie prendono vita. Scoprilo ora