I lived

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Spero che tu abbia trascorso bene ciascuno dei tuoi giorni 

E quando il sole tramonterà, spero tu possa brindare a loro.

Vorrei poter essere il testimone di tutta la tua gioia e il tuo dolore. 

- One Republic -

Entrai alla scientifica passando questa volta dall'ingresso principale, ritrovandomi in un atrio piccolo e affollato da agenti e analisti che camminavano freneticamente da una parte all'altra.

Mi guardai confusa attorno, cercando di capire dove dovessi andare ma poi individuai al fondo del corridoio i lunghi capelli ricci della receptionist che avevo incontrato il giorno prima e mi avvicinai a passo svelto.

«Buongiorno!» Mi disse allegra. «Lei è qui per Grissom vero?»

Percepivo il cuore battere all'impazzata nelle orecchie e a fatica riuscivo a seguire i suoi movimenti, finché sbattei le palpebre confusa prima di capire cosa mi stesse chiedendo.

«Sì» Biascicai. «Lo trovo nel suo ufficio?»

«Credo di sì, dovrebbe essere arrivato da poco» Mi disse. «Ha il modulo che le ha fornito ieri?»

Glielo porsi senza rispondere ulteriormente e la guardai tirare fuori dal cassetto un badge nuovo su cui non era ancora stata stampata nessuna informazione.

«Per domani avrà quello ufficiale, nel frattempo le lascio questo provvisorio» Disse porgendomene uno di carta infilato dentro una pellicola di plastica.

«Grazie» Mormorai prendendolo e appuntandomelo alla giacca. Poi, dopo averla salutata, mi avviai verso l'ufficio di Grissom dove probabilmente mi stava aspettando.

Quando mi avvicinai alla porta di vetro notai Greg seduto all'interno, intento a parlare con l'uomo che stavo cercando: sembrava stessero parlando di qualcosa riguardo un fascicolo aperto sulla scrivania.

Grissom si appoggiò alla sedia masticando la bacchetta degli occhiali e, in quel momento, alzò gli occhi su di me. Ne fu quasi sorpreso ma con un cenno della mano mi invitò ad entrare.

«Ciao Courtney» Mi disse una volta richiusami la porta alle spalle.

«Sono felice di rivederla, Grissom» Accennai un po' in soggezione. Greg si era voltato verso di me con uno sguardo emblematico e cercò di sorridermi.

«Stavo aggiornando Greg sul caso che vi ho affidato, un omicidio fuori Vegas... so che è il tuo primo caso ma non posso mandare nessun altro perciò osserverai Greg e lo aiuterai a raccogliere le prove, ok?»

Annuii decisa, pronta a lanciarmi a capofitto nel nuovo lavoro. «Farò del mio meglio»

«Bene, allora Greg puoi andare. Courtney rimarrà ancora un secondo, vorrei parlarle un attimo prima che iniziate a fare sul serio»

Mi sentii pervadere da una strana agitazione e arrossii vivamente. «D'accordo»

Greg, prima di uscire, mi diede un buffetto sulla guancia sorridendomi mentre Grissom era voltato dall'altra parte, e uscì in un batter d'occhio.

L'altro uomo nella stanza appoggiò sulla scrivania una valigetta grigia in alluminio e un giubbotto d'ordinanza identico a quello di Greg.

«Direi che può andare» Borbottò guardandomi. «Come ti senti?»

Lo guardai titubante, incrociando le dita delle mani dietro la schiena. «Preoccupata, come dicevo a Greg una scena del crimine è ben diversa da un laboratorio di ricerca... e sinceramente non so se ne sarò all'altezza»

Grissom mi guardò intensamente e, stranamente, accennò un sorriso incoraggiante. «Einstein diceva che la maturità inizia a manifestarsi quando sentiamo che è più grande la nostra preoccupazione per gli altri che non per noi stessi. Sono dell'idea che tu sia in grado di svolgere al meglio questo lavoro, non lasciare che la paura di sbagliare prenda il sopravvento sulla mente brillante che ti ritrovi»

Lo guardai esterrefatta, come se mi fossi appena svegliata da un lungo intorpidimento e sembrava che tutte le mie paure fossero sparite nel giro di pochi secondi. «La ringrazio, ne avevo bisogno» Risposi sorridendo ampiamente mentre mi tendeva la mano, che gli strinsi con foga.

«Benvenuta in squadra» Disse con la sua voce profonda.

«Grazie Grissom, non la deluderò» Risposi prendendo il kit e il gilet in mano avviandomi verso la porta.

«Courtney»

Mi fermai di scatto, girandomi subito verso di lui. «Sì?»

Gil spostò per un breve istante lo sguardo verso la vetrata, oltre la quale c'era Greg. Io feci altrettanto, abbozzando un lieve sorriso. «Prima ho osservato attentamente il suo sguardo mentre parlava di te... profilo basso, intesi?» Mormorò come se qualcuno potesse sentirci.

Annuii appena, cercando di non arrossire troppo e, finalmente, uscii da quel cubicolo in penombra: come avevo visto, Greg era in piedi in mezzo al corridoio intento a leggere gli appunti del fascicolo che aveva ricevuto poco prima e, quando sentì la porta dell'ufficio richiudersi, alzò subito gli occhi verso di me squadrandomi con interesse. «Sai una cosa? Sei ancora meglio vestita così» Esclamò divertito.

Mi guardai attorno spaesata, come se potesse uscire qualcuno allo scoperto pronto a screditarmi. «Grissom ha detto che-»

«Sì, lo so» Mormorò sogghignando. «Ma non posso farci niente... prometto che non ti metterò in imbarazzo di fronte a nessuno»

Abbassai gli occhi a guardarmi i piedi, ringraziandolo mentalmente. «Bhe, andiamo?»

«Sei così ansiosa di iniziare?»

«Prima andiamo e prima mi toglierò l'ansia di dosso» Gli spiegai con voce tremante: mi sentivo totalmente in subbuglio e faticavo ancora a credere di essere lì ma mi sforzai di restare lucida e seguii Greg nel parcheggio dove aveva lasciato la Denali nera che avevo visto tempo prima.

Una volta saliti a bordo, vidi Greg posare il fascicolo sul cruscotto del SUV prima di mettere in moto.

«Posso?» Chiesi indicando la copertina giallo senape.

«Certamente, ricordati che questo è anche un tuo caso» Disse lui ingranando la retro e uscendo dal parcheggio a velocità sostenuta.

Lo aprii con delicatezza, quasi come potesse sfaldarmisi in mano e iniziai a leggere con curiosità e attenzione, stampandomi in mente ogni minimo dettaglio.

Stando alle informazioni, due agenti di pattuglia avevano trovato una donna bianca di circa vent'anni sul ciglio della strada poco fuori North Las Vegas. Non era ancora stata identificata per via della mancanza di segni particolari o documenti ma si vedevano chiaramente il buco lasciato da un proiettile proprio in mezzo alla fronte e dei segni di strangolamento sul collo.

Rimasi perplessa e rilessi parecchie volte l'intero fascicolo, assicurandomi di non tralasciare nulla.

«Tra poco saremo a destinazione, tieniti pronta» Mi disse Greg premendo di più sull'acceleratore.

Annuii distrattamente e iniziai ad osservare le case che mi sfrecciavano velocemente davanti al naso fuori dal finestrino, rimanendo però in silenzio per tutto il resto del viaggio. 

Viva Las Vegas [In Revisione]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora