Tell me your lies
Because I just can't face it.Alisia è alla guida, alla fine l'ho chiamata e abbiamo organizzato qualcosa per la sera stessa, io sono seduta nel sedile del passeggero e dietro ci sono sedute le tre coinquiline di Alisia, sembrano simpatiche, un po' fuori di testa, loro parlano e parlano, io mi faccio i fatti miei, non mi interessano i loro discorsi.
"Allora, Honah, dimmi.. come mai a Londra?" Alisia mi guarda con la coda dell'occhio mascherando la sua paura per la mia risposta.
"Un viaggio breve, ma non so, penso di voler restare, Bradford credo mi stia facendo letteralmente uscire fuori di testa." dico con fare teatrale aspirando dal filtro.
"Eh, ma il vizio di fumare non te lo togli, eh?" mi guarda con un piccolo sorriso ma so che è il suo modo di rimproverarmi senza dare troppo nell'occhio.
"Ho provato a smettere, ma non voglio, quindi, no, penso di non voler smettere di fumare." dico guardando altrove.
"Come mai non mi hai avvisato di questa tua improvvisa partenza? Non me lo sarei mai aspettata" dice scrutandomi sempre per pochi secondi prima di rimettere gli occhi sulla strada.
Alisia non ha mai fatto troppe domande in otto anni che ci conosciamo, ma vedo che è molto preoccupata perché non è da me lasciare Bradford e per giunta da sola.
"Non ho avvisato nessuno, chi mi pensa magari crederà che io sia a casa e magari mi telefoneranno, ma cazzo me ne frega. Non ho voluto avvisare nessuno, è una cosa.. all'ultimo minuto." le tizie dietro mi guardano storte, ma me ne frego, sono sempre stata questa e di certo non metterò su un'altra maschera fingendomi fine per piacere a loro, non mi è mai interessato di piacere agli altri.
"Ribelle proprio come a 13 anni, almeno questo non cambierà mai in te" sorride molto probabilmente al pensiero dei vecchi ricordi.
"No, non si tratta di ribellione, sai che non vivo più con i miei, quindi posso pure viaggiare coi miei risparmi senza avvisare nessuno e poi avevo bisogno di allontanarmi da quella città, dopo 22 anni posso pure permettermi di uscire da là fuori senza l'accompagnamento dei genitori." Lei ride alle mie ultime parole conoscendo i miei genitori e le loro possibili reazioni.
Entriamo nel locale in cui eravamo diretti e subito mi guardo attorno, è un'abitudine che ho sin da quando ho conosciuto lui, è sempre stato protettivo nei miei confronti ma anche nei suoi e da lui ho preso questa abitudine di guardarsi sempre attorno, aspettandosi di tutto e ancora ora sono incatenata in questa abitudine che mi ricorda lui, mi ricorda fottutamente tutto ciò che diceva sempre "devi stare attenta, ricordati sempre che non sei sola in questo mondo e ti può succedere di tutto" e lui percepiva tutto, vedeva qualsiasi cosa prima ancora che la vedessi io e mi spostassi da sola, no perché lui era il mio protettore, era colui che si prendeva cura di me e mi doveva tenere quando attraversavamo, mi doveva spostare se qualcuno correva per le strade, mi doveva osservare sempre.
"Ehi Honah! Non ci pensare, ok? Pensa a te e a me che non ci vediamo da sei mesi,eh?" Lei lo sa a cosa sto pensando, non a caso la ritengo mia sorella. Cerco di sorriderle e mi prende la mano tirandomi in un piccolo spazio iniziando a muovere il bacino a destra e sinistra, da lei non me lo aspettavo, sono sempre stata io la casinista, quella che amava ballare e impazziva a sentire della musica, lei no, lei si stava in disparte a guardare e a sopportare la musica alta per ore fin quando tutto non sarebbe finito e sarebbe uscita fuori da quel locale con il mal di testa, così lo chiamava lei "alta da far venire il mal di testa" e adesso lei è quella che vuole ballare, muoversi, divertirsi e io quella che vorrebbe non esser mai venuta. Avrei preferito starmene a letto, a piangere e ad ascoltare quella dolce melodia che produce il mio Carillon, ma è per lei che sono qui, non posso ritirarmi, non ho neanche una macchina mia.

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Black Carillon
FanfictionHo bisogno di aria, ho bisogno di lasciarmi alle spalle il passato anche se so di averla dietro di me, come un ombra che mi perseguita, che non mi lascia in pace, che mi soffoca. Sto cercando di lottare, di sforzarmi per andare avanti, forse ormai è...