"Allora... Vediamo un po'..." disse Flores guardando delle schede che gli aveva consegnato l'agente prima di lasciarci tra le sue mani "Sarai in cella con la nostra Ivonne!" rise leggermente avviandosi verso un lungo corridoio formato da un susseguirsi di stanze numerate.
"Stanza numero 7! Accomodati pure, cara..." sorrise malignamente guardando la ragazza accanto a me.
"Dici a me?" le rispose quasi spaventata.
"Ragazzetta siamo in un carcere! Se mentre parti, ti guardo pure, molto probabilmente si, sto parlando con te!" le urlò sbattendo un pugno al muro che si trovava affianco appena finì di parlare. La ragazza la guardò impaurita, entrando subito nella stanza che le era stata assegnata, sussurrando a malapena un "Si signorina..."
"Stavo scherzando, ovviamente! Stai tranquilla e buon soggiorno!" la rassicurò falsamente prima di avviarsi nuovamente nel corridoio.
"Poverina, non resisterà neppure una settimana qui. I deboli da qui non escono mai vivi!" continuò a sghignazzare leggermente finchè si bloccò davanti ad una cella e si girò di scatto verso di me, spostando velocemente e innumerevoli volte lo sguardo da me, al numero di cella ai documenti che aveva in mano.
"No, non è possibile. Non può essere possibile!" urlò presa dalla rabbia "Ci deve essere sicuramente un errore!"
Pochi secondi dopo si avvicinò a noi un agente, cercando di capire quale fosse la causa di tutto quel baccano.
"Agente Lee, questa camera era mia! Avevo fatto la richiesta subito dopo il rilascio di Kate! Perché diavolo la date a lei?!" urlò indicandomi e guardandomi come avesse potuto fulminarmi in quel preciso istante.
"Signorina Flores, si calmi. Sa che questo tipo di comportamento non è accettabile qui dentro!" la calmò l'agente "Se nei documenti è scritto così, allora così si farà. E non si lamenti, sa di essere al limite dei richiami! Vuole tornare già in isolamento?" continuò tirando fuori da una tasca dei pantaloni un piccolo taccuino giallo e una penna.
"No signore." abbassò il tono la ragazza.
"E allora comportati come da regolamento e finisci di mostrare il carcere alla signorina senza fare altre storie." la avvertì allontanandosi da noi.
Vidi la ragazza davanti a me fare dei lunghi respiri profondi per tranquillizzarsi, girandosi poi verso di me e con un altrettanto falso sorriso dire "Benvenuta nella tua nuova stanza." accompagnato da un gesto della mano che m'invitava ad entrare nel piccolo abitacolo.
Lo spettacolo che mi trovai davanti agl'occhi non fu certo quello di una camera d'hotel, cosa che effettivamente non mi aspettavo comunque, ma di certo non credevo la mia nuova stanza fosse ridotta così... Un letto a castello dove della parte superiore rimaneva giusto qualche doga precaria, una scrivania nel lato opposto con una sedia mal messa, una piccola finestrella fin troppo alta mostrava solamente qualche sprazzo di cielo e un piccolo armadio da cui pendeva una delle due ante... Insomma, una suite!
La cosa che mi lasciò più spiazzata fu l'enorme incisione sulla parete vuota "Qui dentro prima o poi muoiono tutti"
"Rassicurante..." dissi immaginando tutte quelle volte che, anche solo distendendomi nel letto, avrei avuto quelle enormi parole incise davanti a me.
"Ti potrebbe far sentir meglio sapere che è la verità?" mi sorrise come sempre Flores, indicandomi di seguirla per continuare il giro.
"Quella stanza avrebbe dovuto essere mia." la sentii borbottare "Me l'aveva promesso." continuò per poi girasi di scatto bloccandomi giusto qualche centimetro prima mi scontrassi con lei "Qualsiasi oggetto troverai li dentro, che sia un pezzo di carta o un libro intero, una maglia o semplicemente un elastico per capelli, sappi che appartiene tutto a me. Chiaro?! La ragazza che ci stava prima era una mia amica e quella cella doveva appartenere a me non alla nuova arrivata!" si girò senza aspettare una mia risposta e continuando a camminare.
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Semper Fidelis || Kian Lawley
FanfictionDove la troppa libertà viene rubata, dove le ore sono scandite dai ritmi lenti della quotidianità, dove il silenzio viene interrotto dal suono stridente delle manette dei più ribelli, dove il passato ti condanna, ci sono loro, due ragazzi che si pro...