Insieme

375 19 8
                                        

A quel punto, finalmente spalanca quei suoi enormi occhi verdi, che incontrano subito i miei, neri come la pece.
"Sam?" chiede, confuso. "Dove... dove sono?"
"Hai un aspetto terribile, Dean" scherza zio Sam.
Nel sentire quella voce, lui sgrana gli occhi e mi guarda, terrorizzato. Poi, lentamente, volta la testa nella direzione da cui è provenuta la voce e finalmente, dopo quasi vent'anni, rivede il viso di suo fratello.
Lo aiuto ad alzarsi e in un istante è già in piedi, e si fionda ad abbracciarlo. Sam ricambia la stretta, con una forza incredibile. Aggrottano entrambi la fronte, dandosi forti pacche sulle spalle a vicenda, ma senza parlare. Le emozioni che provano devono essere troppo intense per essere descritte a parole. Non posso neppure lontanamente immaginare quanto sia stata dura non potersi vedere per così tanto tempo.
"Sammy, non capisco... Perché sono qui?"
"Perche te lo meriti, Dean. Non credere di non meritare di non essere salvato, mai. Ma devi ringraziare Cas, è lui che ha permesso tutto questo" risponde lui.
Solo a quel punto Dean si volta, e alle sue spalle vede l'amico che gli ha salvato la vita tante volte, che l'ha riportato indietro dall'Inferno, che si è sacrificato per lui in modo che potesse tornare dal Purgatorio, che tante volte ha rinnegato la sua stessa famiglia per rimanere a lui fedele, e che ora, per l'ultima volta, l'ha strappato dalle grinfie dei Mietitori per portarlo qui, in Paradiso, con coloro che ama.
Il viso di mio padre si riempie di affetto, e raggiunge l'angelo in fretta.
"Ciao, Dean" lo saluta lui, sorridendo in quel modo un po' triste che lo caratterizza.
"Ciao, Cas" risponde, prima di abbracciarlo come aveva fatto con suo fratello. All'inizio Castiel è un po' disorientato, ma poi sorride e si lascia circondare dalle braccia forti del suo compagno di avventure.
Poi Dean si allontana, e lo guarda dritto negli occhi di quel blu intenso, perfetto come il cielo che ci sovrasta. "Grazie di tutto, Cas."
"Dean, non devi ringraziarmi..."
"Sì, invece. Grazie per avermi evitato un'eternità di dolore e di sofferenze, di senso di vuoto e malinconia. Grazie, per avermi portato dalle persone che amo. Una volta ti ho detto: 'Non cambiare mai', e sono contento di vedere che non l'hai fatto. Sei lo stesso angelo dal cuore grande che eri quando ti ho incontrato per la prima volta."
Castiel guarda in basso, scuotendo la testa. "Ho commesso molti errori, Dean"
"Non importa. Sono successe molte cose durante il tragitto, Cas; questo lo ammetto. Ma credimi se ti dico che questo..." dice mio padre indicando ognuno di noi, "... non sarebbe mai stato possibile se tu non ci fossi stato".
Castiel sorride, timidamente, guardando a terra. "Grazie, Dean"

Papà va a salutare anche tutti gli altri abitanti del nostro piccolo Paradiso privato, persino Allison, dato che si ricordava perfettamente di lei.
Io ne approfitto per scambiare qualche parola con Castiel. Mi avvicino a lui, incerta; non ho mai parlato con un angelo. "Grazie per aver portato qui mio padre, Castiel"
Lui mi sorride, dolcemente. "Non c'è di che. Nessuno dei presenti si sarebbe mai sentito davvero in Paradiso senza di lui."
"È la ragazza sexy delle festa, eh? La desiderate tutti" esclamo, ridendo alla mia stessa battuta.
Lui inclina leggermente la testa, sorridendo mentre inizia esaminarmi con lo sguardo. "Sei molto simile a tuo padre, sai?"
Io arrossisco, sentendomi un po' in imbarazzo sotto il suo sguardo. "È un complimento?"
"Certamente, Samantha"
"Allora grazie, Castiel." Mi volto un attimo a guardare mio padre, che ride e scherza con la sue famiglia. "Sarà felice, finalmente?" chiedo all'angelo.
"Sì. Finalmente Dean sarà felice. Lo sarete tutti. Avete fatto tanto per il mondo, Samatha. I Winchester hanno sofferto molto, ma ora è giusto che riposiate, che siate felici."
"Grazie, Cas" dico, commossa. Non riesco a trattenermi e lo abbraccio forte. Come prima, lui si sorprende, rimanendo rigido per un istante, poi sembra sciogliersi un po' e mi stringe a sua volta tra le sue braccia.
"Hey, Cas! Giù le mani da mia figlia!" sbraita Dean, da lontano. Rido e mi separo in fretta, mente l'angelo sorride, ormai abituato al carattere lunatico dell'amico.

"Com'è possibile tutto questo?" chiede ad un certo punto Dean.
"Cosa? Il fatto che siamo qui tutti insieme?" chiede Jo.
"Sì, non dovremmo avere ognuno un Paradiso privato?"
"È esatto, Dean. Questo infatti è il tuo Paradiso. Ho solamente reso possibile la comunicazione tra di voi, in modo che ognuno di voi possa riunirsi qui ogni volta che vogliate e per quanto vogliate. Dato che suppongo che te, Sam e Samantha non riuscirete mai a separarvi, ora che siete finalmente riuniti" risponde Castiel.
Noi tre ci scambiamo occhiate entusiaste, sprizzando gioia da tutti pori.
Dean si avvicina e mi cinge le spalle con un braccio, baciandomi dolcemente la testa. "Cas, non sto mettendo in dubbio il tuo operato, credimi, hai fatto un ottimo lavoro con questo giardino. Ma non credi che sia più adatto a qualcun altro rispetto a uno come me?"
Castiel sorride, un sorriso soddisfatto, luminoso. "Questo è solo il punto di partenza, Dean. È il luogo dove potrete sempre fare ritorno per incontrare chiunque vogliate. Non è che una piccola parte di quello che ho realizzato."
"Di cosa stai parlando?" chiede papà, dando voce ai miei pensieri.
"Voltatevi" ci ordina l'angelo.
Obbediamo, spostandoci a guardare l'intera radura nel suo insieme per la prima volta.
Rimaniamo entrambi a bocca aperta: quel giardino meraviglioso non è completamente circondato dal bosco. Nascosta, lungo un lato del giardino, c'è una piccola strada sterrata che porta poi ad una più grande e perfettamente asfaltata, che sembra non avere fine e di cui non si può vedere dove porti, dal momento in cui viene inghiottita dalle fronde degli alberi che crescono fitti ai suoi lati.
Ma la sorpresa più bella non è la strada che porta verso luoghi misteriosi, no. Il regalo più bello è parcheggiato proprio sullo sterrato: la sua Chevy Impala del '67.
"Tutti noi abbiamo lavorato a lungo al progetto del tuo Paradiso, Dean. Spero ti piaccia" ammette lo zio, facendo un sorriso a trentadue denti. "È perfetto..." riesce a malapena a rispondere lui.
Sembra un bambino alla mattina di Natale, così felice da essere rimasto senza parole. "Grazie a tutti, davvero" esclama, guardando a turno i volti di tutti i presenti.
"Possiamo... possiamo fare un giro?" chiede. Tutti ridiamo sonoramente, felici che sia il Dean di sempre. "Certo" esclama Ellen. "Fatevi un viaggetto. Vedrete quanto è bello. Tanto abbiamo tutto il tempo per stare assieme!" aggiunge Jo.
"Allora andiamo, Sam e... Sam. Oh mio Dio, adesso sarà un problema chiamare uno dei due senza che risponda l'altro" commenta, portandosi una mano alla fronte. Ridiamo entrambi, poi Dean si rivolge al fratello: "Mi dispiace, ma credo che d'ora in poi dovrai accettare per sempre il soprannome di Sammy" scherza, trattenendo a stento le risate.
"Oh mio Dio, no!" replica lo zio, passandosi una mano sul viso, fingendo esasperazione.
"Ci vediamo più tardi, ragazze!" saluta Dean, rivolgendosi a Allison, Ellen e Jo.
Poi scambia qualche parola con Bobby, che lo saluta di nuovo: "State attenti, idioti" dice sorridendo fiero come un padre che guarda i suoi bambini.
"Contaci, Bobby" risponde Sam.
"Tornate quando preferite. Qui non ci sono limiti di tempo, lo sapete" ci informa per ultimo Castiel. "Quando tornerete ci saranno tutti: vostra madre -tua nonna, Samantha-, Charlie, Kevin e persino Bela"
"Bela è in Paradiso?" chiedo, incredula dal momento in cui credevo che fosse stata portata dai Cerberi all'Inferno.
Castiel mi sorride, dolcemente. "Scoprirete molte cose su questo posto e su ciò che è successo in questi ultimi vent'anni. Ma abbiamo tutto il tempo che vogliamo, ora. Forza, partite e godetevi il viaggio"
"Tu ci sarai quando torneremo?" chiede mio padre, con una punta d'ansia nella voce. Forse ha paura di essere abbandonato di nuovo da lui. "Ci sarò, Dean. Non temere, ci saremo tutti."
Mio padre sorride, soddisfatto. Poi salutano l'angelo e finalmente ci dirigiamo verso l'Impala.
Saliamo a brodo: Dean al volante, Sam al suo fianco e io sui sedili posteriori.
Dean mette in moto la sua auto, e il rombo del suo motore potente riempie l'abitacolo. "Oh, eccola qui, la mia Baby" esclama. Poi accende la radio, e il ringhio del motore viene smorzato dalle meravigliose note di 'Carry On My Wayward Son'.
Senza esitare un attimo, tutti e tre cominciamo a cantare a squarciagola, mentre mio padre inserisce la marcia e partiamo verso luoghi sconosciuti.
È tutto così normale, tutto così familiare, da farmi finalmente realizzare che sono davvero nel posto più bello dell'universo. Sono in Paradiso, sull'Impala con mio padre e mio zio, pronti a partire per un lungo viaggio nell'ignoto. Ma non ha importanza dove andremo, perché finché siamo a bordo di quell'auto, finché siamo insieme, saremo sempre a casa.

A Supernatural DreamDove le storie prendono vita. Scoprilo ora