Non doveva andare così

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Arrivo in fretta, dopo solo cinque minuti. Il cielo è ancora luminoso, sta appena iniziando a tingersi di quelle meravigliose sfumature di arancio, giallo e rosso, ma un rosso caldo, scuro come quello del sangue, non luminoso come gli occhi della creatura che verrà a prendermi tra poco.
Faccio un grosso respiro, lasciando che l'aria fresca mi riempia i polmoni. Non sento niente, né paura, né ansia. Forse alla fine è stato un bene che Morte mi abbia avvisato prima dell'arrivo del Cerbero.
"Va tutto bene" dico, sapendo che nessuno può sentirmi. "Ho svolto i miei doveri, ho salvato e salverò molte persone, ho salutato coloro che amavo... Va tutto bene".
"Però non hai salutato me" dice una voce calma, misurata. La riconosco immediatamente. "Kira?" esclamo, incredula.
"Esatto, dolcezza. Non vuoi dire addio a tua madre?"
"Cosa ci fai qua? Pensavo fossi partita!"
"E per andare dove?"
"Non puoi stare qui, Kira. Devi andartene!"
Comincio ad agitarmi. È tutto sbagliato, tra pochi minuti lui arriverà e non posso permettermi che sia qui.
"Sam!" grida una voce profonda, e il mondo crolla per la seconda volta.
No. No. Ti prego, no.
Mi volto, ma la persona che mi ritrovo davanti è esattamente quella che temevo, l'ultima che vorrei vedere qui, adesso.
Dean sta correndo verso di me e quando mi raggiunge, mi stringe in un abbraccio.
"Non posso, Sam. Non posso farlo. Non ti lascerò da sola, te l'avevo promesso."
Sento il sangue pulsare nelle orecchie, al ritmo irregolare del mio cuore. No, è tutto sbagliato, è sbagliato...
"No! Cosa diavolo ci fate voi due qui?" urlo, disperata. Mi allontano da entrambi. Il panico sta crescendo ora, dentro di me, come un germoglio che si era assopito per qualche istante e che con la vista dei miei genitori aveva ricominciato a crescere, talmente veloce da fare paura. Il panico stava diventando terrore.
Sono proprio una Winchester... La famiglia è il mio punto debole.

"Ma non capite? Lui sarà qui tra poco!" ansimo portandomi una mano tra i capelli, mentre la paura si impossessa di me. Nella mia testa il caos più totale.
"Va tutto bene, Samantha. Lui non ci torcerà un capello..." spiega mia madre, lievemente preoccupata per me, cosa che non le ho mai visto fare prima d'ora.
"Sam, va tutto bene. Voglio solo essere con te, fino all'ultimo" mormora Dean, avvicinandosi a me.
Lo guardo negli occhi, e non capisco più niente. All'improvviso le lacrime mi rigano le guance senza che io possa far niente per fermarle. "Ho paura" ammetto finalmente. Il viso di mio padre si addolcisce e mi abbraccia per un istante. "Lo so, Sam. Ma ci sono qui io con te, vedrai, passerà in fretta" dice.
Poi tutto degenera.
Oltre la spalla di Dean, lo vedo. Avanza, fiero, feroce ed elegante. Non è come me lo aveva descritto papà, violento e fulmineo. In questo momento sembra procedere con calma, come se non avesse fretta. Il suo sguardo rosso acceso si lega immediatamente al mio. All'improvviso sento un peso enorme crollarmi sulle spalle, il gelo mi percorre le vene e la paura più cieca mi trafigge il cuore.
"Guardami" sembrano dire i suoi occhi, poi accade qualcosa che non mi sarei mai aspettata, che nessuno dei tre si sarebbe mai aspettato: il Cane Demoniaco, da quadrupede, passa ad appoggiarsi su due zampe, poi da incorporeo sembra prendere una forma più definita... e si tramuta in un affascinante uomo.
Un uomo bellissimo, dalla carnagione olivastra, la barba e il pizzo neri e ben curati, esattamente come i ricci voluttuosi e ben definiti. Gli occhi rossi, infernali, sembrano brillare di luce propria, così come la zanne bianche racchiuse nella labbra carnose. Indossa un immacolato smoking bianco, con una rosa rossa all'occhiello.
Affascinata dalla sua irrealtà, non riesco neppure a capire cosa stia succedendo finché i suoi artigli d'argento puro non si conficcano nella schiena di mia madre, trapassandola.
Con quel gesto, tutto sembra esplodere, come se fino ad ora fossi stata in una bolla di sapone all'interno della quale non potevo percepire completamente la realtà.
Sento lei gridare, sorpresa, e guardare incredula il ventre dal quale spuntano gli artigli del Cerbero. Poi lui li ritrae e Kira crolla a terra, portandosi le mani al grembo e fissando sconvolta il suo assassino.
"No!" urlo, correndo verso di lei e abbandonando mio padre. Perché l'ha uccisa? Perché lei lo ha visto?
All'improvviso una terribile sensazione mi congela la mente, procurandomi un'emicrania istantanea. Se l'ha visto lei, allora anche...
"Dean!" urlo con tutto il fiato che ho in corpo. "Scappa!" faccio in tempo solo a voltarmi, voltarmi per vedere la scena della bestia dagli occhi demoniaci che lo trafigge con i suoi artigli argentei, dritto nel petto.

Dean cade sulle ginocchia, la bocca spalancata dal dolore e dalla sorpresa, mentre i suoi occhi mi cercano.
Ma l'implacabile bestia non ha finito il suo lavoro.
Corro verso mio padre, consapevole ma incurante del fatto che stia andando a tuffarmi direttamente tra le braccia della morte. Prima che riesca a raggiungerlo, vedo appena un fulmine argentato, poi percepisco il dolore, che esplode dentro di me come una mina, partendo dall'addome ed espandendosi velocemente in ogni cellula del mio corpo.
Crollo a terra, mentre fisso le mani che senza nemmeno accorgermene erano andate a premere contro la ferita aperta che rigurgita sangue, senza fermarsi un istante.
Guardo Dean, che giace a terra e tossisce lo steso liquido rosso acceso, che tinge il cemento di quella macabra tonalità.
'Non doveva andare così' penso, mentre ignoro il dolore indescrivibile che sto provando, il sangue che mi inzuppa i vestiti, e gattono, lentamente, verso di lui.
Non doveva andare così. Sarei dovuta morire solo io.
Tossisco, costretta a fermarmi, in preda alle convulsioni e a quel supplizio.
Sputo altro sangue, e mi costringo a strisciare verso di lui. "Papà" sussurro, rauca. Lui mi sente, stringe i denti e cerca di raggiungermi.
Quando finalmente riesco a crollare al suo fianco, è una delle sensazioni più belle della mia vita, nel momento più brutto della mia esistenza.
"Papà..." lo chiamo, mentre le lacrime non smettono di scendere sul mio viso. "Mi dispiace, Samantha. Ho sbagliato, ho sbagliato tutto" mormora lui, cercando disperatamente di tenere gli occhi aperti.
All'improvviso perdo sensibilità ai piedi e alle mani e un freddo glaciale si diffonde nel mio corpo.
Guardo Dean, che nel frattempo ha chiuso gli occhi. Il panico si impossessa di me. "Papà!" grido, disperata, non avendo la forza di scuoterlo. "Dean! Non mi lasciare! Me lo avevi promesso! Me lo avevi promesso!"
Lui riapre di colpo gli occhi, facendo un enorme respiro, a cui seguono una serie di colpi di tosse e altro sangue.
Se il colore del cielo riflettesse quello della terra, allora direi che questa sera, questo tramonto rosso sangue aveva la tonalità perfetta.
"Ti prego papà, resta sveglio!" lo imploro, piangendo.
I suoi occhi, di quel verde sempre così brillante, così perfetto persino in punto di morte, non vedono altro che il mio viso. "No, resto qui... Resto qui."
"Non voglio che tu finisca all'Inferno, papà. Neppure nel Vuoto" mormoro.
"Shh. Andrà tutto bene, Sam" mormora lui, trovando la forza per accarezzarmi i capelli.
"Ti ricordi... quella notte in cui abbiamo dormito... abbiamo dormito sull'Impala perché stavamo... cacciando un Wendigo e io... io mi ero dimenticato la tenda?" ansima lui.
Sorrido, ripensando a quella notte gelida ma divertente. "Sì"
"Ricordi quanto... quanto freddo faceva?"
Un'ultima lacrima mi riga il volto, mentre annuisco. "Torna indietro nel tempo, allora. Ripensa... a quella notte. Vieni qui" dice, allargando leggermente le braccia.
Non so dove trovo la forza, ma forse la disperazione, forse il desiderio di stare con lui fino all'ultimo, mi permettono di accoccolarmi tra le sue braccia un'ultima volta.
Dopo quello sforzo, tutto il mondo sembra offuscato, posso vedere la mia visuale restringersi, sempre di più, diventando nera ai lati. Affondo il viso nel petto di mio padre, ascoltando la sua voce profonda e bellissima rimbombare nel petto. "Chiudi gli occhi, Sammy" sussurra, poi tutto diventa nero.

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