Ecco cos'è la paura

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"Okay, prima i militari. Forza, chiappe mosce!" ordina il generale, sbraitando ai suoi soldati a meno di un metro di distanza da me. Uno sputo mi atterra sulla guancia e la tolgo in fretta con una mano, che poi passo sui miei pantaloni color kaki, disgustata.
Sbuffo, infastidita dall'atteggiamento maschilista del generale. "Forse non dovrebbero salire prima le due ideatrici che vi salveranno il culo in questa guerra? Sai, giusto perché qui fa un caldo da riuscire a prosciugare in dieci minuti tutte le mie riserve d'acqua" borbotto acida, sapendo di poterlo benissimo trattare da mio pari.
Anzi, a dirla tutta sono un suo superiore. Potrei dettargli un qualsiasi ordine, purtroppo però solo dal momento in cui saremo arrivati alla base militare.
Ci troviamo in un deserto sconfinato, che si estende a vista d'occhio per tutti i dintorni. È impossibile determinarne la fine.
Il netto contrasto tra il colore della sabbia e l'azzurro limpido del cielo mi incanterebbe con il suo fascino, se non fosse per il fatto che siamo stati accampati qui per circa un mese. Io, la mia socia, il generale e le truppe, che sono qui per proteggerci.
"No signorina. Lei è sotto la mia responsabilità fino all'arrivo. Decido io cosa è meglio fare. Voi due starete nella zona anteriore del veicolo, ben lontane dai soldati" ordina.
Incredula, mi volto a guardare il mio socio in affari, Kamilla, la quale mi rivolge uno sguardo ammonitore, come se stesse cercando di calmarmi con la sola forza del pensiero.
"Ma lei chi si crede di essere?" abbaio, prima di prendere Kamilla per un braccio e salire sul veicolo con lei.

Dall'esterno non sembra altro che un enorme scatola di metallo, tutta spigolosa e dotata di giganti ruote di gomma e speroni di ferro.
È adatta a viaggiare sui terreni sabbiosi del deserto, e ci scorterà fino alla base militare più grande di tutta America.
All'interno è altrettanto spoglio, assomiglia tanto a quelli che una volta erano gli autobus, con un corridoio centrale e i sedili di pelle mal ridotta ai lati.
Non ho viaggiato molto con gli autobus, perché mio padre mi ha sempre portato ovunque in auto, ma quando ho iniziato il college e ho voluto staccarmi completamente dalla vita che avevo prima, ho iniziato a comportarmi come una persona normale, come se non sapessi nulla del mondo nel quale avevo vissuto fino a pochi mesi prima, quello del soprannaturale.
Esatto, io so tutto: demoni, angeli, lupi mannari, vampiri, fantasmi, fate, banshee. Tutto.
Purtroppo però, la mia vita normale non era durata molto. Solo qualche mese, a dirla tutta.
È iniziato un anno fa: avevo diciotto anni quando i morti hanno iniziato a camminare. E non è una battuta o un modo di dire, quei bastardi hanno letteralmente iniziato ad uscire dalle loro luride tombe e a riversarsi nelle città.
Si è creato subito il panico: in meno di una settimana tutta l'America ha imparato davvero cosa significa il soprannaturale, cosa significa la paura.
Non è come in quegli stupidi libri per adolescenti dove il mostro è solo desideroso di amore e la ragazza si fida ciecamente di lui. No, nella vita reale quello stronzo ti strappa il cuore o ti tiene appesa in cantina come un salame per qualche giorno, finché non ha bevuto fino all'ultima goccia del tuo sangue.
Grazie al cielo al mondo ci sono loro: i cacciatori. Hanno istruito la gente a proteggersi dal mondo che improvvisamente cercava di ucciderli, con corsi accelerati riguardo a tutto ciò che c'è da sapere sui mostri.
Ora molta gente non è più così spaventata: sparare in testa ad uno zombie non è troppo difficile e molti se la cavano piuttosto bene.
Ma sono tutti i cittadini che vengono morsi e non uccisi ad essere il problema.
Non è complicato uccidere uno zombie tutto pelle marcia e pus, il dramma si presenta quando trovi davanti a te tua moglie, il tuo ragazzo, o tuo figlio, ancora simili a ciò che può essere definito umano. Forse un po' pallidi e con gli occhi spenti, ma sono sempre loro, e devi riuscire ad ucciderli con le tue stesse mani.
Solo chi è nato cacciatore ci riesce. Ne è capace solo chi, come me, fin da bambino ha dovuto sentirsi dire che i mostri esistono, imparare ad usare un fucile a doppia canna o essere capaci di rinunciare anche a ciò che amano di più al mondo.
Ma non sono tutti così, non tutti hanno un blocco di ghiaccio al posto del cuore. Ed è per questo che il mondo sta andando nel cesso. È per questo che ci sono sempre più mangia cervelli e sempre meno umani.
Ecco perché io e Kamilla possiamo essere considerate le risorse più importanti e preziose di tutti gli Stati Uniti: noi abbiamo trovato la cura.

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