Persi i sensi, mi risvegliai su un isola apparentemente deserta, intontita mi rialzai a fatica e mi voltai verso il mare, l'inferno della mia nave e del mio caro equipaggio.
Non ero esperta di sopravvivenza ma riuscì comunque a cavarmela a modo mio: presi dei rami robusti e delle foglie di palma, queste mi fecero da rifugio, in seguito altri rami per accendere il fuoco per la notte e altri rami per la pesca.
La stanchezza mi prese lentamente, ma per fortuna riuscii a finire tutto prima che il tramonto sopraggiunse.
Controllo la mia trappola per i pesci e crostacei, nulla, per 'sta sera non si mangia.L'indomani mattina mi svegliarono i gabbiani, raccolsi altra legna e riaccesi il fuoco, esultai, qualcosa doveva andare bene anche a me, nel mentre cercai noci di cocco, una o due, non di più ma erano sufficienti.
Controllai la trappola, un'aragosta finalmente! La pulii con dei rami intagliati e alcune pietre trovate nei dintorni.
Finito il sostanzioso pasto fissai il fuoco ardere e con una lacrima ricordai l'equipaggio, Uncino, mio fratello... avevo perso le speranze.
Mi alzai, non avevo voglia di fare nulla, avrei potuto lasciarmi in attesa che la morte sopraggiungesse o esplorare la foresta che l'isola preservava, scelsi la seconda dato che da perdere non avevo proprio nulla. Mi incamminai. Trovai tracce di un rifugio, di altri naufraghi presumo, e di un falò spentosi da poco, le ceneri ancora fumavano. Non ero sola!
Ciò mi rese felice e preoccupata allo stesso tempo, c'era qualcuno certo, ma come avrebbero reagito vedendomi?
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Atlantide
RandomParlo di Atlantide, quella cittá, quel paradiso che tutti credevano scomparso, sommerso e invece tutto in fondo al mare ha preso vita.