"Allora, cosa mi dici di nuovo?" Chiese Louis, finendo di mangiare il suo pranzo.
"Le solite cose." Dissi, prima di mettere in bocca un po' di insalata.
Io e Louis decidemmo di uscire fuori a pranzo. Cercavamo di farlo almeno una volta a settimana.
Louis e io eravamo amici da sempre. Ci eravamo conosciuti nella scuola primaria ed eravamo amici da allora. Potevo dire con certezza che fosse una di quelle persone di cui mi fidavo ciecamente.
"Tu che mi dici? State pianificando il matrimonio?" Cambiai discorso, indirizzandolo su di lui.
"Abbiamo appena cominciato. Quando le ho chiesto di sposarmi El ha cominciato a cercare vestiti online, ma oltre quello niente di che." Confessò."Amico sei sicuro di volerlo fare?" Chiesi.
"Certo. Conosco El da quando avevamo 19 anni, era ora che mi proponessi."
"Non so. Non mi sposerò mai, quindi."
"Perché no? Hai intenzione di rimanere da solo per il resto della tua vita?" Chiese.
"Non sarò da solo. Avrò molta compagnia femminile." Ghignai.
"Harry, così è come essere soli." Rispose seriamente.
Il mio sorrisetto sparì. Che cazzo diceva?
"Che intendi?"
"Intendo che quando eravamo giovani era pure bello cazzeggiare in giro. Ma Harry, hai 26 anni. Non ti sembra ora di incontrare qualcuno e sistemarti?" Chiese.
"Non mi interessa della mia età. Non arriverò mai a sistemarmi con una sola donna. Sarebbe una tortura."
"Non è vero." Scosse la testa, "Dici così perché nessuna delle bionde con cui passi le serate sarebbe una compagna adatta. Ma se solo incontrassi una ragazza diversa, ti innamoreresti e saresti più che felice di trascorrere la vita con lei." Spiegò con un sorriso.
"Stai leggendo qualche sorta di romanzo d'amore? Devi aver preso un colpo molto forte alla testa evidentemente."
"Dio Harry! Smettila!" Sbuffò, ovviamente infastidito "Sto solo cercando di dirti che è normale innamorarsi ed essere fedele a qualcuno."
"Lo capisco. Forse lo è per te ma non per me. Non vorrei mai avere una relazione, figuriamoci un matrimonio e dei bambini." Dissi.
"Beh, mi dispiace sentirtelo dire. Lo faccio solo perché ti voglio bene." Aggiunse, prima di darmi una pacca sulla spalla.
"Anch'io ti voglio bene." Risposi, con un piccolo sorriso.
"Comunque, cambiando discorso. Come va al lavoro?" Chiese.
"Bene. Liam mi ha detto che le mie azioni stanno salendo. Io e Niall abbiamo avuto una riunione ieri e ci allargheremo anche in Giappone il prossimo anno."
"Wow, grande!" Esclamò con stupore.
"Infatti! È un grande investimento." Dissi orgoglioso.
"Non riesco a credere che tu sia un amministratore delegato. Guarda tutti i soldi che hai, e io sono solo un allenatore di football di una squadra di bambini." Rise.
"Se hai bisogno di soldi, non ti far problemi a chiederne. Sei come un fratello per me."
"Non ne ho bisogno Haz, va bene così."
"Comunque, ci sono per te."
"Eh sì lo so, Mr. Riccone." Scherzò.
Pensai subito a Violet. Mi chiamava sempre Mr. CEO. Non riuscii a non pensare a come mi aveva fatto il medio ieri sera.
"Hey, a che stai pensando? Hai sorriso, ma poi hai smesso." Chiese con curiosità.
"È solo una ragazza che rompe." Sospirai.
"Parlamene." Mi incoraggiò.
"Ti ricordi quando ho finanziato quell'ospedale per bambini?" Continuai, dopo che fece di sì con la testa. "Beh, c'è questa ragazza stancante che si chiama Violet, che lavora lì come volontaria. Mi chiama Mr. CEO come se non sapesse con chi sta parlando. È schietta e ieri mi ha mandato a fanculo."
"Wow!" Rispose Louis, stupito. "Sembra divertente, mi piace."
"Taci Louis" Borbottai. "Mi fa davvero incazzare, ma tanto. È così irritante."
"Penso che a qualcuno piaccia." Mi sorrise.
"Cosa? Io? Prossima battuta?"
"Perché no? Sembra che ci pensi molto, dato che non ti piace." Mi fece notare.
"Non credo. Solo che ieri mi ha fatto incazzare." Scossi la testa.
"È gnocca?" Fece un sorrisetto.
"No."
"Perché no?"
"Non è il mio tipo. È carina però." Ammisi.
Lo avevo appena detto a voce alta?
"Carina come?"
"È ingenua. Si mette vestiti a fiori, le converse, occhi verdi...quel genere di carino."
"Quindi ti piace proprio." Rise.
"Non è vero." Mi difesi.
"Allora perché ti ricordi tutti sti particolari su di lei?"
"Non lo so. È così irritante. Si comporta come una bambina, chi si crede di essere per potermi parlare così? Potrei riprendermi tutti i soldi da quello stupido ospedale, poi vediamo se mi manda a fanculo."
"Dai Harry calmati." Disse Louis, serio. "Non puoi farlo. Quei bambini hanno bisogno di quelle donazioni."
"Dio mio Louis! Non lo farò mai! Era solo un esempio. Non lascerò che quei bambini muoiano perché lei è stupida."
"Non è stupida Harry. Semplicemente non ti tratta come sei abituato ad essere trattato."
"Beh, comunque non mi importa. Tanto probabilmente non ci vedremo più. Quindi chissene." Risposi.
Finimmo di pranzare parlando della partita del sabato successivo e di altri argomenti a caso.
Arrivai in ufficio in orario e vidi Joanna corrermi incontro.
"Mr. Styles! C'è una ragazza che vuole vederla. È quella che ha chiamato ieri." Mi informò.
"Ciao Mr. Styles." Sentii la voce di Violet dietro di me.
ANGOLO VALENTINA
CIAAAO
Scusate se non aggiorno più spesso, ma tutti i giorni ho sempre troppi impegni, e se sono libera sono sempre con degli amici. Anzi, a dire la verità anche ora sono con un mio amico visto che dorme da me, ma vabbè.
Cooomunque, ciao a tutti. 😘
-Valentina.
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Mr. CEO - Italian Translation
FanfictionHarry Styles è un amministratore delegato facoltoso e severo della Styles Incorporation. La sua vita sembra perfetta vista dall'esterno: le donne, i soldi e il business in continua crescita. Ma sotto ci sono cose che gli occhi non riescono a vedere...