[Fears]

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                   ...Say something, I'm giving up on you...

(...Dì qualcosa, sto rinunciando a te...)

Con passo felpato si avvicinò alla porta socchiusa e con delicatezza, senza farle emettere alcuno scricchiolio, la aprì. Si appoggiò contro lo stipite della porta. La luce del corridoio tagliò l'oscurità della stanza, definendone i profili. Profili, come quello del Capitano che, come gli era stato detto, dormiva in quella che era stata la camera dell'inventore. Stark incrociò le braccia al petto, e accarezzò con lo sguardo le larghe spalle di Steve, sdraiato di lato con la schiena rivolta verso la porta, che si alzavano e si abbassavano scandendo ogni placido respiro.

Tony si voltò indietro per andarsene, diretto alla sala comune e al divano che per quella notte gli avrebbe funto da giaciglio, quando un leggero mormorio impiastrato dal sonno lo inchiodò sul posto.

«Tony...» mormorò stupito il Capitano, alzandosi a sedere di scatto.

L'inventore si voltò, un sorriso sbilenco sulle labbra.

«Mi fa piacere che tu abbia apprezzato il comfort del mio letto, Capiscle.» disse con quel suo solito tono a metà tra l'arrogante e il divertito.

Steve da canto suo, benedisse quella semioscurità che nascose il rossore che gli aveva preso a colorare le guance.

«Tony» ripeté il Capitano, ancora incredulo, come se stentasse a crederci «sei tornato...»

«C'è un buco largo quanto il bacino del Mississippi sulla mia città, mi sembra un po' ovvio che io sia tornato, non credi?» ribatté senza perdere il suo sorrisetto l'altro, avanzando un passo verso di lui.

«Hai una vaga idea di quanto tempo ti ho cercato?!» esclamò a quel punto Steve, superando tutta la sorpresa, per poi alzarsi velocemente e arrivare ad un palmo da lui.

«Oh, sì. Mi hai cercato prima in giro per New York. Poi sei andato in New Mexico, a Cuba, in Florida, ti sei fatto un bel giro per tutti gli Stati e poi sei andato in Canada. Non trovandomi neanche lì, sei volato in Europa: Londra, Istanbul, Parigi, Roma, Dublino, Amsterdam. Se non sbaglio hai fatto anche un giretto nel quartiere a luci rosse.» e qui il suo sorrisetto divenne più marcato, immaginando il Capitano che cercava di non guardare attraverso le vetrine ma al tempo stesso cercandolo in esse.

Il Capitano non condivideva il suo divertimento. Con le guance rosso fuoco, mormorò in risposta: «Quello è stato molto imbarazzante»

Poi, schiarendosi la voce, riprese il cipiglio severo e arrabbiato.

«Tre mesi, Stark! Tre mesi passati in giro per il mondo, e tu, pur sapendolo, non ti sei fatto trovare!! Ma si può sapere dov'eri finito?!»

«Indianapolis.» rispose, inarcando un sopracciglio difronte a quella sfuriata.

Steve lo guardò allibito. «Ma tu odi quel posto. Hai detto di odiarlo più di qualsiasi cosa, più della concorrenza!»

«Premettendo il fatto che Tony Stark non ha concorrenza che possa reggere il confronto, ero sicuro che lì non avresti neanche fatto la fatica di sprecarci una passeggiata. E comunque mi ha non poco stupito la tua ostinazione. Cos'è senza di me ti mancava uno sfogo per le tue energie in eccesso, o forse avevate bisogno di altri fondi per qualche altro progetto irrealizzabile che nessuno voleva finanziare?» il suo sorrisetto assunse una sfumatura amara. In fin dei conti sapeva alla perfezione che ormai era nella squadra solo per questo: era un sacco da boxe pieno di soldi.

Il Capitano lo guardò stupito.

«No, ti cercavo per chiarire quello che è successo quella sera quando-» iniziò a dire, ma fu subito troncato da l'inventore.

«Non c'è niente da chiarire.» disse glaciale, qualsiasi traccia del suo sorrisetto sparita «È stato un errore che non ricommetterò.»

«No, lo sappiamo entrambi che non è vero. Come sappiamo entrambi che non eri così sbronzo come volevi far credere, altrimenti non avresti ricordato niente di quanto successo» rispose cercando di sembrare più conciliante.

«Non ho mai detto di ricordarmi qualcosa» provò ancora l'inventore, ma con minor convinzione.

«Diamine Tony! Te ne sei andato subito dopo e hai appena detto che 'è stato un errore'!! Non prenderti gioco della mia intelligenza!!» urlò Steve esasperato.

«Cosa vuoi che ti risponda, eh Rogers?! Che negli ultimi tre mesi sono stato tormentato da quella sera?! Che mi hai mandato talmente in confusione da farmi scappare come un vigliacco?! Che sono rimasto intere notti attaccato ad una bottiglia, per cercare di cancellare la sensazione delle tue mani mentre ti prendevi cura di me e dei tuoi occhi nei miei?!»

Sotto il luccichio d'ira, Steve vide nello sguardo dell'altro spiccare quel Vuoto che quella volta l'aveva tanto colpito. E questo, accompagnato a quelle parole strozzate che gli aveva urlato addosso l'inventore, mossero le sue mani sulle guance bollenti dell'altro e gli fece annullare i pochi centimetri che li separarono.
Il tocco delle loro labbra fu timido, sorpreso.
Tony fu travolto da una serie di emozioni tali che non poté non rispondere, con più foga, con disperazione, prendendo in mano la situazione.
E in breve si ritrovarono sul letto, ad accarezzarsi, consumarsi con gli sguardi infuocati, senza smettere di baciarsi prima con dolcezza, poi con passione, ancora con desiderio, infine con urgenza. Modellarono il proprio spirito e il proprio corpo per farli combaciare spigolo per spigolo, difetto per difetto, pregio per pregio. Si accettarono l'un l'altro, spinti da una forza primordiale che li aveva scelti ed uniti prima ancora che loro stessi se ne rendessero conto.

Quando la passione fu consumata, come una candela profumata che lasciava dietro di sé la sua odorosa scia, tale fu la dolcezza del loro abbraccio. Tony, con la testa poggiata sulla spalla di Steve, sorrideva, sentendosi per la prima volta in vita sua Completo in modo assoluto, il Vuoto che lo tormentava un lontano ricordo. E Steve... Steve, con gli occhi chiusi, il naso sprofondato nei capelli di Tony a respirarne l'aroma, stringendo a sé l'altro e sentendo il suo calore riscaldare il blocco di ghiaccio che era divenuto il suo cuore, si sentiva felice. Felice come mai prima di allora, perché adesso aveva uno Scopo, un Motivo, per continuare quella guerra che da tempo non credeva più sua. E questo Scopo, questo Motivo, lo stava stringendo tra le braccia.

Si assopirono così, all'unisono, cullati ognuno dal respiro rassicurante dell'altro.


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Ma ciao, scusatemi se ieri non sono riuscita a pubblicare ma ora eccomi qui XD. Capitolo abbastanza mieloso, gomen. Ma vi prometto che mi farò perdonare (anche se poi forse vorrete uccidermi, ma vabbeh--). "Alla prossima puntata" XD

Lost time // Stony //Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora