[Gift]

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...Anywhere, I would've followed you
Say something, I'm giving up on you...

(...Ovunque, ti avrei seguito
Dì qualcosa, sto rinunciando a te...)

«Cos'è successo?!» urlò il Capitano, entrando nella sala comune correndo, seguito a ruota dall'inventore.

«Un ultimatum.» fu la risposta laconica e secca dell'agente Romanoff, mentre con lo sguardo scorreva dei documenti in uno dei display interattivi che fungevano da computer di Tony.

Steve lanciò un occhiata interrogativa a Barton, l'unico che in quel momento stava in un angolo con le braccia conserte senza far nulla.

«Ci hanno dato 24 ore per arrenderci. Dopodiché ci attaccheranno con un esercito mastodontico.» rispose senza alcuna inflessione nella voce, staccandosi dalla parete e lasciando scivolare le braccia lungo i fianchi.

«E aperto dall'interno...» si ritrovò a mormorare l'inventore.

«Cosa?» chiese Barton, confuso.

«Il Portale, è aperto dall'interno. F.R.I.D.A.Y. non ha rilevato alcuna fonte di energia che lo tenga aperto dall'esterno, ossia dalla Terra.» spiegò Stark, attirando l'attenzione di tutti gli altri.

«Quindi c'è una specie di Bifrost che collega i due mondi?» chiese Thor, spuntandogli alle spalle e facendolo sobbalzare.

«Più probabilmente è aperto da qualcosa simile al Tesseract, solo che è stato messo in funzione dall'interno. F.R.I.D.A.Y. ha trovato più riscontri con il portale aperto da Loki che con il Bifrost.» rispose, iniziando a stuzzicarsi il pizzetto con un pollice, le braccia conserte.

«Quindi dovremmo distruggere tutto quello che si trova dall'altra parte oppure accettare la resa?» concluse la Romanoff.

«Non ci sarà nessuna resa.» abbaiò secco il Capitano.

«Chissà com'è, ma me lo aspettavo. Per fortuna in questi ultimi mesi non sono rimasto con le mani in mano...» replicò con il suo solito sorrisetto l'inventore, prima di lasciare la stanza senza degnare nessuno di un saluto, la mente già persa nei suoi progetti.

«Bene. Dunque, abbiamo 24 ore prima che si scateni l'Apocalisse, direi di andare a prepararci. O a pregare.» concluse il dottor Banner, uscendo dalla stanza e recandosi verso un lungo impreciso.

Pian piano, alla spicciolata, tutti uscirono dalla stanza. L'ultimo fu il Capitano che, con un sospiro, non sapendo cos'altro fare, si diresse verso il laboratorio di Tony, con l'intenzione di continuare la discussione poco prima intrapresa.

Trovò però la porta chiusa, e ad attendere che questa si aprisse, la signorina Potts.

«Quell'incosciente» stava borbottando quest'ultima «Sparisce per mesi e quando si fa vivo non viene neanche a salutare! E dire che ho dovuto risolverli io tutti i casini che si è lasciato dietro con la stampa...»

Steve si avvicinò impacciato, non sapendo come comportarsi, trovandosi solo con la donna.

Tony e Pepper erano stati a lungo fidanzati e tutto il mondo aveva la certezza che si sarebbero sposati, prima o poi. Poi però si erano bruscamente allontanati: la signorina Potts, non riuscendo più a reggere e a gestire le stravaganze dello Stark, aveva deciso di troncare il rapporto, cosa che fece nascere impossibili congetture su Tony da parte della stampa. I giornalisti, però, non si erano affatto curati della cena in uno dei ristoranti più eleganti di Manhattan che la segretaria aveva avuto con lo scienziato Aldrich Killian, neanche una settimana dopo la rottura della storica coppia.

Lost time // Stony //Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora