La figura decise dopo anni, di tornare indietro.
Levò il cappuccio del mantello e quello che vide fu sorprendente.
Aveva dei bellissimi capelli biondi e gli occhi erano neri come la pece.
Lo specchio dello studio del mago rifletteva un viso piccolo con due grandi occhi.
A quella vista la figura ricordò di quando era una ragazzina e viveva sola in una terribile casa scricchiolante.
I suoi genitori erano spariti, e poté finalmente immaginare come.
Erano stati rapiti e trasformati in ombre, come lei, come cento o più persone.
Si ricordò di un nome. Cassandra. Probabilmente era il suo.
Cassandra. Cassandra. Quel nome rimbombava nella sua mente.
Decise poi di levare il mantello.
Lo specchio le mostrava due sottili gambe e delle esili braccia.
Cassandra pensò che fosse alta forse un metro e sessanta.
Uno scricchiolio richiamò la sua attenzione.
Si voltò e vide un bellissimo ragazzo con gli occhi talmente blu che ci si poteva vedere attraverso. I capelli neri incorniciavano un viso bellissimo.
<Chi sei?> chiese Cassandra, scoprendo una voce acuta e sottile.
<Sono il principe, non che mago, Lisan> disse il ragazzo dagli occhi color mare.
Che sbruffone pensò Cassandra.
<E tu, misteriosa fanciulla. Qual'è il tuo nome?> Proseguì Lisan
<Cassandra, credo> disse la ragazza.
Cassandra. Al principe il nome suonò familiare. Poi vide accanto ai piedi della fanciulla il mantello. E la riconobbe.
<Ei tu!> gracchiò una voce alle spalle del ragazzo. <Che ci fai con lei?> era un uomo vecchio. Il padrone della ragazza non che del principe.
<Scappa> disse Lisan a Cassandra.
<Non prendo ordini da uno sbruffone> Rispose lei.
<Scappa> Grido nuovamente Lisan questa volta con un tono più autoritario, mentre sfilava dalla tasca la sua bacchetta.
<Okay scappo> disse lei mentre si chinava per prendere il mantello.
Corse via, prese una porta secondaria e uscì dalla stanza.
Sbucò in un lunghissimo corridoio con quaranta o più porte.
Cassandra corse.
Sapeva fare poche cose, non sapeva leggere bene né tantomeno scrivere o contare. Però sapeva correre, molto veloce.
Superò venti porte e si fermò a metà corridoio.
Aprì una porta nera e verde, come tutte le altre, e cadde in una stanza, circolare, come tutte le altre.
La ragazza sentì uno strano rumore. Che le era terribilmente familiare.
<Stanno arrivando> disse lei.
<Le ombre stanno arrivando> aggiunse parlando alle mura di quella stanza.
<Sono finita>.
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Un ombra nella notte
FantasíaUn libro. Un ombra. Una misteriosa figura incappucciata. Una danza di ombre che presto diventerà un bagno di sangue. Tutto per un libro. Quel libro. Graphic by @we_remains