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Ero distesa su quel freddo lettino metallico, imbavagliata e con i polsi e le caviglie bloccati. La paura aveva preso completamente possesso del mio corpo. Il cuore batteva alla stessa velocità di un treno in corsa e sentivo il sangue pulsare forte nelle mie tempie. Pulsava sempre di più ogni secondo che passava. Le lacrime avevano ormai offuscato la mia vista ma non mi impedirono di vedere una grossa figura nera avvicinarsi.
Quando la sua immagine divenne più nitida potei rendermi conto di chi fosse: un uomo con un lungo camice nero, una mascherina bianca avanti al viso e dei lunghi guanti neri in lattice. Appena lo vidi il mio cuore si alleggerì e cominciai a dimenarmi energicamente chiedendo aiuto. Forse quell'incubo stava per concludersi.
Al contrario delle mie aspettative, quell'uomo si avvicinò e mi rifilò uno schiaffo in viso intimandomi di zittire, poi
si allontanò per un istante dal mio corpo e tornò qualche minuto dopo trasportandosi dietro un carrellino di metallo. Lo fermò accanto a me permettendomi di vedere cosa sostenesse: un bisturi e una siringa.
La paura mi assalì totalmente, travolgendomi e annebiando ogni mio senso quando mi resi conto di star chiedendo aiuto al mio stesso aguzzino.
L'uomo mi afferrò il braccio e iniettò nelle mie vene l'intero contenuto della siringa il quale placò quasi immediatamente i miei movimenti che divennero sempre più leggeri, fino a quando non ebbi più alcuna forza. Ero quasi sicura si trattasse di anestetizzante ma, purtroppo, per mia grande sfortuna, ero ancora sveglia e cosciente e riuscivo a percepire e sentire tutto ciò che mi accadeva intorno.
L'uomo afferrò il bisturi dal carrello e lo affondò con forza nel mio addome. Le urla uscirono con violenza dalla mia bocca tanto era il dolore che stavo provando ma lui continuava a tagliare e a dilaniarmi scendendo fino al basso ventre per poi risalire affondando sempre più la lama.
Il sangue fuoriusciva violentemente e riversava sul pavimento sottostante tingedolo di un rosso vivo.
Cosa avevo fatto per meritarmi tutto quello?
Il mio corpo stava ormai cedendo e a separarmi dalla morte erano solo pochi secondi. Qundo pensai di aver raggiunto l'apice del dolore, quell'essere affondò entrambe le mani dentro di me e le girò e le rigirò mentre io esalavo ormai i miei ultimi respiri. Un istante prima di decedere ascoltai queste raccapriccianti parole:
<<Oh cara non disperare. Rinascerai>>

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