Cat 16

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Cosa gli è saltato in mente? Si comporta come se non gli importasse nulla di me e poi mi bacia. Non lo capisco proprio. Devo assolutamente parlargli.
Sono le 6:30. Questa notte non ho chiuso occhio ed ho pensato a quel bacio. Metto dei jeans strappati al ginocchio con una canottiera ed un cardigan. Scendo di fretta le scale e trovo mio fratello che litiga con i miei genitori.
《Cosa succede?》dico.
《Papà non mi vuole lasciar andare ad una festa stasera.》mi risponde Cristian.
《È troppo piccolo, non lo lascio andare ad una festa da solo e per di più di lunedì. Il giorno dopo hai scuola.》ribatte papà.
《Dai Cristian se vuoi andiamo al cinema stasera, solo io e te.》gli propongo.
《Okey, tanto sono vostro prigioniero.》se ne va sbattendo la porta.
I miei genitori sbuffano, poi mi dicono:《Questo sabato ci sarà a cena da noi la famiglia di un nuovo dipendente di papà. Che ne dici di andare a comprare qualcosa di nuovo?》
《Okey. Ora vado. Ciao.》ed esco.
Per strada incontro Jes che mi fa la domanda più scontata del mondo che possa uscire dalla bocca di una ragazza:《Ma tu e Trevor, state insieme?》
《Certo che no! Come ti viene in mente!》
《Ieri vi siete baciati.》
《È stato lui, ed infatti ora voglio spiegazioni.》
Arrivata in classe vedo Trevor appoggiato al suo banco con il telefono in mano. Mi avvicino e gli dico:《Possiamo parlare?》
《Certo, ma di cosa?》
《Come di cosa! Ieri mi hai baciato.》
《E tu non me lo hai impedito.》
《Daccordo, ma perchè?》
《Semplice, lo volevo fare.》
《Quindi tu baci tutte le persone che senti di dover baciare?!》dico sconcertata.
《Si, più o meno.》
Alzo gli occhi al cielo e vado a sedermi.
Mi arriva un bigliettino con scritto 'ci sei rimasta male', capisco subito che è Trevor. 'per cosa?' rispondo. 'per averti detto che il bacio non era importante'. 'stai tranquillo, non me ne importa nulla' rispondo.'certo, certo.'
Non gli rispondo perchè non voglio un'altra punizione. Devo ammettere però, che un po' mi ha ferito essere considerata come gli altri.
Arrivata a casa prendo la borsa e salgo in macchina con mamma. Al centro commerciale opto per una gonna nera a pieghe e a vita alta, con una maglia a mezze maniche larga da infilare nella gonna.
Uscita dal negozio mi arriva una telefonata: è la mia insegnante di danza.
《Pronto!》dico.
《Ciao Cat. Ti devo dare una brutta notizia: non ti hanno presa per poco, tesoro mio!》
《Uhm, mi dispiace tanto. Ritenterò il prossimo anno.》
《Dillo anche ai tuoi genitori, ciao.》
《Si ci penso io, ciao.》

《Allora?》chiede mia madre.
《Non mi hanno presa, pazienza.》
《E con Matt, come farai?》
《Ci penserò domani a scuola.》
Sento un grande sollievo dentro di me, forse perchè non voglio allontanarmi da questa città e dagli amici. Una vocina dentro di me aggiunge E DA TREVOR.


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