La ragazza del treno

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Caro Diario, l'altro giorno ho letto su Facebook questa frase di un poeta spagnolo, mi pare si chiami Machado o qualcosa del genere: "E poi il treno, nel viaggiare, sempre ci fa sognare". Ed è vero, sì, non sai quanto sia vero!
Sarà che abito vicino a una stazione, sarà che quando ero piccola i miei genitori mi portavano al mare in treno, sarà che ne prendo uno tutti i giorni per andare a scuola, ma io - credimi - i treni li amo, perché i treni mi permettono di sognare. Lo so, lo so: sono sporchi, arrugginiti, spesso in ritardo, rumorosi - è vero, hai ragione. Ma salirci mi dà sempre un brivido: dal finestrino puoi osservare paesaggi sempre diversi, attorno a te puoi scrutare mille persone e provare a indovinare i loro pensieri, puoi fare chiacchierate lunghissime con le amiche. Un giorno mi piacerebbe non scendere alla mia solita stazione ma restare sulla carrozza, continuando ad andare fin dove si riesce, prendendo tutte le coincidenze possibili: fino a dove potrei arrivare in una giornata?
I viaggi in treno sono pieni di sorprese, caro Diario. Come oggi, ad esempio, quando ho incontrato un ragazzo, Guido. Per essere precisi è andata così: ho visto lui che, nel frattempo, stava leggendo un libro seduto in un posto accanto a uno dei tanti finestrini del treno e, dopo una lunga camminata tra i vagoni necessaria per trovare un desideratissimo posto, gli ho chiesto se mi fossi potuta sedere affianco a lui; dopo che ebbe alzato lo sguardo, tentennò un: "c..certo" e arrossì in viso.
Dopo che mi sono seduta ho indossato le cuffie, ho premuto il tasto di riproduzione del lettore musicale nella sezione "riproduzione casuale" e è stato riprodotto un singolo di Francesca Michielin, a me sconosciuto.
A quel punto ho cominciato a riflettere: pensai alla giornata scolastica appena trascorsa, ai risultati ottenuti: un sette in italiano e un misero sei in storia.
Ora che ci penso, ricordo a stento come erano strutturate le verifiche: semplici crocette e qualche domanda aperta.
Quanto tempo dovrò andare avanti così?
Anche se tuttora non sono pienamente soddisfatta del mio indirizzo di studi ricordo ancora le parole del mio papà che ora è in cielo: "Non rimpiangere le tue scelte. Le persone non possono cambiare il passato. Tutto quello che possiamo fare è accettare le nostre azioni. Sei tu a scegliere come meglio percepire qualcosa che è già accaduto.".
La prima impressione che mi ha colpito di quel ragazzo era la sua semplicità. Ormai i treni sono colmi di ragazzi standardizzati: ad esempio, stamattina ho incontrato un gruppetto di 5 amici che avevano lo stesso taglio di capelli, lo stesso modello di cappellino -tu sai già quanto odio quegli assurdi copricapo da 40 euro- e ascoltavano la stessa musica.
Non capisco cosa ci sia di interessante nel condurre la vita di un automa...
Come al solito sto divagando nei meandri più contorti della mia mente perversa, quindi è meglio tornare a parlare del ragazzo: anche se non mi aveva mai vista prima d'ora, si è impegnato a rivolgermi la parola.
Wow, sarò stata io a provocargli spasmi intermittenti all'apparato fonatorio o si comporta così con tutti?
Era leggermente più alto di me, intorno al metro e sessanta, aveva dei capelli mossi color arancio rame e degli occhi marroni. Ho poco da dire sull'abbigliamento, sembrava il figlio del mio allenatore di tiro con l'arco: felpa con collo alto bicromatica, caratterizzata dal busto di colore bianco e dalle braccia e il colletto grigio scuro.
In ogni caso, avevo l'impressione che quel ragazzo avesse un carattere molto particolare: mi è parso abbastanza timido quando gli ho chiesto se il posto accanto a lui fosse libero, ma allo stesso tempo si è dimostrato coraggioso e audace presentandosi di sua spontanea volontà.
Sono stata colpita specialmente da quest'ultima caratteristica. Capita spesso che alcune persone ti chiedano qualcosa sul treno ma non pèrdono tempo nel presentarsi o fermarsi a parlare. Lui invece era... diverso.
Quando è arrivato il momento di scendere dal treno gli ho detto che mi avrebbe incontrata spesso su questo treno. Dopodiché l'ho salutato, sono scesa dal treno e mi sono incamminata verso casa. Effettivamente questo pomeriggio ho ripensato per qualche istante a quel ragazzo e al suo particolare comportamento. Adesso però mi sono convinta, e questo lo dico esclusivamente a te, caro diario, di conoscerlo abbastanza per iniziare una conversazione che possa svariare in diversi ambiti, e non solo quello scolastico come spesso capita.

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