XIX-La trappola degli Egizi

10 0 0
                                    

Andrew

Si svegliò con Line che gli strisciava sulla faccia. La prese e la spostò sulla neve: odiava quando la serpentina aveva attacchi di sonnambulismo. Si alzò a sedere e si scrollò la brina dai capelli in modo che non rimanessero congelati come un cartone animato giapponese.
« Line? Svegliati Line, dobbiamo andare.» disse scuotendo l'animaletto che continuava a strisciargli attorno. Alzò la testolina e aprì gli occhi assonnata. Sibilò innervosita, poi entrò nello zaino e si raggomitolò dentro per continuare a dormire. Andrew sistemò il sacco a pelo, si mise le frecce e l'arco in spalla con lo zaino e s'incamminò verso Est. La strada per Oslo era molto lunga e se il suo orologio non sbagliava erano già le sette di mattina.
Mentre camminava si mise a riflettere sulla situazione che lo circondava: aveva solo nemici e non poteva contare su nessuno di vicino. Loki era impegnato a salvare Asgarðr da se stesso e non avrebbe mai chiesto aiuto a sua madre, Verena voleva ucciderlo e Thor era fuori discussione. C'era solo Line che dormiva nello zaino, ma se fosse stato in difficoltà non avrebbe avuto l'aiuto di nessuno.
Era stato scaraventato dentro ad una guerra che non gli apparteneva e che non gli interessava. Poteva sempre allearsi al primo esercito che gli capitava, ma probabilmente i Greci l'avrebbero rifiutato viste le loro alleanze.
Mentre pensava a queste cose inciampò su qualcosa, poi una rete gli cadde addosso bloccandolo. Provò a dimenarsi per liberarsi, ma peggiorava solo le cose. Lo spazio, inoltre, era talmente piccolo che non poteva prendere arco e frecce. Cercare nello zaino un temperino o gli oggetti da Druido era fuori discussione. Riuscì a tirare fuori la testa e le spalle, ma si rese conto che la rete era arrotolata sul resto del corpo e gli impediva ogni possibile movimento. Continuò a divincolarsi senza successo mentre tre persone vestite color lino lo circondavano. Avevano una fionda, una spada ricurva e una falce che ricordava ad Andrew il pendolo descritto da Edgar Allan Poe innestata su un lungo bastone di metallo.
« La trappola ha funzionato.» notò la ragazza del gruppo con in mano la fionda. Doveva avere trent'anni, i capelli castano scuri lisci egli occhi celesti.
« Siamo anche stati fortunati, dev'essere un Combattente.» aggiunse un ragazzo della stessa età armato di spada ricurva. Era robusto e asciutto, con i capelli neri e la barbetta sul mento dello stesso colore, gli occhi verde acqua« Sicuramente non è dei nostri.».
« Io non sono di nessuno.» sbuffò Andrew continuando a divincolarsi. Si sentiva come nelle spire di un serpente, peccato che i serpenti gli piacessero molto di più delle reti.
« Andiamo.» disse il terzo ragazzo con il pendolo rovesciato. Aveva sicuramente meno anni degli altri due, i capelli e gli occhi identici a quelli della ragazza« Tu sei o Greco o Norreno. Visto che sei così ben adattato al freddo propendo per la seconda.».
« Siete Egizi?» chiese Andrew sorpreso.
« Ovvio.» rispose la ragazza« E tu ora sei nostro prigioniero. Ti avremmo ucciso, ma magari sai delle cose che a noi sfuggono. ».
Uno dei ragazzi lo caricò di peso e se lo mise sulle spalle.
« Scusate, ma voi Egizi non usavate le reti.» notò Andrew.
« Infatti è un regalo delle truppe Romane.» sorrise il ragazzo con il pendolo.
« Vero, siete alleati. Avete anche altri "amici"?» quando si dice"se non li vuoi come nemici, fatteli alleati". Più sapeva più, forse, aveva possibilità di salvarsi. Quantomeno di non essere ucciso subito.
« I Turco-mongoli se non sbaglio e gli Irlandesi.» spiegò quello che lo teneva sulla spalla.
« Gli Irlandesi?» Andrew scoppiò a ridere« Allora sono dalla vostra parte, sono un Druido.».
« Irlandese, Bretone o Gallese?» s'incuriosì la ragazza.
« Irlandese.» sorrise sicuro.
« Lo vederemo.» lo guardò seria.
« Come "lo vederemo"?!» esclamò scattando.
« Sei un prigioniero e noi non ci fidiamo facilmente dei prigionieri.» spiegò il ragazzo con il pendolo, poi si concentrò sul altro« Siamo quasi arrivati, Alexis?».
« Sì, ancora due metri e ci siamo.» rispose la ragazza.
« Voi non sembrate Egizi. A parte le armi intendo.» disse Andrew« Insomma: gli Egizi erano mezzi nudi.».
« Mai sentito dire che l'essere umano è l'animale che si adatta più facilmente di tutti? Non importa di che Religione, Fede o Credo tu sia: sei essere umano e ti adatti. Per esempio mio padre è di sangue di Soldato Egizio e io lo sono altrettanto, però siamo nati e cresciuti qui mantenendo la nostra Cultura e diventando Norvegesi. Che bella invenzione gli Stati Laici e Tolleranti, non trovi?».
« Certo.» sbuffò« Perfetti per evitare una Terza Guerra Mondiale causata dalle varie Religioni.».
« La Terza Guerra Mondiale c'è già stata, a livello economico, ma è già avvenuta. Inoltre dovresti parlarne con i Greci se non ti piace la guerra: sono loro che hanno ucciso per primi un nostro giovane Scriba.» rispose acido.
« Mi ricorderò di dirglielo quando tenteranno di uccidermi.» sorrise sicuro.
Si fermarono e il ragazzo con il pendolo tagliò l'aria con tre fendenti. Si aprì un varco triangolare nel terreno e si buttarono dentro uno alla volta.
« Perché dovrebbero ucciderti?» domandò Alexis.
« Sono loro nemico.» spiegò Andrew.
« Un Norreno?» lo guardò scettica.
« Mai sentito parlare di Loki?» alzò le spalle.
« Ovvio, abbiamo combattuto contro un suo figlio ieri.» arricciò il naso quasi infastidita dall'accaduto.
« Allora oggi fate il bis.» sorrise Andrew.
Lo guardarono, poi scoppiarono a ridere.
« Fai morire, Norreno.» disse il ragazzo con il pendolo« Non puoi essere figlio di Loki, sei troppo bellino.» gli pizzicò la guancia come si può fare a un neonato.
« Non hai visto Loki di recente, vero?» domandò accattivante.
« No, e allora?» rispose quello che lo teneva, poi gli dette una manata sulla testa« Mi stai annoiando.».
« Piano Gregor.» lo ammonì Alexis« Se è veramente Irlandese sarà meglio non rovinarlo.».
« Dove siamo?» domando Andrew fingendo d'ignorare il male alla testa.
« Sede distaccata del nostro Esercito, solo gli Egizi la possono aprire.» spiegò la ragazza.
« Quindi i vostri alleati...» ipotizzò indagatore.
« Entrano solo accompagnati da un Egizio.» spiegò come se fosse la cosa più ovvia del mondo.
« Come sono entrato io?» azzardò.
« No, loro non sono nemici, pivello!» rispose il ragazzo con il pendolo.
« Smettila Victor, non sappiamo se è un nemico.» rispose Alexis.
« Eppure mi trattate come se lo fossi.» notò Andrew« Ma in fondo a chi piace un Norreno che vuole fermare la guerra?».
I tre Egizi scoppiarono nuovamente a ridere.
« Per fermarla dovresti essere un Prescelto e no, non lo sei.» ghignò Victor.
« Aspetta a dirlo. » ammise pensierosa Alexis, ma ci credeva poco« Come diceva quell'antico papiro?».
« Non era un papiro, ma una lastra intarsiata. Comunque questo non sembra uno dei cinque descritti nella pietra.» puntualizzò Gregor« Verde, Rosso, Argento, Grigio e Nero. Colori di fine, colori d'inizio... poi chi si ricorda più!».
« Quelli sono i colori degli Eroi Leggendari, non dei Prescelti che li troveranno.» puntualizzò la ragazza.
« Ripeto: e chi si ricorda più!» alzò le spalle facendo sobbalzare Andrew che per tutta risposta gli dette un calcio sugli addominali scolpiti. Trattenne un grido per il male alle punte dei piedi.
« Male e violenza uniscono chi la guerra vuole far cessare.» iniziò Victor« Ordine e Caos fusi assieme mentre il bene uccide se stesso, cieco di fronte al vero nemico.».
« Allora conosci il Cartiglio Degli Eroi Leggendari.» notò Alexis.
« Era solo per farti capire che questo qui non è un Prescelto.» sbuffò il ragazzo.
« Questo qui si chiama Andrew!» rispose il diretto interessato prima che si fermassero e lo buttassero a terra con poca cortesia« Ehi!».
« Gregor!» sbuffò Alexis.
« Siamo arrivati.» grugnì il compagno piegando la rete che fino a poco prima aveva intrappolato Andrew« E poi non sapevo come srotolargli via questa, senza contare che di fatto è un prigioniero nemico. ».
« Aspettare i Romani?» ipotizzò la ragazza.
« Odio chiedere aiuto.» sbuffò Gregor.
« Uff! Forza, Norreno. Zaino e armi, e non fare scherzi.» disse Alexis.
« Vediamo: ora mi posso difendere e non dovrei opporre resistenz...» iniziò a dire Andrew alzandosi. Victor gli puntò il pendolo alla gola con uno scatto di un nano secondo.
« Non ti conviene scherzare, Norreno.» lo minacciò con occhi seri e sadici« Se non ti abbiamo ucciso prima era perché ti ritenevamo vagamente utile, ma adesso la mia ascia non piangerebbe se tagliasse la tua testolina, chiaro?».
« Chiarissimo.» fece cadere arco, fecce e zaino a terra.
« Bravo.» Alexis raccolse gli oggetti e li ripose in un angolo lontano mentre Victor abbassava l'arma, poi Gregor gli chiuse davanti una grata da prigione. Andrew si lasciò cadere a sedere davanti alle sbarre e si mise a guardare il soffitto color sabbia. In confronto il commissariato di Moss non era male, almeno aveva un senso logico. Quel posto, invece, sembrava scavato nella sabbia del deserto, impossibile che potesse essere così dato che si trovavano in Norvegia.
Le pareti erano in pietre color piramide e il pavimento era coperto di un sottile strato di granelli. Aveva la brutta sensazione che la forma, anche se dall'interno era difficile capirlo, fosse quella di una piramide rovesciata. La porta, inoltre, era incorniciata da geroglifici racchiusi in cartigli e scarabei.
"Nota positiva e ironica della situazione." pensò "Se muoio sono già in una tomba.".
Probabilmente fece un sorrisetto, perché Victor che si era seduto contro la parete opposta disse serio:« Cos'hai da ridere, Norreno?».
« Stavo pensando che è buffa una costruzione così a Hokksund.»rispose senza spostare lo sguardo dal soffitto« Inoltre è strano vedere delle Grate Medioevali in una Tomba Egizia.».
« Noi Egizi prendiamo da tutti, ecco perché ci troviamo così bene con i Romani.» spiegò risoluto.
« Loro sono come voi: aperti ad ogni Cultura e a ogni nuovo sapere.» notò cercando di rilassare la mente. Aveva la bruttissima sensazione che se fosse apparsa una creatura del caos lo avrebbe divorato.
« Esatto, non come i Greci che si credono i migliori. Hanno vinto tante battaglie, ma questa la perderanno.» disse Victor piantando il pendolo rovesciato a terra.
« Se ne siete convinti.» sospirò« Per me è inutile. Vi distruggerete a vicenda.».
« Per te è facile dirlo.» sbuffò« Non sei stato attaccato, offeso e poi accusato. Nessuno ha ucciso un tuo compagno solo perché credeva in qualcosa di diverso.».
« Ho visto di peggio.» pensò tristemente a Verena« La battaglia eterna può essere peggio della morte.» chiuse gli occhi« Molto peggio.».
« Non sarà eterna: finirà quando finalmente ci saremo vendicati.» accarezzò il pendolo seriamente.
« Prima hai detto che i Greci vi hanno accusato, di cosa?» domandò incuriosito.
« Non lo sai? Sei un Combattente e non lo sai!?» esclamò sconvolto.
« No, non lo so.» lo guardò negli occhi esasperato.
« Dicono che un nostro dio abbia ucciso un loro Semidio, ma sappiamo perfettamente che non è così.» incrociò le braccia punto nell'orgoglio.
« Non del tutto.» disse Gregor seduto poco distante« Alcuni sostengono che sia stato ucciso da Ra in persona perché aveva osato accusare Khonsu di aver concepito con una mortale paragonandolo ad una divinità Greca. Si è scoperto che era vero, ma il ragazzo è morto dopo l'uccisione del nostro giovane Scriba. Sacerdoti e Faraone in carica sostennero che era colpa della Sacerdotessa madre di quella specie di mostro.».
« E cos'è successo al bambino?» domandò Andrew.
« Dalle ultime fonti è in fuga, ma molti lo cercano come causa della guerra.» spiegò serio.
« Capro Espiatorio dei vostri problemi?» ipotizzò.
« No!» esclamò Victor iracondo« È colpa sua se i Greci si sono vendicati su un nostro Scriba e se Ra ha ucciso il Semidio. È solo per colpa di quel miscuglio di culture se ora siamo in guerra, solo colpa sua.».
« Quindi una volta eliminato il figlio di Khonsu la guerra finirà?» domandò quasi speranzoso. Gli dispiaceva per quel ragazzo, o bambino, o neonato, ma se quella era la via più breve per la pace era un sacrificio fattibile.
« Ovvio che no.» ammise macabra Alexis con le mani intrecciate davanti alla bocca« Gli Egizi, come i Greci, come qualunque altra Cultura, vogliono dominare sugli Umani. Nessuno si arrenderà finché non ci sarà riuscito.».
« Dominare è brutto.» la richiamò Victor« Diciamo che tutti sperano di ottenere la Fede di tutta la Razza Umana.».
"Illusi." pensò Andrew, poi chiese« Per chi combattete?».
« Per gli déi, ovvio.» si puntò Victor serio.
« Sicuro? Non è che combatti per te stesso e gli déi sono solo una scusa?» ipotizzò con un sorrisetto di scherno.
« Non parli da Norreno.» notò Gregor, aveva alzato la testa e con la luce si vedeva una lunga cicatrice sulla guancia destra del volto squadrato.
« Infatti parlo da Ateo, adesso.» spiegò« L'uomo ha creato dio elevandolo al rango di creature, cavolo un briciolo di filosofia.».
« Tu, figlio di un dio Norreno, sei Ateo?» Victor scoppiò a ridere« Allora io sono Babbo Natale.».
« Davvero? Allora saresti capace di far smettere la guerra, Babbo?» rotolò dentro alla cella prima che l'ascia di Victor lo tagliasse in due.
« VICTOR!» lo richiamò Alexis, poi gli mollò una sberla sulla testa come una madre che punisce suo figlio« Cosa abbiamo detto?».
« Non facciamo male al prigioniero fino all'arrivo degli Irlandesi.» mugugnò massaggiandosi dove era stato colpito.
« Bravo.» si sentirono dei passi« Sono loro.».
Dalla porta davanti alla cella entrarono tre uomini incappucciati con delle tuniche lunghe nere di stoffa pesante e un quarto uomo vestito color lino. I primi portavano in cintura bacchette e ampolle, oltre a due coltellini, uno bianco e uno nero.
« Benvenuti, alleati.» disse Victor alzandosi e allungando la mano, l'uomo più avanti gliela strinse in modo parecchio formale« Siamo felici che siate venuti.».
« Noto che avete un prigioniero.» rispose l'uomo che gli aveva stretto la mano.
« È proprio di lui che volevamo parlare.» iniziò Alexis.
« Già! Se siete Irlandesi ditegli che sono un Druido.» s'intromise Andrew ricevendo un'occhiataccia da Gregor. L'uomo fece un gesto ad un altro incappucciato di andare alla cella. Lui lo fece e si mise a guardare il ragazzo con interesse, come se potesse vedere dentro di lui.
 Sì, è un nostro Druido.» disse infine.
« Visto?» scandì Andrew.
« Ma avete fatto bene a catturarlo.» aggiunse l'uomo.
« Cosa?!» esclamò« Ma andiamo!».
« Lui è uno dei Prescelti e non vogliamo che la guerra finisca, vero?» lo disse quasi ipnotico.
« Ooh, giusto! Potrei impedirvi di fare una follia, quindi meglio se sto chiuso qui!» l'uomo lo prese per il colletto e lo guardò con i sui penetrati occhi verdi.
« Non ti conviene sfidarci. Ti teniamo in vita solo perché saresti un ottimo ostaggio, figlio di Loki.» lo lanciò contro la parete di fondo bloccandogli il respiro« Ricorda, potremmo ucciderti in qualunque momento.».
Si voltò e tornò dai suoi compagni Druidi lasciando Andrew ad ansimare in mezzo alla sabbia. Aveva sbattuto violentemente la testa a terra e dopo un po' perse i sensi sentendo una strana sensazione di caldo sulla fronte.

Il sonno fu pieno di incubi come non gli capitava da quando era partito da Moss. Adesso che aveva presente i suoi fratelli non era più tanto anormale, ma continuava a dargli fastidio lo stesso.
"Ecco, ti sei fatto catturare." diceva uno.
"Avevo detto a papà di non fidarsi." aggiungeva l'altro.
"Non ci si può fidare dei figli di Mortali." incalzava quell'altro.
Solo una voce era risuonata diversa in quella confusione di voci umilianti. Una voce che, però, gli aveva fatto accapponare la pelle ancora di più. Non l'aveva sentita prima e non poteva identificarla in nessuno.
"Vieni con me. Questo mondo è troppo Normale e Ordinato per uno come te.Vieni con me e combattiamo per il Caos." diceva melliflua, tentatrice.
Andrew si era svegliato con il fiatone come se avesse corso il Tour De France tutto in una volta. Alexis lo scuoteva violentemente dalle spalle e non sembrava esserci molto tempo ne per spiegazioni ne per capire cosa aveva voluto dire quella voce e di chi fosse.
« Sveglia.» disse la ragazza seria« Svegliati, cavolo! Prima che mi scoprano.».
« Prego?» domandò ancora sconvolto dalle voci dei suoi sogni.
« Sentimi bene, Prescelto.» lo guardò dritto negli occhi« Io non piaccio a te e tu non piaci a me, ma voglio che la guerra finisca, quindi o ti muovi, prendi la tua roba e mi segui fino all'uscita o siamo due Combattenti morti.».
« Capito.» si alzò a sedere e si toccò la fronte dolorante: c'era una benda« Ma cos...».
« Perdevi sangue e ti ho fasciato la ferita, contento? Ora muoviti!» sbuffò e scandì l'ultima parola come se fosse sicura che lui non l'avrebbe capita in modo diverso« Cavolo, ti sei divincolato per tutto il sonno e adesso sei rimbambito?».
« Prova te a vivere con dei fratelli immortali che ti parlano nella testa.» sbuffò cercando di ignorare la voce che gli diceva di abbandonarsi al Caos.
« Mio fratello mi ucciderebbe se mi trovasse qui, quindi siamo pari.» gli allungo zaino e armi con un sospiro« So già che me ne pentirò.».
« Cos'è più importante per te?» domandò quasi da adulto.
« La fine della guerra.» rispose risoluta.
« Allora non te ne pentirai.» sorrise e si alzò in piedi« Andiamo.».
Alexis lo accompagnò fino all'entrata triangolare e lo fece salire su una scaletta a pioli.
« Buona fortuna, Prescelto.» lo salutò facendo un gesto probabilmente egizio per augurargli buona sorte.
« Buona fortuna, Egizia, e grazie di tutto.» rispose lui portando due dita alla fronte ed allontanandole come un soldatino americano.
Si allontanò di diversi metri, poi estrasse la bussola e si mise a camminare verso Est. Erano le due del pomeriggio ed era solo a metà percorso. Line uscì dallo zaino e gli si mise sulla spalla.
« Ciao, sei stata brava a rimanere nascosta.» disse grattandole la testa. La serpentina gli sibilò qualcosa nell'orecchio lasciandolo sorpreso« Cosa?! Non ti sei accorta di niente?! Ma andiamo!».

Culture- La guerraDove le storie prendono vita. Scoprilo ora