Shine on you crazy diamond, cantava lo stereo.
Un'altra volta mi ero addormentato con lo stereo acceso, un'altra volta avrei dovuto sopportare la ramanzina dei condomini.
Ma perchè non capiscono che sono giovane.Non dovevo lavorare quella mattina, quindi potevo fare tutto con molta calma.
Avevo voglia di uscire, magari a mangiar qualcosa fuori, star chiuso in casa a non far nulla non mi andava.
Spensi lo stereo, non sopporto nessun tipo di rumore al mattino. Ora che ci penso, non sopporto quasi mai i rumori. Aprii la doccia e mi ci infilai sotto.
"Guarda che bella giornata" dicevo a me stesso.
"Oggi non prendo la macchina, vado a piedi."Dopo essermi vestito, così feci, mi incamminai a piedi, non prima di essermi beccato la ramanzina che mi aspettavo già.
"È tutta la notte che suona lo stereo, noi abbiam bisogno di dormire"
"Perdonatemi davvero"
"Questa è l'ultima volta, chiamiamo la polizia"
"Me lo merito, sono desolato"
Un'altra volta la faccia dispiaciuta, e tutto passò.
In realtà non mi importava che fossero rimasti svegli tutta la notte per la mia musica. Erano spregevoli, e si facevano vedere solo per le loro sfuriate verso i miei confronti. Mai un buongiorno, mai ricevuto neppure un saluto. Solo ramanzine da loro.Camminavo, era ormai ora di pranzo, e dato che ormai nel mio paesotto non c'era null'altro da vedere, mi diressi verso un fastfood preso da un leggero languorino.
Ordinai il mio. Doppio hamburger con patatine e bacon, una pepsi da mezzo litro ed una fetta di torta di mele per addolcire il tutto.
Mi sedetti e comincia a mangiare con grandi morsi, quando li, al tavolo di fronte al mio, sedeva una ragazza. Era magra (ovvio, se continua a mangiar insalata verde con pinoli) con due occhi da cerbiatto molto scuri, i capelli rossicci. Indossava una t-shirt e dei pantaloncini rossi, che intonavano bene col colore dei suoi capelli.
Non riuscii a resistere, e con aria arrogante mi avvicinai a lei."Sapevi che solitamente chi mangia solo si strozza?" Le dissi.
Quasi sconvolta mi guardò con quegli occhioni scuri come se volesse dirmi "e tu chi cazzo sei?"
Ma non fu ciò che mi disse
"Allora tienimi compagnia"
"Molto volentieri"
Pareva una ragazza molto solare, o forse ero io che riuscivo a farla ridere con nulla. Sentivo che era attratta da me, cercava il contatto, mi sfiorava la mano, e continuava a fissarmi dritto negli occhi.
Finimmo di mangiare, ed ancora chiacchieravamo. Poi si alzò, la guardai e le dissi: "cacchio, da seduta non parevi così bassa"
"Sei uno stronzo" replicò lei ridacchiando
"Ehi ma dove sei? Non ti vedo più! Andiamo, basta giocare, non ti nascondere" queste parole la fecero sbellicare dalle risate, e in un'attimo si trovo fra le mie braccia.
"Tu mi piaci Peter" mi disse.
"So che mi vuoi" replicai io con voce calda.
"Cosa te lo fa pensare?" Mi domandò.
"I tuoi capezzoli sono duri, le tue palpebre non sono più spalancate, ma sono socchiuse, cerchi l'intrigo. Ti lasci abbracciare dandomi le spalle, vuoi chiaramente attrarmi col tuo sedere, e nonostante tu ti sia accorta che ci sei riuscita, non ti scosti, continui ad attrarmi. Tu mi vuoi"
L'atmosfera si fece calda, lei continuava a guardarmi negli occhi, continuava a spingere il suo sedere contro il mio pene, ed in poco tempo, mi diede un bacio passionale. Quando si stacco da me, mi mordeva le labbra, le tenne strette fino a che la sua testa non si era allontanata abbastanza dalla mia, e poi le lasciò andare, facendomi l'occhiolino.
"Vieni con me" mi disse.
"Non aspettavo altro" le dissi io ancor più malizioso.Mi trascinò nel bagno del fastfood, e cominciò a spogliarmi, io feci lo stesso con le. Eravamo stretti, coi corpi uniti e caldi di passione.
La voltai, le baciavo il collo, ed entrai dentro di lei. Stavamo facendo sesso, eravamo ansimanti, tutti e due. Quando ad un certo punto lei disse: "aspetta, fa piano, devo fare una cosa."
Rallentai come da sua richiesta.
Prese il cellulare dalla borsa che aveva poggiato per terra, aprì la rubrica, e lasciò un messaggio vocale.
"Mia, sono Elena, ho avuto un'imprevisto, oggi non riesco a passare."