8.
Non avevo mai visto Duncan così infuriato.
O meglio, lo avevo visto, ma non per una sciocchezza del genere.
A meno che lui non la considerasse una cosa seria, come invece io non ero in grado di vederla.
Allontanandomi dal centro dell'accampamento assieme agli altri licantropi non impegnati nell'Ordalia, scrutai preoccupata i sicari dei vari clan muoversi nell'ombra.
Erano in tutto simili a spettri silenziosi e letali.
Tesa più di quanto non avrei detto in un primo momento, mi volsi leggermente per guardare Estelle e, ansiosa, chiesi: "Ma è davvero così grave, ciò che ha detto Sebastian? A me frega fino a un certo punto."
"Sei una giovane licantropa, quindi badi poco a cose che, da umana, neppure ascoltavi. Ma i lupi sono fieri e indomiti, e non accettano volentieri che si denigrino le persone care, neppure un insulto velato. Lo scontro era quasi inevitabile."
"Capisco. Quindi, non si tratta di un attacco di machismo di massa?"
Estelle rise assieme ad altre lupe e Rebecca – che teneva in groppa il piccolo Matthew, apparentemente tranquillo nonostante la strana compagnia – mi spiegò meglio.
"Devi capire, Brianna, che Duncan tiene molto a te, e a ciò che rappresenti per lui, oltre che per il tuo branco. Come, a loro volta, i nostri mariti o compagni tengono molto alle nostre nomee. Nessuno di loro lascerebbe passare sotto silenzio l'insulto gratuito che ti ha lanciato Sebastian."
"Quindi, pensate anche voi che abbia esagerato?"
"Eccome. Se Sebastian si fosse rivolto a me con quel tono, avrei preteso la sua testa" replicò piccata Rebecca, ringhiando leggermente.
Matthew le tirò i peli della gorgiera, sentendola ringhiare a quel modo, e ridacchiò allegro.
Sospirando, Becca commentò: "Il mio piccolo distruttore. Quando mi sente alterata, si diverte un mondo perché sa che romperò qualcosa."
Ridemmo tutte e io, ammirando quel piccolo cucciolo d'uomo abbarbicato sulla schiena dell'enorme licantropo che era sua madre, mi chiesi quale istinto lo spingesse a fidarsi di lei.
In fondo, era una creatura che, normalmente, avrebbe potuto divorarlo in un sol boccone.
L'istinto di sopravvivenza dei figli dei licantropi era forse alterato?
"E' solo diverso, nulla di più" ammise Becca, rispondendo alla mia muta domanda. "Percepisce che sono sua madre, anche se muto forma quando lui non è presente. Come per Fred. Sa sempre chi sono i suoi genitori, anche se si trova in mezzo a un branco di lupi enormi."
"Perché ci si dovrebbe trovare, scusa?" chiesi forse scioccamente, prima di rabbrividire al mio pensiero successivo.
Non li mettevano in mezzo al branco da neonati, vero?!
Becca ridacchiò della mia espressione inorridita – anche da lupo, riuscivo a sgranare gli occhi tanto da sembrare allucinata – e, con nonchalance, mi disse: "Non è niente di così tremendo. Il branco, semplicemente, riconosce il nascituro come membro del clan e lo accoglie in seno al Vigrond. E' una cerimonia piuttosto carina, a dir la verità."
Lessi chiaramente nella sua mente i ricordi della cerimonia di benvenuto celebrata per il piccolo Matthew, che era stato depositato su un letto di foglie fresche e salutato da tutti i membri del branco.
STAI LEGGENDO
L'eredità di Fenrir - Trilogia Werewolves Volume 2
WerewolfSEGUITO DI 'OCCHI DI LUPO' - (2^ Parte della Trilogia "Werewolves") - Brianna è finalmente all'università e, su di lei, gravano non solo gli impegni come lupa, ma anche come studentessa. A peggiorare il tutto, poi, compare un misterioso a...