Capitolo 14

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Esco dalla doccia, mi vesto e sciugo i capelli posando i vestiti sporchi su uno sgabello.
Federico si sta comportando stranamente...ma...oggi sarebbero dovuti partire per andare dai loro genitori però se ci sono io come fanno?
Mi passo una mano sulla fronte massaggiandola e poi strofino i miei occhi stanchi, vado ad appollaiarmi sul letto ancora scombussolata e abbastanza offesa.

~Narratore esterno~

I tre fratelli sono raggruppati nella cucina della grande sala in modo tale che la povera Sara non potesse sentirli per destare sospetti.
«Come facciamo!?» chiede Federico camminando avanti e indietro per la cucina sorpassando gli altri due.
«É semplice, tu le dici che siamo dei vampiri e avevamo intenzione di farla diventare il pranzo. Ma aspetta un attimo, piccolo Inconveniente! Tu non sapevi che era la tua “amichetta”, perció ti rifiuti di torcerle anche solo un capello, a meno che lei non parli!» esclama Jo ironico.
«Devo prendermi del tempo, okay? Devo trovare il miglior modo di dirglielo!»
«Oh andiamo! Guardati qualche film sui vampiri e prendi esempio da quelli»
«Non é cosí semplice!»
«Se non lo fai tu lo faccio io» lo minaccia Jo.
«Ragazzi non ricominciate! Potremmo fare che uno di noi va e poi torna e resta con lei mentre gli altri due vanno.» ipotizza Paul.
«Si, é una buona idea» ammette Federico.
«D'accordo, ma tu sbrigati a raccontarle tutto, perché la mia pazienza non é infinita!» Jo emette un leggero ringhio.
«Tieni a bada i tuoi istinti omicidi» lo ammonisce Federico.
«Perfetto, chi va per primo? Saremmo già dovuti essere in viaggio quindi su sbrighiamoci sennò non oso immaginare la strage che potrebbe avvenire in questa casa!» interviene Paul evitando che i due si scannino a vicenda.
«Vado io, non riesco più a controllarmi.» dice Federico.
«Okay» dicono all' unisono gli altri due.

~Sara' s pov~
C'é il silenzio. Sono dei passi a spezzarlo, capisco che sono diretti verso di me o per lo meno verso la stanza in cui sono tenuta in ostaggio.
Prendo in fretta e furia il libro tascabile e fingo di leggere mostrando interesse.
Entra una sola persona...
«Sara senti io parto per due giorni dai miei...genitori ma ritorno, non preoccuparti. A farti compagnia ci saranno Jo e Paul...» dice Federico.
«Devi partire per forza?» gli vado in contro lasciando sul cuscino il libro.
«Si, mi dispiace.» lo abbraccio tristemente, fa per ricambiare ma lascia stare. Mi accorgo che é immobile.
«Jo e Paul non vengono con te dai tuoi genitori? sono due settimane che vi state organizzando» mormoro con voce mozzata.
«No loro... Poi ti spiego»
Se ne va e Paul entra.
«Che cosa vuoi?» dico in tono ostile.
«Non preoccuparti, voglio solo conoscerti, parlami di te...» si stringe nelle spalle.
«Con quale razza di coraggio vieni qui, a chiedermi di aprirmi con te dopo che tu e i tuoi fratelli non volete farmi uscire di qui?» il mio tono è accusatorio.
«Credevo che ti avrebbe fatto piacere parlare con qualcuno»
«Be' mi farebbe più piacere tornare a casa»
«Sfortunatamente questo non si può fare, capisco che non gradisci la mia presenza perciò...» si alza e fa per andarsene, mentre sta per abbassare la maniglia lo richiamo.
«D'accordo, parliamo, ma solo perché non ho altro da fare» lui si gira verso di me e viene a sedersi nuovamente sul letto.
Gli racconto un po' di cose e che io conosco Federico perché stiamo nella stessa classe.
«Ora capisco...» esclama.
«Ascolta Paul, c'è una cosa che vorrei chiederti» so di essere troppo insistente ma non mi importa.
«Si cosa?» incontra i miei occhi.
«Vorrei sapere cosa c'è di tanto importante che Federico non vuole dirmi, il motivo per cui in questo momento non mi trovo a casa mia» un brivido mi attraversa la schiena.
«No non posso dirtelo, ha detto che vuole essere lui a dirtelo. Aspetta che ritorna...magari si decide...» risponde malinconico.
Bussano alla porta.
«Jo sei tu?» domanda Paul.
«No sono Federico, dovrei dire una cosa a Sara...» abbassa la maniglia della porta.
«Okay entra.»
Paul esce. Fede si siede sul letto con un libro in mano.
«Tieni, avevi detto che ti piacciono le storie romantiche...»
Prendo il libro e guardo la copertina, Twilight.
Un libro che avrei voluto leggere ma non ne ho avuto la possibilità.
«Grazie» mormoro imbarazzata.
«Almeno cosí ti terrai copagnia, se avessi la forza di dirti tutto quello che devo dirti; il motivo per il quale sei qui forse...» al solo pensiero di voler ritornare a casa delle lacrime silenziose mi scendono giú per le guance ma lui me le asciuga.
«Allora provaci...» lo guardo come per scongiurarlo.
«Non posso... non ci riesco... Mi guarderesti con occhi diversi...mi odieresti. Voglio continuare ad essere il tuo migliore amico. Io...non...no.» sul suo volto é dipinta la frustrazione.
«Restare qui come un ostaggio non migliora certo la situazione» mormoro.
Prende il mio viso tra le sue mani e mi bacia. Mi bacia. Un fuoco avvampa dentro di me.
Ci stacchiamo, io con il fiatone e lui perfetto senza sembrare di aver appena baciato una ragazza. Esce dalla camera senza dire parola e per l' ennesima volta riecco quelle farfalle...che iniziano a svolazzare dentro di me.

Faccia A Faccia Con Dei Vampiri ||IN REVISIONE||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora