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Sento la sveglia suonare e, con gli occhi che mi bruciano e la tristezza, la spengo. Inizia un nuovo giorno.
Aspetto qualche minuto e poco dopo mi alzo stiracchiandomi, sbadiglio e poi vado di fronte alla camera di mamma per svegliarla ma poi ci ripenso e la lascio dormire ancora un po', è ora che anch'io faccia qualcosa per lei. Mi dirigo in cucina, prendo la bolli-latte e la macchinetta per il caffè dopodiché prendo le tazze per me e mia madre, sono le 6:20, devo muovermi se non voglio fare tardi.
Nel frattempo che il latte ed il caffè si scaldino mi vesto, metto una maglietta a maniche corte bianca con una felpa nera sopra, un paio di jeans neri strappati alle ginocchia e le all stars bianche.
Finalmente sia il latte che il caffè si sono scaldati ed io mi affretto a versarli entrambi nella tazza, sento dei rumori provenire dall'altra stanza, molto probabilmente è mia madre che si è svegliata; bevo un sorso di caffellatte. È caldo. Sento il calore del caffellatte in tutta la gola, è una sensazione meravigliosa se non, quasi, divina.
Mia madre entra in cucina, ha lo sguardo assonnato, è da un paio di giorni che passa le notti insonne, molto probabilmente è per lo stress.
-Buongiorno tesoro, perché non mi hai svegliata? Potevo preparare io la colazione-
-No mamma,hai già fatto tanto per me ed io devo sdebitarmi in qualche modo, non credi?- sorride e si avvicina baciandomi la fronte, sussurrandomi -Grazie tesoro- le sorrido dopodiché continuo a bere il mio caffellatte.
Guardo l'orario e noto che sono le 6:40 , finisco di bere velocemente il caffellatte e mi affretto a prendere lo zaino e le chiavi di casa.
-Ciao mamma, io vado- -Ok, ci vediamo alle 13:15- scendo le scale del condominio velocemente e mi affretto ad arrivare alla fermata dell'autobus, appena arrivo sono le 6:55, appena in tempo.
Neanche il tempo di sedermi alla mia solita panchina che arriva l'autobus ed io mi sbrigo a salire, mostro l'abbonamento settimanale e mi siedo su un sedile qualunque.
Metto le mie solite cuffie e seleziono
'I'm so sorry- Imagine Dragons', questa canzone mi fa sentire libera e soprattutto distoglie i pensieri dalle mie preoccupazioni.
Sono seduta da sola, di solito si mette Alessia accanto a me ma, evidentemente, oggi non verrà.
Guardo l'orario e noto che sono le 7:14, ad un certo punto sento qualcuno togliermi l'auricolare dall'orecchio sinistro e sento sussurrare -Hey- sgrano gli occhi per la "sorpresa", è la voce di Robert.
La sua voce è roca e sensuale, quella voce mi fa scorrere un brivido lungo la schiena. -Hey- gli rispondo accennando un piccolo sorriso, lui si siede accanto a me ed io faccio finta di nulla cercando di rimettere l'auricolare.
Robert mi prende delicatamente per il polso -Perché, invece di ascoltare la musica, non parli un po' con me?- il suo sguardo è accesso ed io non faccio che arrossire.
-Ecco io..ehm..come dire..- non so che dire, la mia voce è oscillante e la mia pelle è accalorata.
Accenna una risatina, avvicina la sua mano sulla mia guancia ed io mi lascio cullare da quella carezza così delicata.
-Sai,ti ho già detto che sei l'unica con cui ho parlato fin'ora. Spero che nel corso dei mesi possiamo conoscerci meglio e soprattutto diventare buoni amici- i suoi occhi color verde smeraldo penetrano i miei. Verde contro azzurro.
La sua mano sta ancora accarezzando la mia guancia; vorrei tantissimo poggiare le mie labbra sulle sue, provare solo a sfiorare quelle labbra perfettamente scolpite mi alletta molto.
BUONI AMICI, queste parole risuonano nella mia mente in continuazione.
Questo vuol dire che ha già una ragazza o magari io non sono abbastanza per lui, ora non m'importa. Voglio solo godermi la sua carezza che mi riempe il cuore di gioia, -Senti io non ho il tuo numero di telefono, me lo potresti dare? In questo modo potremmo sentirci più spesso- cosa? Robert Henderson mi ha chiesto il numero di cellulare?! Però ha detto che è solo per conoscerci meglio ma non importa,meglio di niente no?
-Ehm ok,potresti darmi il tuo cellulare così te lo scrivo?- prende il cellulare dalla tasca dei jeans, è così bello con quei jeans strappati sulle cosce e sulle ginocchia, gli donano molto.
Mi guarda con i suoi occhi stupendi e stupendi è dir poco, prendo il cellulare; vado nella rubrica, aggiungo il contatto e glielo ridò.
Osserva per un po' lo schermo del cellulare per poi spegnerlo e rimetterlo in tasca, poggia la testa sul sedile e mi guarda con un'espressione tenera come quella di un bambino.
-Hai studiato matematica?- -No,tanto mi ha già interrogata- -Ehm,non per spaventarti ma la prof oggi ci ha piazzato un bel compito in classe, ovviamente sarà "semplice" come dice lei- sgrano gli occhi spaventata, ovviamente io non ho studiato nulla.
-Tranquilla, ti aiuto io. Mi metto dietro di te così se hai qualcosa da chiedermi mi puoi gettare un bigliettino- -Grazie,Robert- arrosisco come un ebete ma questa volta per la figura di merda che ho fatto e non per il suo bel viso, come ho fatto a dimenticarmi una cosa così "importate"? È inutile piangere sul latte versato, dubito che con quella stronza riesca a mandargli un solo bigliettino.
Abbasso lo sguardo mortificata e piena di vergogna, -Dai non fare così, ti ho detto che ti aiuto e lo farò. Stanne certa- -Si nota che non conosci la Stefanelli, quella gira per i banchi durante tutto il compito quindi è praticamente impossibile copiare-.
Lo guardo negli occhi, il suo sguardo è ardente, uno sguardo che mi fa letteralmente contorcere i muscoli.
-Evidentemente lei non conosce me, stai tranquilla- poggio la mia mano sulla coscia e lui poggia la sua sopra la mia, la sua pelle è maledettamente vellutata e morbida.
Sento la mia pelle ancora più accalorata di prima, perché ha poggiato la sua mano sulla mia? Perché proprio ora? E,soprattutto, perché io?
Robert mi fa quell'effetto così strano ma allo stesso tempo così piacevole, non dico nulla e mi limito solamente a guardare la sua mano poggiata sulla mia.
Il viaggio è finito ed io scendo insieme a Robert, appena scesi ci scambiamo uno sguardo ed entriamo.
Appena entriamo in classe sono le 8:10 precise, io e Robert entriamo insieme e le poche persone già presenti iniziano a bisbigliare. Che si siano già fatti un'idea sbagliata su di noi? Sono così strani i miei compagni di classe, davanti fanno tanto gli amici e poi ti sputtanano dietro. Questa è la generazione di oggi, forse sono anche io così quindi meglio evitare i pregiudizi.
Robert si avvicina a me e mi bisbiglia qualcosa all'orecchio -Lasciali stare, questa è tutta invidia-. Invidia per cosa? Per esserti stata seduta accanto? Per aver fatto una "meravigliosa" figura con lo studio?
Ah Robert cosa mi stai facendo?!
Iniziamo a sistemare i banchi per il compito e, come prestabilito, Robert si siede dietro di me.
Sono le 8:23 e la prof entra in classe -Forza ragazzi, togliete tutti dai banchi. Voglio vedere solo il foglio del compito e le penne, i cellulari posateli sulla cattedra- tutti fanno ciò che ha detto. Questa prof incute timore soprattutto con il suo sguardo malefico, io mi giro per mettere il libro di matematica nella cartella ed appena alzo lo sguardo Robert mi fa l'occhiolino.

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