Capitolo 2.

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L'assordante rumore della mia sveglia mi avvisò che tra poco tempo sarebbe iniziato uno dei tanti altri noiosi giorni. Dopo una manciata di minuti ero già pronta, oggi stranamente ero riuscita anche a fare colazione, uscì di casa e mi diressi verso la scuola. Arrivai come sempre la prima di tutti, mi appoggiai nel mio banco e cominciai a pensare nella mia testa. Stavo per addormentarmi quando la campanella cominciò ininterrottamente a suonare, cosicché da interrompere i miei pensieri, tutti i miei compagni o per lo meno la maggior parte, avevano già preso posto nell'aula e la professoressa di italiano era già arrivata. Al suo fianco riconobbi una nuova figura, un bel ragazzo, occhi scuri, capelli chiari, un piercing sul sopracciglio sinistro, fisico scolpito, insomma il tipo di ragazzo che ogni ragazza vorrebbe al suo fianco. Non riuscivo a collegare chi fosse, Poi ad un certo punto mi venne in mente ciò che il professore di storia il giorno prima ci aveva riferito, oggi sarebbe arrivato quel nuovo misterioso ragazzo, sperai fin in fondo che almeno lui avrebbe potuto rivolgermi la parola, anche se a vederlo non sembrava un tipo socievole, che rivolgeva la parola a chiunque.
Distolsi poi lo sguardo verso le mie compagne di classe, lo guardavano tutte adoranti, non si poteva negare il fatto che fosse davvero bello, ma quella reazione sembrava un tantino esagerata. Mentre tutti i ragazzi, alcuni avevano cominciato a sfotterlo, prendendolo per uno che se la tirava troppo, altri invece erano contenti di questa nuova aggiunta, glielo si leggeva in faccia.
Dopo circa cinque minuti, dopo che la professoressa ebbe sistemato tutte le sue cose, cominciò a presentarci il nostro nuovo compagno, si chiamava Josh. Josh era originario di Seattle, lo si poteva notare dal suo accento. Raccomandò a tutta la classe di farlo ambientare nel miglior modo possibile, e al più presto far vedere per intero la scuola, di che servizi poteva usufruire e quant'altro. Finita la presentazione, e le raccomandazioni, disse lui di accomodarsi gentilmente dove meglio credeva. L'unico posto disponibile però, era quello accanto a me, per un attimo mi sentì avvampare, non ero abituata a stare vicino a qualcuno, o per lo meno non più. Mi chiese se poteva, ed io ovviamente anche se con imbarazzo risposi di si. Susseguirono velocemente le altre ore, Josh non mi aveva rivolto parola, se non per un semplice "mi passi la gomma,per favore?",questo ragazzo mi intrigava, non sembrava fosse come tutti gli altri. Il suo comportamento era più un enigma, che pian piano avrei voluto risolvere. Però poi pensai che un tipo come lui non avrebbe voluto aver niente a che fare con me, quindi persi un po' le speranze.
Alla fine delle lezioni, uscì dalla porta e mi diressi verso il cortile esterno, presi la via di casa e cominciai a camminare. Ricominciai a pensare a quel ragazzo, anche se sapevo non avrei mai avuto un rapporto con lui, ma aveva un non so chè di simile a me, in alcune cose mi ci rispecchiavo. Stavo per aprire la porta, quando mi accorsi di un ragazzo in motorino dall'altra parte della strada, non riuscì bene a capire chi fosse, ma non m'importava più di tanto, quindi lasciai perdere ed entrai dentro casa. Buttai lo zaino sul pavimento, mi preparai un veloce pranzo e mangiai. Il pomeriggio passò molto in fretta, tra compiti e televisione. Verso le otto ero già stanca morta, non avevo ancora finito neppure di sistemare casa, ma lasciai perdere, quindi mi appisolai sul divano senza neanche preoccuparmi di spegnere la televisione.


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