Capitolo 5.

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Il giorno seguente non ci sarebbe stata scuola,quindi feci con comodo,riordinai casa,misi il pigiama ed andai a letto,dopo un po' di tempo passato a pensare a quella 'nottata' mi addormentai. Mi svegliai precisamente alle nove e sette minuti,pensai ad un modo per poter passare in tranquillità la giornata,optai per una passeggiata,strano da parte mia poiché non amavo molto camminare,ma quella mattina ne avevo proprio una matta voglia. Senza perdere altro tempo,preparai l'unica cosa che ero in grado di cucinare,le uova strapazzate,appena ebbi finito di mangiare,lavai i denti,mi truccai,mi vestii,presi i soldi per un eventuale esigenza e subito uscì fuori.
Non ricordavo come fosse bella questa città,non ero solita fare passeggiate,anche perché passeggiare lungo questa città portava solo in mente altri ricordi,ricordi di una vita passata,momenti con i miei genitori e anche con i miei amici più stretti ormai andati persi.
Avevo una gran fame dal momento in cui non avevo mangiato un granché,mi fermai in un ristorante italiano ed ordinai un bel piatto di spaghetti. Nel mentre aspettavo il mio cibo,vidi in lontananza Josh. Che coincidenza pensai. Era proprio fuori da quel locale,non sapevo se uscire a salutarlo era una buona idea,ma ripensando a tutto ciò che era successo la notte precedente decisi di andare. Parve stupito di vedermi,e quando si riprese da quel leggero shock mi salutò. Mi chiese come stessi e potei rispondere per la prima dopo tanto tempo che stavo benino,avevo percepito in lui un senso di appoggio,un punto di riferimento se mai fosse successa qualcosa. Pochi secondi dopo ricambiai la domanda e lui con un gran sorriso rispose "bene". Un cameriere ad un certo punto mi venne a chiamare dicendomi che gli spaghetti erano già sul tavolo. Gentilmente chiesi a Josh:"vuoi venire anche tu?",accettò volentieri. Parlammo del più e del meno,andammo dall'argomento scuola,a quello dello sport,a quello del viaggiare. Avevo scoperto molte cose su di lui,il suo colore preferito era il blu,praticava da molto tempo calcio,amava viaggiare a tempo indeterminato,aveva infatti visitato molte città europee,non gli piaceva molto la scuola anche se nella nuova scuola disse di trovarsi abbastanza bene sia con i compagni che con i professori,amava leggere quando poteva. Una cosa mi colpì particolarmente,quando chiesi se avesse fratelli o sorelle,si rabbuiò,rispose ma con freddezza,non seppi interpretare il suo gesto,però dato che io ogni volta che mi si parlava della mia famiglia reagivo così,decisi di lasciar correre,avendolo in un certo senso capito e sviai l'argomento. Notai che anche lui come me parlava molto,di certo gli argomenti tra noi due non mancavano. Litigammo sul fatto di chi dovesse pagare,ma ovviamente alla fine vinse lui,restammo però al compromesso che se lui avrebbe pagato il pranzo,io avrei pagato il gelato. Così sbuffando accettò. Subito dopo essere usciti dal ristorante,camminammo un po' e dopo circa mezz'oretta ci fermammo in una gelateria. Prese un cono alla nocciola,proprio come me. Scoprì quindi un'altra cosa su di lui,e più lati conoscevo di lui,più scoprivo quante cose in comune avevamo. Come promesso e dopo qualche altro sbuffo da parte sua,pagai.
Era bello stare in sua compagnia,anche perché faceva ridere,mi sentivo a mio agio ed era da tanto che non provavo una cosa del genere. Quindi lo ringraziai mentalmente,senza avere il coraggio di dirglielo direttamente. Ma lui sembrò pensare la stessa cosa,poiché lascio andare una leggera risata. Ed io lo seguì,questo era per adesso il nostro modo di dialogare. Nessuno dei due era in grado di esprimere al meglio le proprie emozioni,ma ci capivamo con soltanto uno sguardo. Potevo finalmente dire di aver trovato un amico,una persona con cui passare le mie giornate e su cui contare,anche se lo so che per dir questo era ancora troppo presto. Ma qualcosa,forse il bisogno di qualcuno,mi spingeva a dirlo e a crederci. Tornammo insieme verso la strada di casa,ormai stanchi,erano già le otto di sera e il giorno dopo sarebbe ricominciata la scuola,quindi affrettammo il passo,e dopo un po' di tempo ci ritrovammo di fronte le nostre case.
Imbarazzati ci salutammo e nello stesso momento dicemmo 'a domani'. Stavo per infilare la chiave nella serratura quando mi sentì chiamare. Josh mi fece cenno con la mano di riavvicinarmi a lui,perplessa lo feci. Quando fummo nuovamente vicini,con la mano si toccò nervosamente i capelli e poi disse 'ti andrebbe di andare insieme domani?',restai a dir poco spiazzata da quella domanda,con gran entusiasmo accettai e lo salutai nuovamente,sta volta con molta più felicità,ci augurammo una buona notte ed ognuno di noi si incamminò verso le rispettive case. Prima di entrare dentro,lo guardai per l'ultima volta,contenta del fatto che il suo sguardo era già su di me,aspettò che entrassi e poi chiuse la porta.
Mi ringraziai mentalmente per aver deciso di fare quella passeggiata stamattina.
Non potevo essere più che felice,potevo finalmente dire che stavo bene e tutto questo grazie a Josh.
JOSH'S POV.
Era davvero stata una giornata faticosa,ma grazie ad Abby,posso dire che ne è valsa la pena. Grazie a lei posso finalmente dire che dopo tanto tempo sto discretamente bene. È grazie a lei se oggi ho passato la mia giornata ridendo e scherzando come ormai non facevo da tanto. Non voglio perderla,spero di non deluderla come ho fatto con tutti gli altri,perché ho davvero bisogno di una persona che mi stia accanto e mi sostenga. L'ho conosciuta un po' di più oggi,anche se con tutte quelle domande non mi ha dato modo di fargliene molte,mi pento molto di essermi rivolto a lei in quel modo quando mi ha chiesto della mia famiglia,ma lei ovviamente impassibile,non mi ha fatto pesare nulla ed ha pure cambiato facilmente il discorso,come se quello che avessi fatto fosse il nulla. Adoro questo suo lato,e spero al più presto di uscire nuovamente con lei e conoscerla meglio,perché abbiamo molto in comune. Con la sua immagine e il sorriso stampato in faccia,mi addormentai.

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