Polvere di stelle

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L'unione di due corpi, il gesto d'amore più  bello secondo me. Lui la stringe per la schiena, lei non sapendo dove mettere le braccia, si appoggia solo con la testa.
La testa di mia madre nell'incavo del collo del mio ragazzo. Due corpi abbracciati, in una stanza dalle pareti bianche con un sottofondo di singhiozzi e parola sussurrate dolcemente. Rimango con la bocca aperta per troppo tempo e mi risveglio solo quando Andy attira la mia attenzione con un colpo di tosse.
Mia madre mi fissa con uno sguardo di compassione che mi confonde ancora di più.
<Signora non doveva cucinare?> chiede Andy rompendo finalmente quel silenzio assordante.
<Si hai ragione vado, comunque Andreas puoi chiamarmi joannie> gli risponde sorprendendomi ancora di più.
Possibile che il mio ragazzo sia riuscito a farle quest'effetto con due parole sussurrate all'orecchio quando io non sono riuscito a fare pace con lei in settimane.
Andy scoppia a ridere guardando la mia bocca ancora spalancata,<Sono troppe cose insieme> borbotto abbassando gli occhi.Due braccia mi avvolgono <È la giornata mondiale degli abbracci?Si può sapere come ti è venuto in mente?> sussurro, nascondendo un sorriso, a pochi metri dal volto del greco.
<Spesso un abbraccio vale più di mille parole> mormora al mio orecchio.
Mi stacco da lui e lo guardo dritto negli occhi <L'hai solo abbracciata?>
<No, le ho anche parlato ma il merito è dell'abbraccio che ha spezzato le righe dell'autorità> passa una mano tra i miei capelli ricci.
<Cosa le hai detto?> gli chiedo curioso. Mette una mano dietro la nuca e si gratta i capelli nervoso <Non è importante cosa ho detto ma cosa volevo dirle. Lei ha paura di essere ferita, non capisce che non è un robot e quindi è inutile fingere di essere invulnerabili e indifferenti a tutto.Non riesce ad avere una conversazione con te perché avete lo stesso carattere, entrambi avete paura di soffrire perciò preferite andarvene che essere mandati via.>
Sono stupito, d'altronde come non posso non esserlo <E tutto questo come lo sai?>
<L'ho osservata> risponde con tranquillità.
<Lo hai capito in un pomeriggio?> chiedo ancora perplesso.
<Mika io la conosco da molto tempo ormai attraverso ciò che tu mi racconti di lei>
<Andy?>
<Si?>
Mia sorella Zuleika compare dietro la porta d'ingresso.
<Mika?> mi guarda sbalordita <Quando sei tornato?> poi si accorge di Andy <Oh e come mai Andreas è qui?>
Il mio ragazzo le sorride,lei ricambia.
<Ne parleremo a cena> dico avviandomi verso il salone.
La serata trascorre più o meno tranquillamente, tra le occhiate di Paloma e Zuleika, i sorrisi di Yasmine a Andy e le domande di Fortunè e mia madre sul cd.
<Tra qualche settimana uscirà>
<Se diventi famoso cambi casa, vero?>
Ancora la storia della camera, sbuffo mentre Andy ride di gusto.
<Fortunè è inutile divederemo la camera ancora per molto tempo>
<Pensavo te ne fossi andato di casa...> mormora tristemente mia madre
<Ne parliamo dopo> lancio un occhiata a Andy. Non so se posso stare ancora da lui, se devo tornare a casa mia, ci sono troppi dubbi nella mia mente in questo momento. Non se io e mia madre abbiamo fatto pace, se lei non odia più il mio ragazzo,se ha accettato il fatto che sono omossessuale,ci sono troppe cose non dette ed è strano perché Andy odia le complicazioni.
Finita la cena accompagno mia madre in cucina anche se non so esattamente cosa dirle.Capisco così cosa si intende con il suono sordo del silenzio.
<Tornerai a casa?> finalmente parla
<Mamma...>
<So cosa vuoi sapere Mika, non non riesco ancora a capacitarmi del fatto che sei omossessuale>
<Ma mi sembrava che andasse tutto bene con Andy>
<Andreas è un bravo ragazzo> dice continuando a fissare i piatti sporchi nel lavandino <ma dammi un po' di tempo per digerire la notizia>
<Sono più di tre settimane che lo sai, non pensi te ne abbia già dato tanto?>
<Non è così facile> sussurra
<Lo so>
<Senti Mika so che sei normale, mi hai dato tempo è vero ma non mi basta. Non ti chiedo di capirmi solo di non abbandonarmi>
<Non lo farei mai> l'abbraccio, è proprio vero è alcune volte un abbraccio vale più di mille parole.

Ci stringiamo e capisco che non posso tornare a casa perchè sono già a casa.

Mi ricordo improvvisamente di Andy <Che cosa ti ha detto quando vi siete abbracciati?> Chiedo ancora più curioso perché prima il mio ragazzo non me lo aveva voluto dire.

<Signora, mi ha detto,di notte quando è nuvoloso le stelle sono oscurate, però anche se non si vedono ci sono sempre>
La guardo perplesso
<Mika tu per me sei una stella che brilla, quella che non riesco a vedere perchè oscurata dalle mie stesse paure. Non ti vedo ma ci sei e sono sicura che non te ne andrai>

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