Fiducia

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PERCHÈ NON ME LO HAI DETTO PRIMA?>
<Calmati...>
<NO NON MI CALMO MIKA IN QUESTO PERIODO VA TUTTO MALE>
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Mika

Torno a casa, immerso nei miei pensieri ma dei singhiozzi provenienti dalla camera di mia sorella mi attirano.
<Zuleika?>
<Vattene> mormora. È sdraiata sul suo letto e sta bagnando il cuscino con le sue lacrime.
<Hey> mi avvicino e le accarezzo i capelli.
<Mi fa stare così male> sussurra dopo diversi minuti, ho una morsa allo stomaco <Non permettere MAI ad un ragazzo di farti soffrire> ride lievemente <Dico veramente Zuleika, dimmi il nome che ci penso io>
Alza il viso dal cuscino, si asciuga le lacrime e mi sorride anche se nei suoi occhi vedo solo tristezza <Papà> dice solamente abbracciandomi.
Altro che ragazzi, questo è un vero problema <So che ti manca...>
<No Mika questo è il punto non mi manca>
<Che intendi?>
<Lavora sempre ormai non lo vedo più, non c'era mentre cambiavo e probabilmente se gli facessero una domanda su di me, sbaglierebbe la risposta perchè in fin dei conti non mi conosce. Ho paura che non mi interessi più niente di lui.>
<Ti vuole bene> le rispondo solamente
<Lo so ma questo non vuol dire che automaticamente gliene voglia io>
Sospiro, so come si sente <Devi provarci, devi permettergli di conoscerti>
<Non voglio essere sempre io a iniziare, perchè dovrei? In fin dei conti gli altri non fanno così con me. Non sono più stupida di loro, no>
<L'ho passato anche io> le confesso <ma ora gli voglio bene>
<E come hai fatto a superare la lontananza?>
<Se tieni veramente a qualcuno superi tutti gli ostacoli, troverai il modo per farcela, non so come, ma lo troverai>
<Non mi hai detto come hai fatto...>
<Il mio metodo è sbagliato, mi sono costruito uno scudo, chiuso in me stesso. Mi occupavo dei problemi degli altri, gli aiutavo a superarli solo per dimenticarmi dei miei; hai presente quel tipo di persona che scarica tutto sulle tue spalle, che fa la vittima e fa diventare il più piccolo problema una catastrofe? Mi rifugiavo in loro, gli aiutavo e gli facevo credere che avessero veramente dei problemi gravi, come volevano loro, quando i miei erano sempre più grossi. Ma tanto nessuno si interessava a me e alla mia storia, erano tutti presi da loro stessi e io continuavo a essere definito il ragazzo "calmo e silenzioso", lo odiavo, tu sai che sono diverso.Lo facevano tutti tranne lei> sorrido.
<Lei chi?> chiede curiosa Zuleika
<La musica>
Mi squilla il cellulare <Rispondi tranquillo,sto meglio> mi autorizza mia sorella. Le sorrido e entro in camera mia.
<Mika?> la voce insopportabile del mio manager mi rimbomba nel telefono
<Dimmi> sospiro, ci siamo sentiti solo poche ore fa.
<Tra 2 giorni voglio che tua sorella mi invii delle bozze per la copertina del cd>
<Tranquillo, ho capito, me lo hai ripetuto già tre volte.Devi dirmi altro?> chiedo esasperato, pronto a chiudere la chiamata.
<Si mi volevo scusare con te>
<Per cosa?>
<Per Andreas..> non parlo con il mio ragazzo da oggi a pranzo, subito dopo la scenata con il cameriere.
<Cosa intendi?>
<Insomma ti avevo promesso che avreste lavorato insieme e invece lo devo mandare in grecia per un progetto. Comunque mi sembra che tu stia bene, come te lo ha detto?>
Non me lo ha detto, vorrei rispondere ma sono troppo sconvolto <Già be' ci vediamo domani, buona serata> non aspetto risponda che chiudo la telefonata.
Non capisco come sia possibile, non tanto il fatto che non mi seguirà nel tour ma che non me lo abbia detto. Oggi si è lamentato tantissimo per una cavolata quindi se si aspetta che io non mi arrabbi perché non mi ha avvisato si sbaglia di grosso. Ok, non è un proprio una cavolata il fatto che non voglia fare coming out però è anche grave che non mi abbia avvisato.La fiducia è qualcosa che non può mancare in un rapporto perché senza quella una relazione non può andare avanti e so che dopo questo niente tornerà normale. Lo chiamo senza pensarci due volte, voglio capire.
<Andreas?>
<Dimmi> 

<Mi sa che sei tu quello che deve dirmi qualcosa> rispondo alterato.

 No io niente> balbetta insicuro

<Ah..niente a proposito della grecia?del lavoro? Niente a proposito del fatto che tu mi abbia mentito? Niente a proposito della fiducia che tu hai sempre detto che non può mancare in un rapporto? Eh, Andreas? Niente?> urlo
<Calmati..> mormora
<Io non mi calmo per niente, come ti è venuto in mente. Dovevi avvisarmi o almeno potevi evitare quella scenata contro di me sapendo che anche tu stavi sbagliando>
<Te lo avrei detto, aspettavo solo il momento giusto>
<Bene, allora dovrai aspettare anche il momento giusto per fare pace con me> gli riattacco in faccia.
So che sono stato esagerato e che molta rabbia proviene dal fatto che ero sicuro saremmo partiti per il tour insieme e ora sono solo molto deluso, però oggi quando gli chiesto se sapeva qualcosa sui concerti lui ha risposto tranquillamente di no, è riuscito a mentirmi così bene, potrebbe rifarlo. Sospiro ancora e vado verso il pianoforte, la musica continua a essere quello in cui confido di più, con cui non ho paura di essere ferito, mi sono chiuso in me stesso e ho cercato per anni di allontanare tutti, se non li facevo entrare nella mia vita non potevano ferirmi andandosene. Non mi sono mai appoggiato a nessuno, perché se si spostava ero io quello che cadeva. Con lei è diverso: non mi può tradire, non può andarsene e quindi non mi può ferire, mi conosce e sa che il ragazzo calmo che andava a scuola non esiste, che era uno scudo dietro il quale nascondevo la mia vera personalità.
Il cellulare continua a suonare da ormai venti minuti, ho 10 chiamate perse da Andy e 20 messaggi sempre da lui tutti con scritto: "Chiamami" , "lasciami spiegare", "perdonami"; uno però è diverso "Tra un ora a casa mia e non accetto un no come risposta" dice.
Decido di non andarci e vado a vedere se mia sorella sta meglio.
<Avete litigato? Ti ho sentito urlare?>mi chiede
<Niente di importante> lo sto facendo ancora una volta, sto chiudendomi in me stesso e non sto condividendo il mio problema, non cambierò mai.
<Prima mi hai detto che sbagli a non raccontare ciò che ti succede quindi inizia a parlare ti ascolto>
<Abbiamo litigato perché lui non mi ha detto che non mi seguirà nel tour, andrà in Grecia e non me lo ha detto> spiego
<Ha sbagliato ma sono sicura che avrà avuto un ottimo motivo.Cosa ti ha detto?>
<In realtà gli ho chiuso il telefono in faccia> mormoro abbassando la testa colpevole
<Vedi? Lo dovevi lasciar parlare oppure non puoi accusarlo di qualcosa. E poi sei stato tu stesso che prima hai detto che se tieni a una persona, superi tutto per lei>
<Non è la stessa cosa> sussurro per niente convinto. Zuleika alza un sopracciglio <Gli vuoi bene?> mi chiede
<Certo>
<Ci tieni a lui?>
<Si>
<Dovete superare un ostacolo?>
<A quanto pare...>
<Bene quindi è la stessa cosa, ora vai, corri>sorride compiaciuta.
Alzo gli occhi al cielo ma penso a ciò che a ha detto e purtroppo realizzo che ha ragione.
<Ci andrò> rispondo rassengnato.
Non ci dovevo andare, penso davanti casa sua ma citofono comunque <Ah eccoti! Pensavo non venissi più>
<Avrei voluto> Andy ingnora la mia risposta e mi fa entrare in casa. In salotto c'è un tavolo apparecchiato per due.
<Non sono migliorato molto a cucinare> mi avvisa, facendomi sedere.
Sorrido lievemente, non mi voglio mostrare debole, voglio dimostrargli che sono arrabiato e che non è così facile riconquistarmi.
<Cosa hai fatto oggi?> chiede cercando di non toccare quell'argomento.

<Ho scoperto molte cose> lo guardo severo e lui abbassa gli occhi <Dai...non possiamo litigare per questo...>

Happy Ending /#MikAndy/Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora