Amnesia

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Entro dentro casa mia,con mia madre e Jordan che mi aspettano. Sicuramente mi chiederanno cosa mi avrà detto Alison.
«Devi finire la cena,tesoro.» disse mia madre.
Io mi incammino verso la cucina,facendo scricchiolare il pavimento.
«Ma non c'è nessun piatto,mamma.» dissi confuso.
«Scusami tesoro...ma è necessario.» disse mia madre rattristita
«Cosa è necessario?» domando ancora più confuso
«Ti addormenterai,e dimenticherai le ultime 3 ore,grazie a questo sedativo» disse Jordan fermamente.
Avrei dimenticato le ultime tre ore,la conversazione con Alison,avrei dimenticato le sue parole. E il viaggio.
«MAMMA!» urlai disperato.
Jordan mi fermò,aveva un mano molto forte e infilò l'ago nel mio braccio.
«Mamma...perché...mamma..» dissi senza fiato.
«Ci sono cose che non puoi sapere ora.» disse mia madre. Fu l'ultima cosa che sentii prima di addormentarmi,opponevo resistenza. Combattevo ma alla fine ho ceduto.
Niente ha più senso. Si cerca di vivere la propria vita in base a ciò che abbiamo sempre creduto,viviamo in base alle certezze che ci hanno proposto. Poi alla fine tutto questo crolla. Le certezze diventano dubbi. Diventano misteri. Vivi la tua vita normalmente,ma qualcosa fa crollare i pilastri,ciò che regge il tuo muro fatto di sicurezze,crolla su di te. Non sai più chi sei. Cosa sarai. Ci proiettiamo nel futuro,dimenticando di vivere il momento. Perdiamo il controllo perchè non siamo capaci di autocontrollarci. Ci mostriamo forti perchè siamo tremendamente fragili. Fragili come Alison,che aspetta un abbraccio di suo padre. Fragili come me,che ho paura di scoprire chi sono in realtà. La verità è una destinazione ma non sai dove raggiungerla. Mia madre e Jordan non avrebbero dovuto fare questo. Ma lo dimenticherò. Spero solo che la verità trovi il modo di raggiungermi,perchè non importa quanto sia sconvolgente io devo sapere chi sono,chi è mio padre. Devo conoscermi.
Mi sveglio piuttosto confuso,mi trovavo sul divano in soggiorno. Mi alzo e mi guardo intorno ancora stordito, non ricordo di essermi addormentato.
«Potrebbero riaffiorare dei ricordi...» sentii una voce maschile. Ci misi un pò di tempo a capire chi fosse,ma era sicuramente Jordan,l'ospite. Era piuttosto preoccupato.
«Ricordi di che genere,Jordan?» disse mia madre ancora più preoccupata
«Il suo cervello è consapevole di ciò che abbiamo fatto. Cerca in modo di recuperare i ricordi..e nel farlo tornerà indietro. Ricorderà cose che crede di aver dimenticato..» dissi Jordan ansimando. Cosa mi avevano fatto? Perchè si comportano in questo modo?
Mia madre emise un respiro. Stava andando nel panico,faceva sempre così. Sentii che stava per piangere. Il mio instinto fu quello di alzarmi per abbracciarla ma non potevo,dovevo sentire ciò che mi nascondevano. «Quindi potrebbe ricordarsi di suo padre..di..--» disse mia madre ma non riuscì a sentire la frase. Un forte mal di testa mi devastò,crollai a terra e chiusi gli occhi.
14 ANNI FA
Mia madre entrò in camera mia con un pupazzo di spiderman. La mia cameretta era diversa all'epoca. Era di celeste ed era piena di giochi. Io ero impegnato a giocare con Batman,e appenda vidi il pupazzo fui colpito da un forte senso di felicità. Corsi verso mia madre e l'abbracciai forte. «E' bellissimo,mamma!» esclamai,contento.
«Ti piace? Te l'ha regalato papà!» disse dolcemente,accarezzandomi il viso.
Io mi misi subito a giocare e mia madre uscì dalla porta. Mentre giocavo feci volare batman e cadde fuori dalla mia stanza. Io sentii la voce di un uomo con altri uomini,non mi era permesso scendere ma ero troppo incuriosito,quindi presi il mio batman e scesi senza far minimo rumore. Non si trovavano in soggiorno,ma seguii le voci. Si trovavano in un posto mai visto prima nonostante fosse casa mia. La porta si trovava nascosta dietro allo specchio,io ne rimasi affascinanto. Mi nascosi per non farmi vedere. Jordan prese la chiave attaccata al suo collo e aprì la porta e tutti gli altri lo seguirono. Si dimenticò di chiuderla ed io entraii.
«Jerard. Non possiamo farlo,è troppo pericoloso. Tua figlia Alison non può stare senza padre. Ci pensi a lei o a tua moglie?» disse un uomo che aveva l'aria familiare. Aveva i capelli neri era piuttosto alto e aveva gli occhi color nocciola.
«Gregor..» disse guardando Jerard per mezzo secondo Gregor «La penso sempre,ma dobbiamo mettere al sicuro la nostra città. Abbiamo messo al sicuro tutta la droga dentro alla mia cassaforte. Nessuno la toccherà.» continuò fermamente.
«Non si tratta di questo. Se tutto andasse male questa sera,passeremo per i cattivi. Passeremo per la 'mafia'. I nostri figli non si devono toccare. Pensate alle consenguenze. Io non posso abbandonarlo per lasciarlo solo con la madre. Non potrei vivere senza lui. E Jerard Violet,tu non puoi vivere senza tua figlia. E' tropo pericoloso,non possiamo combattere con la mafia Moneir. Ci potrebbero essere dei morti.» disse Jordan,preoccupato. L'altro uomo rimase a guardare. «Dobbiamo agire» disse un'uomo freddamente. «Alexander...» disse abbassando il tono della voce Jordan.
ORA
Mi svegliai di colpo,Jordan mi guardò. Mia madre incominciò a disperarsi senza alcun motivo.
Non avevo forze,ma ricordo esattamente ciò che uscì dalla mia bocca.

«Sono...io tuo figlio?»
Poi chiusi gli occhi e mi addormentai.

Amore nel CrimineDove le storie prendono vita. Scoprilo ora