Papà,mi manchi.

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ALISON

Mi chiedo costantemente cosa sia successo quella sera,papà. Perché ora non sei qui con me? Io voglio seguire le tue orme per continuare ciò che facevi,mi fa sentire come te. Mi ricordo di te,amavi molto la mamma,e altrettanto amavi me. Ero la tua piccola "Ali". Mamma non mi lascia visitare la prigione,vorrei capire il perché. Non sai quante volte ho pianto,ma ora posso raggiungerti. Ho capito che i media mentono,non sanno la verità. La famiglia Teloiv non era nostra nemica,anzi. Ho ferito Daniel senza motivo. Ma l'ho fatto per te,e stavo facendo di peggio. Io lo amo,papà. Ed è troppo tardi. Vorrei averlo per me,ma lui è andato avanti. Essere stronza è una scusa,ho paura di dare troppo. L'altra volta ho trovato una tua pistola. Aveva il tuo profumo,e c'erano dei set di proiettili. Ma ciò che mi ha sorpreso di più e aver trovato una valigetta,con l'interno una lista di persone. Chi sono,papà? Mamma non mi capisce,vuole tenermi lontana da tutto questo,ma questo è il mio destino. Guardo sempre una nostra foto,sai? Eravamo al mio primo compleanno,tu mi tenevi in braccio e io,come un pompiere prova a spegnere l'incendio,soffiavo sulle candeline. Mi tenevi in braccio e mi sorridevi,il tuo braccio scoperto aveva un tatuaggio "alison". Avevi tatuato il mio nome e ricordo ancora cosa mi dicesti:

«Il tuo nome è scritto con l'inchiostro,così quando saremo lontani,tu sarai sempre con me.»

Papà,mi manchi. Ogni volta che guardo questa foto provo un senso di vuoto. Un vuoto così grande da poterci saltare al suo interno. Papà,voglio sapere la verità. Parlerò con mamma e ti verrò a trovare,me lo lascerà fare.
Squillò il telefono,era Meredith.
«Puttana!» esclamò Meredith
«Troia!» ricambiai io,alcune volte non la sopporto.
«Oggi ci sei per un po' di Bowling?. Sta anche qualche ragazzo...ah e porta un po' di roba.» disse;
«Meredith.» dissi con tono di disapprovazione «La roba ha un prezzo e un nome.» affermo piuttosto irritata. Io non l'ho mai provata,anche se sembro una puttana non lo sono,seguo dei principi.
«Dai uffa! Ci sono tanti ragazzi carini,che hanno tanta voglia!» disse sbuffando.
Riagganciai. Meredith non era così. Era una ragazza un po' bruttina,consapevole di essere tale. Era tozza e storta,bassa e piuttosto robusta,ma era mia «amica» per così dire.
Ma come mi conobbe lei si trasformò,cercò di imitarmi,a vestire come me,e cercò addirittura di dimagrire ma con un tentativo invano. Chi cerca di assomigliare non raggiungerà mai appieno i propri obiettivi. Presi l'iPod e ascoltai un po' di musica. Mi misi a ballare,ero piuttosto brava. Il mio vicino di casa mi guardava. E ne ero consapevole. Cosi feci qualche movimento sensuale,sentivo da lì una certa protuberanza nei pantaloni. Si guarda ma non si tocca. Era un bel ragazzo però,aveva gli occhi chiari e i capelli castani acconcianti in un ciuffo voluminoso,quando usciva dalla doccia e si metteva sul letto di camera sua,io apprezzavo molto il suo fisico da palestrato. Lui continuava a fissarmi così io gli domandai «Vuoi unirti a me?» Lui fece cenno di sì e dopo circa tre minuti,riuscì ad entrate nella finestra di camera mia. Aveva una maglietta aderente che mi permettevano di vedere i suoi pettorali. Incominciammo a ballare,lui si muoveva sensualmente. Ogni centimetro del mio corpo veniva toccato dal suo. Mise i suoi bracci tra il mio viso e mi baciò. Prima lentamente,poi mise la lingua sul mio labbro inferiore,delineando i contorni. Io misi la mia mano sul suo petto,lui ricambiò,prima toccando i miei seni e poi scendendo lentamente,sciogliendo ed incendiando ogni nervo del mio corpo. Volevo di più,cosi lo lanciai sul letto. Mi misi a cavalcioni su di lui,lui invertì i ruoli mettendosi sopra di me. Sentivo la sua erezione pulsarmi,mi feci scappare  un gemito. «Okay ora puoi andartene.» dico freddamente,facendo finire l'eccitazione.
«Sei impazzita? Ancora ti prego...» disse il mio vicino desideroso. Aveva il desiderio negli occhi,voleva scoparmi anche l'anima.
«Mi hai preso per un puttana? Ora vattene! Solo un ragazzo può usufruire delle mia grazie.» dissi piuttosto soddisfatta,ammiccando.
Lui mi guardò confuso,e se ne andò deluso.
Quanto mi piaceva far impazzire gli uomini. Mi rimetto i vestiti,aspettando un messaggio di Daniel. Perché non mi chiama?.
Ho capito ora vado a casa sua. Prendo la mia giacca di pelle,mi infilo gli stivali e mi metto il mio adorato rossetto rosso giungla. Magari dovrei lasciargli un bel messaggio con questo rossetto,come i vecchi tempi. Prendo la mia moto e parto. Mi è sempre piaciuta la sensazione del vento tra i capelli,la velocità mi donava un senso di dominanza. Questa moto fu un regalo per il mio 15esimo compleanno,ricordo ancora quando la vidi,fu amore a prima vista. Era nera con i fari viola,come il mio nome. Ha delle luci LED viola che ricoprivano le ruote,cosa che mi fa sentire una guerriera della notte. Parcheggio 50 mt prima dalla casa di Daniel. Mi incammino,ma siccome sono sempre educata,io non entro dalla porta ma dalla sua finestra. Entrai con molta facilità,ma non si trovava in stanza. Quel letto...quante volte siamo stati insieme lì sopra. Mi ricordo ancora quando dormii con lui. Avevo sempre gli incubi di notte e lui si addormentava a me,stringendomi forte baciandomi sul capo,mi mancano quei momenti solo nostri. Okay,non posso pensarci,sono qui per capire ciò che succede. Mi affaccio sulle scale e vedo Daniel dormiente. Mi avvicino cautamente a lui,e sembrava un angelo. Era bellissimo,ne ero davvero cotta. Basta,Alison. Concentrati. Perché sta dormendo? Sento delle voci provenienti dalla cucina,era la voce di Alicia,madre di Daniel.
«Non dovevamo farlo.» disse Alicia preoccupata;
«Dovevamo invece. È stata la miglior cosa,non dovevo tornare. Ho creato troppi sospetti... E se Alison si ricordasse di me?» disse Jordan preoccupato,con un accento di disperazione.
Ricordami di lui? Mi concentrai...ha solo qualcosa di familiare,ma non mi ricordo di lui.
«No,amore mio.» disse Alicia.
Il mio cuore sussultò a quelle parole,mi girai cautamente e vidi Daniel. Ora mi era chiaro tutto,non è Alexander il padre di Daniel,nemmeno Gregor ma Jordan.
«Lei non si ricorda di te. Ed hai fatto bene a tornare. C'è qualcuno che minaccia la nostra famiglia. E tu sei venuto a proteggerci.» continuò Alicia,confortandolo.
Qualcuno che minaccia la famiglia  Teloiv. Chi potrebbe essere? E se minacciasse anche la mia? I miei pensieri furono distratti da Daniel,che a quanto pareva si stava svegliando.
Prima di scappare sentii Alicia
«Quanto dura l'amnesia?»
«Non lo so» risponde Jordan preoccupato. Ora avevo capito,ha dimenticato ciò che ci siamo detti. Salii sopra senza far rumore e scrissi un messaggio sullo specchio con il mio rossetto rosso giungla.
AMNESIA,PICCOLO DANIEL.
Alison Violet.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Apr 06, 2016 ⏰

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