7 - Imbrogli e giustizia

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-Elettra! Torna indietro! Dove stai andando?-

Emma stava correndo dietro all'amica che non accennava a fermarsi. Accellerò il passo, riuscì ad arrivarle alle spalle e con estrema delicatezza la fermò prendendole il polso sano. La costrinse a voltarsi e la vide con gli occhi rossi e lucidi.

-Contenta ora? Brava mi hai vista piangere-

E detto ciò la bionda si voltò. Odiava farsi vedere in quello stato, odiava farsi vedere debole. Così lasciò lì l'amica e continuò a camminare imperterrita verso l'infermeria, senza nemmeno voltarsi indietro. Come vi entrò, tirò un sospiro di sollievo e si sedette sul lettino bianco, aspettando che l'infermiera la medicasse.

Nel frattempo Emma era rimasta là, impietrita, sconvolta dal comportamento dell'inquilina che solitamente era solare ed amichevole.

-Hey Emma, dov'è Elettra?-

Aris la raggiunse con il fiatone, l'avevano cercata ovunque. Già, "avevano"; con il biondo c'era anche Jamie, reduce dalla vittoria della finale contro Elettra.

-È andata a farsi medicare in infermeria-

Disse la ragazza semplicemente, aveva capito cosa voleva l'amica e le avrebbe dato un pò di tranquillità. Se fosse stata al suo posto avrebbe fatto la stessa identica cosa.

-E non andiamo a vedere come sta? Dopotutto è arrivata seconda e dovremmo congratularci con lei...-

Il biondo continuava a non capire, era loro amica, sarebbero dovuti andare da lei, no? Almeno, se fosse dipeso da lui sarebbe stata la prima cosa che avrebbe fatto, e gli avrebbe fatto piacere vedere i suoi amici interessarsi a lui. Venne però interrotto da Jamie che scosse la testa, in disaccordo. Il figlio di Loki riusciva a capirla, non voleva essere disturbata.

-No. Ci conviene andare, piuttosto. Ci sarà un banchetto in mio onore tra poco nella mensa, non ci conviene perderlo-

E sebbene nessuno di loro avesse particolarmente voglia di mangiare, si avviarono verso la sala dove si sarebbe tenuto il pranzo.

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Era appena finito il banchetto, Elettra l'aveva capito dai rumori che provenivano dalla stanza sopra alla sua testa; un gran fracasso di gente già stanca che, approfittando del permesso di andare a dormire prima, si stava dirigendo nella propria camera nontante fosse appena pomeriggio. La ragazza sorrise amaramente, idioti. E pensare a quando avrebbero dovuto andare di pattuglia per Pangea, cos'avrebbero fatto? Con un gran sospiro si stese a terra, sdraiandosi sull'erba fresca che ornava quella stanza.
L'aveva scoperta qualche giorno prima, vagando per i lunghi corridoi. Era una sorta di giardino in una stanza e lei lo adorava; spesso nel bel mezzo della notte si alzava e andava lì per riposarsi. Chiuse gli occhi e rilassò il braccio fasciato.

-Immaginavo fossi qui. La prima scelta era in realtà la palestra; saresti così sciocca da allenarti anche con un braccio rotto-

Elettra aprì gli occhi di scatto, il cuore le balzò in gola e si tirò su, le guance accese di rosso. Avrebbe riconosciuto quella voce odiosa ovunque. Che ci faceva quel cretino di Jamie lì? Non poteva stare in pace nemmeno in quella stanza?

-Come facevi a sapere di questa stanza?-

Chiese irata. Era ferita, quella stanza era una sorta di luogo segreto per lei, e quando c'era lei non doveva entrare nessun'altro; nemmeno se quella persona era Emma.

-Sai stellina, non sei l'unica che bazzica nei corridoi di notte-

E come lo disse le labbra sottili del ragazzo si curvarono all'insù, disegnando sul suo viso una sorta di ghigno. Infatti giusto due giorni prima l'aveva vista dirigersi verso quella stanza e, incuriosito, l'aveva seguita, scoprendo quell'angolo di paradiso dove talvolta si recava anche lui. Elettra sbuffò scocciata e si rimise sdraiata, richiuse gli occhi e si rivolse a lui con tono saccente

-Allora? Che ci fai qui? Sei venuto per vantarti della vittoria?-

Era diventata improvvisamente aggressiva e si mordeva il labbro, sentendo il nodo alla gola stringersi. Già, le bruciava un sacco il fatto di non essere riuscita a vincere e soprattutto a causa di uno stupidissimo imbroglio. Era ferita nell'orgoglio: era la figlia di Atena, dea della saggezza e dea dell'arte militare, come aveva potuto perdere per un semplice abbaglio?

-In realtà sono venuto a portarti questo-

Disse il ragazzo sedendosi nell'erba accanto a lei e porgendole una fascia apposita da mettere intorno al braccio. Questo la fece innervosire solo di più: Ora era strafottente, ora era gentile. Quel ragazzo aveva qualcosa che non andava, Elettra ne era sicura. In ogni caso afferò la fascia che l'altro le stava porgendo e se la mise in tasca.

-Bravo, ora puoi andartene-

-Che ne dici di una rivincita figlia di Atena?- La bionda si costrinse ad aprire gli occhi e a voltare la testa verso il ragazzo che la stava fissando serio.

-Ho un nome- borbottò cercando di mascherare lo stupore -in ogni caso accetto, ma questa volta niente imbrogli, okay figlio di Loki?-

Il ragazzo sorrise divertito. L'orgoglio di quella ragazza anzichè mandarlo so tutte le furie lo affascinava; se non fosse stata figlia di Atena avrebbe potuto farci un pensierino.

-Andata. Sta notte, sotto alla Luna non potrò accecarti in alcun modo. Inoltre staremo fuori dall'Accademia e andremo nella radura in mezzo al bosco, così non sveglieremo nessuno. Okay - e sorrise -...Elettra?-

La bionda annuì, ci sarebbe stata. Con un sorrisetto si risdraiò a terra e nascose un sorrisetto

-Ci si vede sta sera...Jamie-

E detto ciò si richiuse in un silenzio tombale, aspettando di sentirlo andarsene. Li riaprì dopo una mezz'ora circa, non aveva avvertito nessuno spostamento, eppure il ragazzo non era più lì. Alzò gli occhi al cielo esasperata e si lasciò sfuggire una risata, era tutto così dannatamente surreale. Si rialzò da terra e si tolse l'erba dalla tuta. Era ora di andare a scusarsi con Emma ed Aris, era stata davvero scortese nei loro confronti. Si rimise le scarpe e camminando tranquillamente uscì dalla stanza, dirigendosi verso il proprio dormitorio dove l'attendevano i suoi amici. Da dietro una colonna Jamie osservava ogni qualsivoglia movimento della biondina, cercando di non perderla di vista e, al contempo, di non farsi scoprire da nessuno. L'avrebbe seguita fino a che non sarebbe arrivato il momento dello scontro, e lui sapeva esattamente dove avrebbe dovuto portarla. Non avrebbe perso nemmeno questa volta.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Mar 29, 2016 ⏰

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