Capitolo 6 - A volte ritornano

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La ragazza alla finestra non è Savannah, ma le somiglia. È bella, sensuale e giovane. Molto giovane. Si gira verso di me e mi sorride.

«Signor Miller» mi chiama, mentre io mi avvicino lasciandomi inebriare dal suo profumo. I suoi occhi verdi, illuminati dalla luce del sole, non lasciano mai i miei mentre mi sbottona la camicia.

Non mi sentivo così vivo da molto, molto tempo, da molto prima di morire.

Guardo la porta. Sarà chiusa a chiave?

«Smettila di fissare la porta.» mi dice la ragazza, «Guarda me.»

La guardo, è bellissima. I miei occhi però continuano a essere attirati dalla porta.

Il pomello si gira lentamente, ma non si apre. Dev’essere chiusa a chiave.

«Henry!» è la voce di Lexie, sta bussando, «Apri subito.»

Io non mi muovo. Sono in preda al terrore.

«Henry! Cosa credi di fare?»

Apro gli occhi.

Cosa credi di fare, razza di idiota?

È la voce di Henry. Mi guardo intorno confuso, sono in camera da letto, Lexie dorme tranquilla accanto a me.

Mi sto godendo la vita. La vita che tu mi hai tolto.

Abbiamo appurato entrambi che si è trattato di un incidente.

D'accordo. Allora anche il nostro scambio di corpi può essere visto come un incidente.

Non è stato uno scambio. Tu hai rubato il mio corpo e ti sei preso la mia vita, lasciandomi con un pugno di mosche in mano.

Mi sto agitando nel letto e non voglio svegliare Lexie, così mi alzo e sgattaiolo in bagno. Mi guardo nello specchio sopra al lavandino.

Stammi a sentire, Henry, non rinuncerò a tutto questo. Lo sai tu e lo so io.

Finirai per combinare un casino.

Okay, hai ragione. È quello che faccio di solito. Ma… sto cambiando.

Manderai tutto a puttane.

«Si può sapere di che diavolo stai parlando?» mi accorgo di averlo chiesto ad alta voce.

Tu! Tu mi farai mandare tutto a puttane se non la pianti di ronzarmi nella testa come una fastidiosa mosca del cazzo!

Ti sbagli se credi che me ne starò qui buono mentre tu vivi al mio posto. Ho avuto a che fare con parassiti come te per tutta la mia vita.

E io ho avuto a che fare con arroganti figli di puttana come te per tutta la mia. Togligli le loro certezze e diventano piccoli piccoli.

Che intendi fare?

Potrei dire a Lexie di Savie. Come credi che reagirà?

Non osare sfidarmi.

Preferisci che lasci la tua amante? Avresti molto più tempo libero da dedicare ai tuoi figli e alla tua adorabile mogliettina. Già che ci sono, potrei anche lasciare l’Università. Ora che ci penso, i libri non mi sono mai piaciuti granché.

«Tutto bene?» Lexie mi ha raggiunto in bagno.

«Ehi, tesoro. Non volevo svegliarti.» le accarezzo una guancia, «Ho avuto un incubo.»

«È per la macchina, non è vero? Sta portando a galla tutta una serie di brutti ricordi.» si morde le labbra, capisce di aver detto qualcosa in più.

«La macchina?»

Non mi ricordo dell’auto, ufficialmente a causa dell'amnesia e ufficiosamente perché non sono Henry.

«Ci tenevi molto. Eri come impazzito quando te l’hanno rubata.»

«Sì, ma poi… ne ho comparata un’altra… Più bella. Era solo una vecchia auto.» mi avvicino a mia moglie e l’abbraccio, «L’unica cosa che conta davvero per me è la mia famiglia.»

«Sono felice di sentirtelo dire.» appoggia la testa sulla mia spalla.

L’unica cosa che conta davvero per te sono i miei soldi, dice Henry.

Forse. E scommetto che ci tieni anche tu. Quindi ti consiglio di restare buono buono nel tuo angolino, se non vuoi che mandi davvero tutto a puttane.

Siamo passati alle minacce adesso?

Diciamo agli avvertimenti.

Come osi? Io potrei farti impazzire, se solo lo volessi.

Decido di ignorarlo, «Andiamo a dormire?»

Lexie annuisce e mi segue in camera da letto.

Potresti, è vero, ma non lo farai. Qualcosa mi dice che si tratta di qualcosa di più di una vecchia auto… e chissà… potrei fare qualche domanda qua e là, magari a quei simpatici agenti che sono stati così gentili da venirci a trovare a casa l’altro giorno.

Lexie si stende sul letto e io mi sdraio dietro di lei.

«Buonanotte.» le sussurro all’orecchio e la stringo forte a me.

Buonanotte, Henry, aggiungo mentalmente, sogni d’oro.

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