Fredda come il ghiacciaio..è così che mi sento. Il mio cuore vive in una palla di vetro. Una di quelle con la neve dentro, che si trovano sotto l'albero la mattina di Natale, di solito regalate da una vecchia zia che non vediamo da troppo tempo.
Lu...
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Eira
9 Gennaio 2004
La neve con un soffice e candido mantello bianco avvolgeva ogni cosa. Volteggiava nell'aria lieve come una farfalla, ricamava gli alberi, poi si posava esitante e stanca sui tetti delle case. Delicata come il petalo di una rosa ricopriva il terreno ormai gelato come un iceberg. Cadeva silenziosa sui rami degli alberi che si inclinavano come per salutare.
Tutto era meraviglioso come in un sogno. Questo era l'unico ricordo bello che non mi era ancora stato tolto.
Quell'essenza cristallina si posò lentamente sulle mie mani coperte da guanti realizzati accuratamente da mia madre per il mio ottavo compleanno. Era un piccolo batuffolo di cotone ai miei occhi e la guardai come se non avessi visto niente di più bello.
Un grido alla mie spalle mi fece sussultare.
< Jericho, mi hai fatto spaventare!>
<Guarda cos'ho per te. Auguri piccola phrionnsa (che in gaelico scozzese significa principessa).> disse ponendomi una scatola color oro con delle incisioni a tema floreale e delle frasi prive di senso al centro.
Cercai di forzarla.
< Cos'è e perché non riesco ad aprirla? >
<Devi leggere l'iscrizione... solo dopo aver pronunciato quelle parole si aprirà, ma non è questo il momento giusto per farlo. Mi devi promettere che non lo aprirai finché non te lo dirò io, intesi?>
<t-te lo prometto, ora però andiamo a giocare?>
Gli presi la mano e andammo a fare un pupazzo di neve.
Jericho era l'unico amico che avevo e l'unica persona, definiamolo così, dove sentivo di avere un legame.
Oggi, 20 marzo 2016
La mia dimora si trovava in un piccolo paesino dimenticato da tutti e buttato in un pezzo di terra della Scozia costeggiata da casette cinte con dei bei giardinetti avvolti da un manto di neve, parchi popolati da bambini che giocano a rincorrersi o a fare battaglie con le palle di neve e persone che trascorrono parte delle loro giornate a poltrire su un divano o dietro le finestre a scrutare con circospezione ogni movimento dei vicini.
Parcheggiai sul vano di fronte il garage, presi lo zaino e mi avviai all'ingresso, non ebbi neanche il tempo di prendere la chiave che la porta si aprii trovandomi di fronte il volto rugoso dalla rabbia di mio cugino Frank.
Ed ecco che ora mi aspetta una bella sgridata.
<Eira, dove sei stata per tutto questo tempo?! Hai la minima idea di che ore sono?! > disse mio cugino infuriato, ma sapevo perfettamente che la sua rabbia era dovuta alla preoccupazione della mia mancata presenza nelle ultime 22 ore.
<Sono le... >
<Le 5 del mattino! I miei genitori erano preoccupati per te, ho dovuto mettere dei sonniferi nella camomilla per farli addormentare. Ti hanno vista ieri mattina andartene alle sette per poi non rincasare né a pranzo né a cena. Potevi almeno fare una telefonata, tu non sai quante balle ho dovuto raccontare. Stavolta hai davvero esagerato!>
< Frank, scusami, davvero non volevo mettervi in apprensione. >
<Dai entra e vatti a lavare che hai del.....> socchiuse gli occhi per focalizzare < sangue secco sul collo?!
<Si, sono andata ad uccidere un uomo per far giustizia a degli innocenti, che rimanga tra noi > feci occhiolino < Che c'è? Non fare quella faccia, è vernice...ho aiutato Claire in uno dei suoi progetti artistici ..sai com'è lei..>
<Fammi indovinare ...non c'era campo per avvisarci>
<Esatto! Comunque grazie per tutto quello che fai e scusami ancora, mi farò perdonare.> dissi abbozzando un sorriso.
Entrai di fretta e corsi in camera mia.
< Sai che questa volta non me la bevo, vero?> disse Frank in lontananza.
Buttai lo zaino sul letto e mi diressi in bagno.
Ho la faccia di chi non dorme da giorni.
Sciolsi i miei lunghi capelli color platino e li pettinai con cura.
Subito dopo iniziai a spogliarmi.
<Bellissima....hai un bel corpo ,lo sai?>.
Mi affrettai a prendere un asciugamano e mi coprii.
<Jericho! Sono nuda vai fuori di qui!>.
Come se non avessi detto nulla si spogliò anch'egli. Aveva le sembianze di un ventenne, bello, alto e con cappelli castano chiaro animati da qualche ricciolo che gli rimbalzava qua e là ad ogni movimento del capo, gli occhi verdi con qualche spruzzo nocciola rendeva il suo sguardo profondo e penetrante, per non parlare del fisico. Peccato che io ero l'unica a vederlo.
Chissà se tutti i demoni sono così.
Ma senza rendermene conto arrosii, cosa che non credevo mi potesse mai accadere.
<Ma che...ma che diavolo stai facendo?!>
<emm...la doccia insieme a te, proprio come quando eravamo piccoli.> disse con la naturalezza di un bambino.
Quel suo sorriso mi fece riaffiorare il ricordo di quando lo conobbi la prima volta, a sei anni. I bambini mi circondarono e mi tirarono palle di neve facendo cadere i miei occhiali rosa che mi proteggevano dalla luce solare. Presa dalla rabbia spintonai un bambino a caso che perse l'equilibrio e cadde battendo la testa su una piccola staccionata. Ricordo che una bambina andò dalla madre gridando <mamma, mamma la bambina di ghiaccio vuole uccidere anche me!>. Scappai piangendo e mi rifugiai dentro un grande tubo di metallo usato per la costruzione di edifici, quando ad un tratto in uno dei due estremi spuntò il visetto di Jericho con quel sorriso da innocente e rassicurante allo stesso tempo. Ricordo che mi tese la mano mostrandomi i miei occhiali, ricambiai il sorriso e mi avvicinai a lui. Da quel giorno non ci separammo più.
<È da un po' di tempo che non facciamo il bagno insieme, ma non capisco il perché, a me piaceva tanto.>
<Scherzi?>
<mmh no, non ci vedo nulla di male.>
<Prima eravamo piccini, ora è diverso... quindi no.> dissi arrossendo.
<Non farò nulla che ti possa dar fastidio>
Sbuffai. Aprii la vetrata della doccia ed entrai seguita da Jericho.... [continuerò prossimamente]