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Jericho

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Jericho

Aprii la vetrata della doccia ed entrai seguita da Jericho.

L'acqua scorreva e il mio corpo così gelido iniziava a riscaldarsi. Come se volesse cancellare la freddezza di quei ricordi marchiati con ferro rovente e visibili solo ai miei occhi. Sono ferite che squarciano la pelle e staccano ogni pezzo della mia carne per arrivare al cuore; e quando vedono quel piccolo essere pulsante di vita lo afferrano conficcando i loro luridi artigli per estrapolarne, giorno dopo giorno, il dolce succo della vitalità.

9 Gennaio 2004
Amavo giocare con Jericho. Era l'unico momento della mia vita dove mi sentivo davvero felice.
<phrionnsa, scusami, ma ora devo andare... ci vediamo> disse dandomi un bacio sulla guancia per poi sparire dietro un piccolo abete.
Mi buttai di schiena sulla neve, stando attenta a non toccarla senza la protezione di un tessuto, - un'altra piccola precauzione, come anche i miei occhiali, per chi come me è albina. - e iniziai a muovere gambe e braccia per fare l'angelo.
La mia quiete fu interrotta dal grido di mia madre proveniente da casa mia, una baita tra le montagne innevate della Scozia, con un piccolo laghetto ghiacciato sul retro. Raggiunsi, correndo, l'ingresso.
< Mamma? tutto bene?> dissi pregando tra me e me che mio padre non l'avesse picchiata di nuovo o peggio.
< Papà?>
< Fai silenzio, brutta troia!> disse mio padre bisbigliando al piano di sopra susseguito da un tonfo.
Salii lentamente le scale e mi avvicinai alla camera da letto dove sentivo mia madre singhiozzare a ritmo regolare.
<Eira, piccola mia, non entrare...mamma sta bene.> singhiozzò <vai a giocare.>
Mi avvicinai all'uscio e mie occhi si rifiutarono di guardare. Di scatto indietreggiai, ma qualcosa fermò il mio passo.
<Dove credi di andare, piccola ficcanaso.> disse mio padre afferrandomi per il braccio e scuotendomi al punto da far cadere i miei occhiali.
<Non hai sentito tua madre? Ti aveva detto di non salire. Ora ti punisco per non aver ubbidito>.
Emanava un forte odore di alcool mischiato con della marjuana e sembrava non curarsi più dell'aspetto, portava una lunga crespa barba, così anche i capelli e sembrava aver messo su qualche chilo in quest'ultimo periodo.
Mi trascinò con forza nella stanza.
< che vuoi fare? Lasciala stare..ti prego> disse mia madre piangendo < farò tutto quello che vuoi, ma lasciala stare..è solo una bambina>
< sta zitta, lurida puttana!> disse mio padre dandogli uno schiaffo in pieno volto. Mia mamma, la mia bellissima e forte mamma, giaceva su quel letto dove mancavano pure le lenzuola, mezza nuda e coperta da lividi. A malapena si riusciva a distinguere il volto.
< Guarda piccola puttanella guarda cosa ti succede se fai come tua madre> disse slacciandosi i pantaloni e avvicinandosi a quella creatura indifesa che era mia madre.
Anche se vedevo tutto appannato, riuscivo a distinguere la paura  stampata nei suoi occhi. In preda al panico scappai in camera mia.

Oggi 20 Marzo 2016
Perché qualunque cosa che emetta calore mi fa pensare al bollore del sangue appena sgorgato dal corpo? Sto impazzendo? Sto diventando una di quei maniaci che perde il controllo al punto da uccidere gente innocente? Oppure... <ssh...quanti pensieri sciocchi ti fai. Goditi questo momento di relax...> disse Jericho alle mie spalle mentre mi massaggiava ed insaponava i lunghi capelli.
Alzai la testa più che potevo per guardarlo negli occhi.
<Perché?>
<perché ,cosa ?> disse guardandomi perplesso.
<Perché hai scelto me? Cioè ci sono tanti ragazzi e ragazze che hanno avuto un infanzia come la mia...tu ripeti sempre che mi hai voluto aiutare, che mi hai visto in difficoltà, però perché proprio me?>
Lui mi sorrise e mi baciò la fronte.
<Mia dolce phrionnsa, tu non hai la minima idea di quanto tu sia speciale...Ho scelto te perché tu sei diversa dagli altri umani. Quando ti vidi lì, nascosta in quel tubo, quando ti prendevano a palle di neve non ho visto nessuna paura, ma solo dolore del fatto che non eri accettata dai tuoi coetanei e nonostante tutto hai avuto la forza di ribellarti e di mostrarti più forte di loro.>
< Si , ma...>
< ssh, ora basta chiudi gli occhi.> disse accarezzandomi le spalle, la schiena, le braccia.... i fianchi.
Sentivo il suo caldo respiro sul collo, per poi sull'orecchio.
Ma che diav...
Ad un tratto mi attira a se e mi abbraccia.
<emm Jericho...> mi scostai <ma che stai facendo?> .
<ssh...quanto parli> disse baciandomi il collo.
Sentivo il mio cuore che batteva il vetro della sua palla in cui viveva. Vuole ribellarsi.
E non era l'unica cosa che sentivo in quel momento.
<JERICHO?! MA CHE TI PRENDE?!> dissi spingendolo fuori dalla doccia.
<Non riuscivo a controllarmi...Scusa.>
<Ora capisci perché non possiamo fare la doccia assieme ?!>
Jericho annuì, ma non sembrava mi stesse ascoltando.
<ehi, ci sei? Tutto bene?>
Sembrava stesse ascoltando qualcosa non udibile alle mie orecchie.
< si, si, scusami, ma devo allontanarmi un attimo>.
Il suo comportamento mi ha stranito, ma non gli diedi molta importanza.
Subito dopo che se ne andò uscii coprendomi con un asciugamano e mi asciugai i capelli.
Perché il mio cuore ha reagito? Non deve accadere più.
Andai nella mia stanza per vestirmi, ma quando aprii la porta non credevo ai miei occhi; rimasi pietrificata davanti lo stipite della porta.
<Cosa gli hai fatto?> dissi allarmata.
< Stai tranquilla questo cuore è quello che mi hai portato> disse mangiando quell'organo con ai piedi del letto mio cugino in erme.
Corsi subito a controllargli il polso e tirai un respiro di sollievo - ha perso solo conoscenza.
Guardai arrabbiata il ragazzo riccioluto sul mio letto.
< perché l'hai fatto?>
<perché ti preoccupi tanto per un essere dove non provi neanche un legame affettivo.>
<anche se non provo sentimenti verso ogni essere vivente sulla terra, eccetto rabbia ed odio, non significa che non devo preoccuparmi per una persona che mi è stato sempre vicino e che continua ad aiutarmi incondizionatamente >
Jericho scoppiò in una fragorosa risata < a volte sai essere davvero patetica, ti comporti quasi come loro>
<ma io sono come loro! Guardami ! quello che proviene dagli inferi sei tu!>
<io non vengo da quel luogo e tu lo sai! Ma proprio non capisci?!>
<capire cosa ?!>
<lascia perdere. E la prossima volta assicurati di aver chiuso bene la porta di camera tua...l'ho beccato mentre frugava nel tuo zaino.>
Rabbrividii <non mi dire che...>
<no, l' ho fermato in tempo, non ha visto né il pugnale né questa bontà. Non ti sforzare a ringraziarmi> disse strappando con i denti sovraumani un pezzo dell'organo.
Poi amareggiato lo lanciò sul pavimento e svanì nel nulla. Sbuffai e pulii tutto, mi vestii più in fretta che potevo ed andai a soccorrere Franck.
<Franck? Svegliati, sono io Eira>
<mmh..gh-ah> mugolò aprendo lentamente gli occhi < che è successo?>
< hai perso i sensi...probabilmente un calo di pressione.>
<ah si, stavo...mmh ti stavo cercando>
<si? Stavi cercando me, sicuro? O qualcos'altro?> dissi guardandolo sospettosa.
<cosa vorresti insinuare! Non sono una di quelle persone che fruga nelle cose altrui!> disse alzandosi di scatto, ma barcollando un po'.
<Ceeeerto...non sei quel tipo di persona> risposi con freddezza.
Idiota e bugiardo.
< ora andiamo a fare colazione che non ci vedo più dalla fame.> dissi sorridendo ponendo fine alla discussione.
Mi avviai verso la porta quando notai Franck fissare il mio zainetto come se stesse pensando qualcosa accaduta attimi prima.
Forse avrà visto qualcosa.
<tutto bene? > lo guardai <Ti senti di nuovo male?> Ad un tratto distolse lo sguardo e si diresse in cucina senza dire una parola. [continuerò prossimamente]

 [continuerò prossimamente]

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Franck

La ragazza di ghiaccio Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora