35.

864 52 4
                                    

"Sai, da piccola ho dato il tuo nome ad uno dei miei bambolotti.." Borbottai sedendomi stanza e poggiandomi ad una delle pareti.
"E cosa c'entra ora questo?" Domandò divertito Simone prendendo la sua bottiglia.
"Era per fare conversazione.." Rida cucchiai stringendomi nelle spalle.
"E sentiamo,  perché hai dato il mio nome ad uno dei tuoi bambolotti?" Chiese divertito sedendosi al mio fianco. Quel giorno avevo finito presto le lezioni e mi ero incontrata come al solito per fare al meglio quel passo a due. Ultimamente passavamo molto tempo insieme e avevamo iniziato a legare più di prima.
"Perché c'era un figlio di un'amica di mia madre che si chiamava così ed io ero innamorata di quel bambino e ho deciso di battezzare così il mio nuovo cicciobello.." Simone scosse la testa divertito alzandosi.
"Su cicciabella, alzati che ripassiamo un'altra volta." Mi prese in giro.
"Ai suoi ordini.."

"Lucrezia.. Le braccia poco più alte.." Mi richiamò Kledi mentre ballavo il passo a tre con Alessio e Stefano. Feci come mi aveva detto continuando a ballare quella coreografia che a mio parere era molto bella.
"Perfetto.." Annunciò continuando ad osservarci.
Questa coreografia parlava di tre grandi amici che però vivevano tutti lontani. Ma nonostante questa distanza c'erano sempre l'uno per l'altro. Uno dei tre amici, in questo caso Stefano, aveva un problema e gli altri due, io ed Alessio, gli dimostravano che poteva sempre contare su di noi e che non sarebbe stato da solo. Per tutta la coreografia nessuno dei tre entrava in contatto con l'altro come a simboleggiare quella distanza, ma i movimenti gli uni degli altri erano coordinati. Solo alla fine della coreografia i tre ragazzi si riunivano in un abbraccio.
Trovavo quel pezzo molto significativo per due motivi: parlava di amicizia e della sua importanza; poi era un modo per essere più vicino ad Andreas.

"Quanti pezzi hai questa settimana?" Mi domandò Lele stendendosi sul suo letto e facendomi segno di stendermi al suo fianco.
"Mmh.. Allora ho il pezzo insieme ad Alessio, la comparata con Michi, la prova di squadra, il pezzo di Garrison, un passo a quattro di Kledi e un passo a tre di Veronica.. Quindi sei pezzi in tutto.." Mormorai contando ogni pezzo sulle dita delle mano.
"Anzi sono sette, sto portando anche un pezzo mio."  Aggiunsi mentre Lele mi guardava sorridente.
"Tu?"
"Io ne ho sei più il mio inedito..."
"Quella canzone è stupenda.. Mi piace troppo." Esultai come una bambina felice facendolo ridere.
"Sono felice che ti piaccia." Sorrise lasciandomi un veloce bacio sulle labbra. Quanto mi piacevano quei baci inaspettati.

"Lu.." Mugugnai qualcosa stringendomi tra le braccia di Lele. Non avevo le forze di aprire gli occhi. Ricaddi subito nel sonno profondo.
"Lucrezia.." Sussultai tirando un colpo all'aria e colpendo qualcuno quando sentii una presa sulla mia spalla.
Mi alzai ed aprii gli occhi soltanto quando sentii un gemito di dolore. Ci misi un po' prima di mettere a fuoco l'immagine a causa del buio che c'era nella stanza.
"Alessio? Che ci fai qui?" Domandai confusa stropicciandomi gli occhi.
"Devo parlarti, vestiti.. Non con cose della scuola." Disse velocemente per poi uscire dalla stanza. Corrugai la fronte confusa per poi stendermi di nuovo sul letto.
"Chi era?" Sentii la voce di Lele ancora addormentato.
"Alessio.."
"E che voleva?"
"Non lo so.. Dice che vuole parlare.." Borbottai per poi trovare le forze di alzarmi dal letto.

Quando fui pronta uscii dalla camera ed andai nel piccolo salotto ma di Alessio non c'era traccia. Poi vidi la luce del giardino accesa e quando intravidi un'ombra capii che fosse lui.
Tornai in camera e presi una felpa prima di uscire fuori.
"Che succede Ale?" Domandai con gli occhi ancora mezzi chiusi.
"Volevi sapere cosa nasconde Andreas, giusto?"
"Non potevi aspettare qualche ora? Dovevi parlarmene proprio alle tre e mezzo di notte?" Domandai confusa. Volevo sapere più di ogni altra cosa quello che nascondeva Andreas, ma era troppo presto per parlare di un argomento che sembrava essere abbastanza serio.
"Mi dispiace averti svegliata ma dobbiamo andare in stazione.." Spalancai gli occhi confusa. Cosa stava dicendo?
"Cosa? Non possiamo.."
"Stai tranquilla, ho parlato con Elisa e ci ha fatto dare il permesso dalla redazione.." Disse Alessio spegnendo la sigaretta e aprendo la porta della casetta. Lo guardai titubante se seguilo o meno.
"Andiamo?" Mi richiamò quando notò che non lo stavi seguendo.
Annuii seguendolo ed uscendo anche io dalla casetta.
"Posso sapere almeno perché andiamo in stazione?" Chiesi confusa.
"Dobbiamo andare a Fabriano.."
"Cosa? Mi puoi spiegare per favore? Non sto capendo nulla.." Dissi confusa.
"Ti spiegherò durante il tragitto.."

It's youDove le storie prendono vita. Scoprilo ora