Prologo

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TYLER

Se ne era andata senza dirmi nulla, era partita per New York senza avvisarmi e senza parlarmi.
Non aveva detto niente la sera in cui le avevo raccontato tutto, la sera in cui le avevo detto che avevo ucciso i suoi genitori. Dopo quella volta non l'avevo più rivista, erano passate due settimane da quel giorno ed io ero venuto a conoscenza della sua partenza solo in quel momento.
Me lo aveva detto Peter che a sua volta lo aveva saputo da Beatrice, la sua ragazza nonché migliore amica di Élodie.
Ero andato a casa sua molte volte, ma non mi aveva mai risposto. Alice diceva che non voleva parlarmi e che dovevo darle del tempo per se stessa.
Io continuavo a chiederle di farmi salire, ma non voleva.
Una volta era anche scesa in strada lei per parlarmi. Era stato strano.
Nonostante sapesse che avevo ucciso sua figlia e, anche se indirettamente, suo marito, non provava odio nei miei confronti, ma aveva anche cercato di confortarmi dicendomi che Élodie avrebbe fatto la scelta giusta per tutti e due.
In quel momento però non ne ero più tanto sicuro, se ne era andata e non c'era più nulla che io potessi fare per riprendermela.
« Ehi Amico!» bussò alla porta della mia camera Josh.
Non risposi sperando che se ne andasse, ma così non fece ed entrò.
« Cazzo, sei proprio cotto per sta ragazzina!» disse vedendo la condizione in cui mi trovavo.
« Cosa vuoi Josh?» chiesi al mio migliore amico evitando di rispondere alla sua provocazione.
« Sei serio Ty?» mi chiese di rimando.
Alzai gli occhi al cielo e non risposi sperando che se non lo avessi considerato se ne sarebbe andato, ma non fu così.
« Cosa ti passa per quella fottuta testa?» chiese ancora.
Non risposi e gli girai le spalle.
« Non vuoi parlare? Va bene, allora parlo io.» sbottò molto teatralmente che, se fossi stato in condizioni diverse, gli sarei scoppiato a ridere in faccia.
« Ti ho salvato il culo un casino di volte, ti ho aperto gli occhi quando stavi per sbagliare e ogni volta che ti cacciavi in un casino ero sempre pronto a tirarti fuori dai guai. Ho badato più alla tua incolumità che a quella di mia sorella di otto anni.» cominciò sorridendo.
« Vai al punto.» dissi freddamente.
« Ho lavorato come non so cosa per non farti deprimere o uccidere durante questi ultimi cinque anni. Quindi, se pensi di poter buttare nel cesso il mio duro lavoro per una ragazzina che se ne è andata via senza dirti nulla, ti sbagli di grosso e ti conviene muovere il culo e uscire da questa stanza prima che ti faccia uscire io con la forza.» concluse alzandosi dal mio letto.
Risi amaramente scuotendo la testa. Avevo ascoltato ogni singola parola del suo monologo, ma nella mia testa era rimasta impressa solo la frase in cui mi diceva che Élodie se ne era andata via senza dirmelo.
« Tu non sai niente.» gli dissi.
Lo sentii sospirare e poi cominciò di nuovo a parlare.
« Non mi interessa il perché se ne è andata o il cosa hai fatto per farle prendere questa scelta. L'unica cosa di cui sono certo è che da quando c'era lei eri diventato una persona nuova, migliore. Probabilmente per la prima volta di avevo visto adulto e pronto a sacrificarti per qualcosa che non sia una bottiglia di birra per sbronzarti.»
Era serio come non lo avevo mai visto e, anche se non lo avrei mai ammesso, questo lato di lui mi metteva un po' di timore.
« Cosa vuoi che faccia? Non mi vuole più vedere, non vuole più avere a che fare con me e non c'è nulla che io possa fare.» dissi esasperato.
« Forse non hai capito ciò che ti ho detto perciò te lo ripeto. Muovi il culo ed esci da questa stanza prima che lo faccia io con le maniere forti. Vai a riprenderti colei che ti sei fatto sfuggire dalle mani come un coglione. L'hai conquistata una volta, non vedo dove sia il problema per conquistarla di nuovo.» finì prima di uscire dalla stanza e sbattere la porta dietro di sé.
Sentii subito un vociare fuori dalla mia camera e capii che anche Steven e Peter c'entravano qualcosa con il discorso di Josh. A quanto pare anche loro erano in pensiero per me nonostante avessi fatto lo scorbutico, antipatico e menefreghista nelle ultime due settimane.
Loro però non capivano come mi sentivo.
Non conoscevano la verità su Élodie e mai si aspetterebbero che è la stessa ragazza a cui abbiamo, o meglio ho, strappato via i genitori.
Loro non capivano che razza di codardo ed egoista ero stato per tenerla al mio fianco.
Loro non conoscevano la vera storia e le vere motivazioni.
Nonostante avessi la consapevolezza del male che le avevo procurato non volevo lasciarla andare senza combattere.
Josh aveva ragione, l'avevo conquistata una volta e, anche se sapevo che a causa mia questa volta sarebbe stato molto più difficile entrare nella sua bolla e guadagnarmi la sua fiducia, non mi sarei arreso.
Sarei andato da lei, l'avrei cercata e avrei combattuto per l'unica ragazza che aveva rapito il mio cuore.
Forse ero un po' masochista, ma volevo che mi dicesse che era finita guardandomi negli occhi, lasciando che per l'ultima volta potessi leggere, in quelle iridi che tanto ho amato, la verità.
Mi sarei fatto perdonare, non sapevo come o se lei sarebbe stata disposta a perdonarmi, ma ci avrei provato.
Avevo un obiettivo ora: dovevo muovere il culo fino a New York e farmi perdonare.
La prima parte era una passeggiata, la seconda sapevo per certo che sarebbe stata un'impresa.
Avrei combattuto per lei.

Spazio autrice
Rieccomi!
Avevo detto che avrei aspettato qualche commento riguardo l'idea di cambiare il titolo, ma non vedevo l'ora di pubblicare perciò...
Ve lo aspettavate un capitolo di Tyler? Beh se vi è piaciuto, sappiate che ce ne saranno altri e che questa storia sarà strutturata in maniera diversa rispetto all'altra perché voglio provare a mantenere sullo stesso livello ciò che pensano i due protagonisti.
Ultima cosa: che ne pensate delle copertine e dei titoli che ho scelto?
Come sempre fatemi sapere.
Buona lettura, un bacio
Franci

Fight for herDove le storie prendono vita. Scoprilo ora