Capitolo 15

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ÉLODIE

« Ricordati ciò che ti ho detto: tu hai il potere di decidere come finirà questa giornata. Sta a te volerla concludere meglio di quella di ieri.» mi rassicurò la mia amica appena fermò l'auto a noleggio.
Me lo aveva ripetuto più volte quel discorso. Diceva che io avevo il coltello dalla parte del manico e che, in qualunque momento e per qualsiasi ragione, avrei potuto mettere fine a tutto e me ne sarei potuta andare. Sapevo che era vero, infatti era Tyler a dover parlare e cercare di riparare ciò che aveva causato. Sembrerò infantile, ma è stato lui a cominciare e adesso o conclude al meglio o sono disposta a dimenticarlo.
Questo era un altro punto che avevo discusso con Bea durante la notte. Sapevo quanto fosse difficile per me rimuovere dalla mia testa le persone o le azioni che mi erano successe, lo avevo testato più di una volta, ma ero disposta a farlo se, una volta terminata questa giornata, i risultati dell'incontro con il mio ex sarebbero stati negativi. Inoltre avevo deciso che non sarei più scappata e non mi sarei più nascosta se le cose fossero andate ancora peggio di quelle che erano già. Ero pronta ad affrontare la situazione a testa alta e a uscirne, quanto più possibile, illesa. Volevo dare una svolta alla mia vita e smetterla di vivere nel passato. Tuttavia sapevo che per mettere in atto questa mia decisione ci sarebbe voluta molta determinazione e convinzione perché non sarebbe stato facile abbandonare il passato e le situazioni negative che lo caratterizzavano per lasciare spazio solo ai bei ricordi. Questa parte della mia vita però non l'avevo ancora raccontata alla mia migliore amica, non ero riuscita ancora ad aprirmi completamente con lei e perciò non le avevo chiesto consigli su come dimenticare il mio passato. Un giorno le avrei raccontato tutto e, forse, sarebbe stato proprio quello il momento in cui avrei messo la parola fine al mio triste trascorso.
« Per qualunque cosa chiamami. Buona fortuna.» mi disse sorridendo Bea.
La guardai un'ultima volta e, ricambiando il suo sorriso, scesi dall'auto. Lei partì subito lasciandomi sola davanti all'ingresso del bar.
"Non è niente di difficile. Entri, ascolti quello che ha da dirti ed esci. Non c'è niente di cui avere paura." Pensai prima di fare un respiro profondo.
Feci un passo verso il bordo della strada.
"Non è niente di difficile." Ripetei.
Attraversai la strada continuando a guardare di fronte a me.
"Entri, ascolti quali che ha da dirti ed esci."
Feci gli ultimi passi prima di appoggiare la mano sulla maniglia della porta del locale.
"Non c'è niente di cui avere paura." Conclusi il mio incoraggiamento mentale e spinsi la porta.
Subito una ventata di aria fresca mi colpì in volto, l'aria condizionata all'interno di quel bar ti faceva subito stare bene e dimenticavi l'afa estiva che caratterizzava la città di New York.
Lasciai che la porta si chiudesse alle mie spalle e, senza fare tanto caso ai particolari del locale, feci vagare il mio sguardo in ogni angolo, alla ricerca di Tyler. Ovviamente non lo vidi e fui così costretta ad avvicinarmi al bancone.
Possibile che fosse in ritardo?
« Posso fare qualcosa per te, dolcezza?» mi chiese il barista dalla sua postazione di fronte a me.
« Dovevo incontrarmi con un ragazzo. Moro, occhi marroni, alto e muscoloso, sai dirmi se è già arrivato?» chiesi gentilmente ed evitando di rispondergli malamente per il nomignolo che.mi aveva affibbiato.
« Ragazzi così qui ne entrano a decine. Devi essere un po' più precisa.» mi rispose appoggiando i gomiti sul bancone e avvicinando il suo volto al mio.
« Aspetta.» Sbuffai prendendo il mio cellulare dalla borsa.
Aprii la galleria e scorsi tra le foto per trovarne una che ritraesse Tyler. Quando finalmente la trovai e ci cliccai sopra per aprirla, sentii un tuffo al cuore. Non avevo molte foto con lui perché io non amavo essere fotografata e non avevo l'abitudine di fare foto agli altri. Nonostante ciò, la fotografia che avevo davanti agli occhi era venuta davvero bene. Non ricordo di preciso il giorno in cui l'avevo scattata, ma ricordo perfettamente la situazione che stavamo vivendo in quel attimo.
Eravamo fuori dal mio condominio, Tyler era seduto in sella alla sua moto pronto per tornare a casa, ma, oserei dire purtroppo, non voleva tornare da solo. Sebbene sarei voluta andare con lui, avevo molto studio arretrato che doveva essere affrontato e non potevo permettermi ancora di rimandare.
« Vuoi dire che preferisci i libri a me?» mi aveva chiesto prendendomi per la vita e facendomi così avvicinare a lui.
In tutta risposta avevo alzato gli occhi al cielo e, spingendolo per le spalle, avevo ripreso le distanze.
« Sai che preferisco tutto a te.» gli avevo risposto scherzando.
Vedendo la sua faccia allibita non riuscii a trattenere una risata, di quel passo non sarei più rientrata a casa.
« Se è così allora, penso che userò il mio tempo in compagnia di qualcuno che mi apprezza di più, magari una ragazza.» disse facendo finta di pensarci su.
Lo guardai male e sospirai.
« Ora che mi ci fai pensare, c'è William che mi aspetta in camera.» gli avevo risposto lanciandogli uno sguardo di sfida e prendendo il cellulare dalla tasca dei jeans facendo finta di essere disinteressata dalla frase che aveva appena detto.
Lui aveva scosso la testa alzando gli occhi al cielo, ma poi si era lasciato andare in una fragorosa risata.
Era stato proprio in quel momento che, affascinata dal suo magnifico sorriso, avevo scattato la fotografia che ora guardavo sullo schermo del cellulare.
« Non c'è nessun William in camera tua e non farmi foto di nascosto.» disse ovvio prendendomi le mani e facendomi avvicinare a lui. I nostri nasi si sfioravano e sentivo il suo respiro su di me che faceva nascere un brivido lungo tutta la schiena.
« Fidati che c'è! Peccato che è già morto e sepolto da secoli, sai un certo Shakespeare.» lo preso in giro, ma mantenendo sempre la vicinanza tra le nostre labbra.
Alzò ancora una volta gli occhi al cielo prima di lasciarmi quel bacio che avevo desiderato da quando aveva incrociato le sue dita alle mie.
Ricordo ancora le sensazioni che aveva scatenato e il turbinio di emozioni che mi aveva travolto in quel istante. Sembrava le stessi rivivendo in quel momento prima che una voce mi fece tornare alla vita reale.
« Sto ancora aspettando.» disse spazientito il barista di fronte a me.
Non ribattei perché sapevo di averlo fatto aspettare fin troppo e girai il cellullare. Appena vide l'immagine annuì convinto.
« A quanto pare è una tua abitudine eh. Ti sta aspettando da un po', seguimi.» sorrise posando il panno che stava usando per pulire il bancone.
Sbuffai per ciò che aveva appena detto, io ero stata puntuale! Nonostante ciò non dissi nulla visto che mi stava facendo un favore.
Una volta superati un paio di tavoli il ragazzo mi indicò il posto in cui era seduto Tyler.
Ora era tutto chiaro! Si era messo proprio nel tavolo dietro ad una colonna. Ecco perché non lo avevo visto appena arrivata.
Ringrazia e mi scusai con il barista per avergli fatto perdere tempo e pazienza e poi mi diressi verso il tavolo.
Ad ogni passo che facevo il mio cuore batteva sempre più velocemente. Non sapevo spiegare se era per l'ansia di rivederlo o per la paura che avessi fatto la scelta sbagliata. Sapevo solo che se volevo andare avanti, con o senza di lui, avrei dovuto affrontare questo nostro incontro. Purtroppo però quello che mi apparve davanti appena superai il pilastro, mi gelò il sangue nelle vene e mi fece capire di aver sbagliato tutto.
« Élodie!» disse Tyler appena mi vide.
Si alzò subito dalla sua sedia con fare colpevole e mi si avvicinò.
Io lo guardai allibita, cosa stavo facendo?
Spostai lo sguardo alla persona che prima era seduta al suo fianco e scossi la testa.
Il mio cervello, dopo la sorpresa iniziale, stava iniziando a ragionare, ma io non volevo crederci.
« Io...- cominciai senza sapere cosa dire, poi ad un certo punto tutto mi fu chiaro- non dovevo venire, scusate l'intromissione.» dissi prima di andarmene senza voltarmi nonostante sentissi la sua voce chiamarmi più e più volte.

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