Capitolo 21

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ÉLODIE

Scostai il leggero lenzuolo che copriva il mio corpo lasciando che la fresca brezza che proveniva dalla finestra aperta della camera mi solleticasse le gambe scoperte.
Non avevo intenzione di alzarmi perciò mi accoccolai, ruotando su me stessa, nella parte sinistra del letto sperando di trovare un po' di refrigerio dal caldo infernale di quei mesi.
Purtroppo però il materasso era caldo come se qualcuno avesse dormito anche da quella parte. Mi stropicciai gli occhi sconsolata e pronta ad alzarmi quando mi resi conto di tutto.
Finestra aperta.
Coperte calde.
Non avevo dormito da sola.
« Cazzo!» imprecai ricordando la sera precedente.
Quel bacio mi aveva fuso il cervello per caso?
Mi alzai con uno scatto dal letto tanto che ebbi un attimo di stordimento. La vista mi si annebbiò per qualche secondo costringendomi a sedermi nuovamente sul materasso.
Presi due respiri profondi, dovevo calmarmi e riflettere.
Sentivo l'odore del caffè provenire dalla cucina e il rumore dell'acqua che ogni tanto veniva aperta.
L'avevo baciato. L'avevo fatto di mia spontanea volontà, ero consenziente e capivo alla perfezione quello che stavo facendo, ma nonostante tutto non mi ero fermata.
Saranno state le sue parole, il suo sguardo o forse la stanchezza a farmi reagire in quel modo, ma sicuramente se lo avevo baciato era perché lo volevo veramente.
Le dita si mossero da sole verso le labbra. Quanto mi era mancato quel contatto.
In quel momento sapevo cosa dovevo fare, era ovvio ormai. Mi sarei comportata da donna e avrei messo le cose in chiaro.
Mi alzai pronta a raggiungerlo in cucina sapendo di trovarlo lì.
Mi sedetti sullo sgabello dell'isola al centro della stanza e aspettai che si voltasse.
Fortunatamente si era messo la maglietta così avrei potuto fare un discorso senza distrarmi.
« Buongiorno Élo.» disse senza girarsi nella mia direzione.
Non risposi, volevo prima vederlo negli occhi.
Come se mi avesse letto nel pensiero, si voltò e incatenò il suo sguardo al mio.
« Dormito bene?» chiese sorridendo.
Stava forse facendo finta che nulla fosse successo?
Rimasi a fissarlo senza riuscire a pronunciare una parola, cosa avrei dovuto dire?
Era ovvio che avevo dormito bene, lui era al mio fianco.
Tornò ai fornelli rivolgendomi di nuovo le spalle e io ripresi fiato ritrovando le forze per parlare.
« Dobbiamo parlare - dissi- riguardo quello che è successo ieri.» ero decisa, avrei chiarito.
Non si spostò né mostrò segni di turbamento. Era tranquillo al contrario della sottoscritta.
« Cos'è successo ieri?» chiese divertito con un ghigno che intravidi nonostante volesse nasconderlo.
Alzai gli occhi al cielo e sbuffai.
« Lo sai benissimo.»
« No, non lo so.» continuò.
Voleva giocare con me? Bene.
Mi alzai decisa dallo sgabello, passai intorno al piano della cucina che ci divideva e mi misi alle sue spalle. Lui si voltò appoggiandosi al mobile. Fissai gli occhi nei suoi e avvicinandomi sempre più cominciai a giocare.
« Strano che non te lo ricordi. Io mi ricordo bene come bramavi le mie labbra, sembrava non desiderasse altro da tempo. - sussurrai appoggiando i palmi sul suo petto- Sbaglio o siamo di nuovo nella stessa posizione? Io ero al muro e tu davanti, a quanto pare i ruoli si sono invertiti.»
Il suo petto si alzò in cerca d'aria. Avvicinai il mio viso al suo, le nostre bocche erano distanti solo qualche millimetro.
« Sicuro di non ricordartelo?» chiesi spostando lo sguardo alla sua bocca.
« Sto per fare qualcosa di cui mi pentirò.» conclusi ripetendo la frase della sera prima.
A quelle parole Tyler sembrò risvegliarsi e, con un leggera spinta, si fece combaciare il mio corpo al suo. Non avrebbe ottenuto un altro bacio, non adesso almeno: stavamo giocando.
Di punto in bianco mi spostai riprendendomi i miei spazi.
« Dobbiamo parlare.» ribadii andando a sedermi sul divano in salotto.
« Se vuoi dirmi che è stato un errore e che non avresti dovuto farlo, risparmia il fiato e farò finta che non sia successo. Ricordati però che sei tu che l'hai voluto, non ho fatto io la prima mossa.» disse subito.
Aveva fatto in fretta a riprendersi dal nostro gioco.
« So quello che ho fatto e non ti chiedo di cancellarlo. Se ti ho baciato c'era un motivo e lo sappiamo entrambi. Insomma, mi hai detto che mi ami. Non me lo avevi mai detto prima e nella tua voce c'era solo sincerità, pura e semplice verità. Mi hai presa in contropiede, non puoi pensare che dopo aver fatto una dichiarazione del genere io non reagisca in alcun modo. Tu mi ami, cazzo.» gesticolai freneticamente spostando lo sguardo ovunque nella stanza.
Il cuscino al mio fianco si abbassò, Tyler si era seduto e mi aveva preso lo mano.
« Guardami.» disse e io, come un robot, eseguii.
« Non devi amarmi solo perché io provo certe cose per te. Ieri...»
Scossi la testa e lo bloccai in partenza.
« Non hai capito niente. I miei sentimenti per te sono sempre stati gli stessi dalla sera del ballo, erano solo offuscati dall'orgoglio. Tu ieri mi hai aperto gli occhi e ora ho capito. Io non voglio più scappare, voglio combattere i miei problemi e sconfiggerli. Sono stufa di rinunciare a determinate cose solo per paura che qualcuno possa ancora ferirmi. Voglio amare senza pensare a quello che potrebbe succedere e voglio fare ciò che più mi piace senza vincoli.» poggiai la mano sulla sua guancia.
« Sto per fare qualcosa di cui non mi pentirò mai, sono stufa di pentirmi. Tyler, ricominciamo. Resettiamo tutto e smettiamola di pensare a quello che potrebbe succedere. Tu mi ami, io ho scoperto che ti ho sempre amato, cosa potrebbe mai succederci di brutto? Ormai le abbiamo già passate tutte.» risi concludendo.
Il cipiglio sul suo volto spari e spuntò un sorriso luminoso.
Ogni volta che sorridi mi dimentico di respirare
« Tu sei una pazza lunatica.» mi rispose.
« Grazie, davvero gentile. Dopo la mia confessione solo questo sai dire?» chiesi continuando a sorridere.
« Smettila di sorridere così che mi fai venir voglia di baciarti, e non posso.»
« Non puoi?» chiesi mantenendo la mia espressione.
« Vorresti?»
« Non rispondere a una domanda con un'altra domanda.» lo canzonai ridendo.
« Ma stai zitta.» disse avvolgendomi la vita.
« Non scappare più da me.» sussurrò ad un palmo dal mio naso.
« Basta con le bugie.» dissi imitandondolo.
Un leggere cenno del capo mi diede la forza di crederci e così, dopo una lunga attesa, lo baciai di nuovo.
Fu in quel momento che sperai con tutta me stessa di avere altri milioni di baci così. Sapevo che non me ne sarei mai stancata.

"Solo colui che ha conosciuto l'estrema sofferenza è in grado di provare l'estrema felicità. Bisogna aver desiderato morire per sapere quanto sia bello vivere."
- "Il conte di Montecristo"-

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⏰ Ultimo aggiornamento: Sep 10, 2017 ⏰

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