/capitolo 21/

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Sophie's pov
Arrivati nella mensa incrociammo lo sguardo della ragazza riccia, Chiara.
Ci stabilimmo su un tavolo e lei ci seguì, si sedette con noi e ci sorrise.
"Ciao! Posso sedermi con voi? Sembrate gli unici simpatici e più normali."
"Si certo, nessun problema." Quando risposi Lore mi guardò sorpreso, stranito, ma poi mi sorrise.
"Posso dirvi un segreto?"
"Ovvio."
"Non lo direte a nessuno vero? N e s s u n o."
"Te lo promettiamo, non lo diremo a nessuno."
"Okay... Sembrati affidabili."
Questa ragazza mi stava facendo incuriosire, talmente tanto che tenevo lo sguardo fisso su di lei eliminando tutti i suoni tranne quello della sua voce.
"Questo manicomio è maledetto. Ogni anno una vittima innocente resterà incastrata tra queste mura per sempre. E ho paura di essere io..." Abbassò lo sguardo. Lorenzo si mise a ridere e lo ammonii aggrottando le sopracciglia e fulminandolo con lo sguardo.
"Scusami. Ma mi sembra troppo surreale questa storia. Dai, te dovresti restare qua dento per sempre sotto forma di fantasma? È impossibile. E poi chi è che dovrebbe ucciderti?"
"Ecco, lo sapevo. Lo sapevo che non ci avreste creduto."
"No aspetta, io ti credo." Lorenzo spalancò gli occhi e afferrai il polso della ragazza che si stava per alzare dal nostro tavolo.
"Chi è che dovrebbe ucciderti?"
"Hoxen, ovvio. Lui è più pazzo di tutti noi qua dentro. È solo un bugiardo che si approfitta di noi per far soldi ed uccidere senza essere sospettato di nulla. Ma io l'ho visto. E lui lo sa, per quello temo sia io la prossima."
Hoxen? Davvero era uno psicopatico? Davvero uccideva le persone qua dentro?
"Come facciamo a crederti? Potresti mentirci, sei anche te una pazza psicopatica." Lorenzo riprese la parola.
"Ma io almeno ricordo la mia vita prima di venire in questo posto di merda." Che voleva dire?
"Anche io mi ricordo." Guardai il moro che era sbiancato. Gli occhi lucidi erano aperti più del normale e le sue mani si torturavano a vicenda. Chiuse le palpebre, appoggiò la testa sulle mani ed iniziò a singhiozzare piano. Lui non rivordava. In effetti quando gli avevo chiesto quale fosse stata la sua prima vittima ha ammesso di non ricordare.
"Lore... N-non ricordi niente di quello che eri prima del manicomio?"
Non rispose e si alzò lasciandomi sorpresa.
"Scusami, mi-mi dispiace non volevo c..."
"Tranquilla, ci parlo io."
Mi alzai salutando Chiara e dirigendomi di corsa verso la nostra stanza, dove speravo ci fosse Lorenzo sdraiato sul letto. Invece no.
Girai per tutti i corridoi e ritornai in camera ma non lo trovai.
Ma dove diavolo è sparito?
Optai per il bagno dei maschi, era l'unico posto dove non avevo guardato.
Arrivai davanti alla porta verde scuro. Verde scuro per modo di dire, la vernice non c'era quasi più. Bussai alla porta pregando non ci fosse nessun'altro se non Lorenzo.
"Lore, sei qui dentro?"
Lorenzo's pov
"Lore, sei qui dentro?" La voce di Sophie mi risvegliò dall'immagine di me stesso distrutto davanti allo specchio sporco di ruggine.
"Sophie... Voglio stare solo. Ti prego." In mano reggevo lo stesso pezzo di vetro che distrusse la ragazza. E ora avrebbe distrutto me. Lo rigiravo tra le mani procurandomi piccoli taglietti sulle dita.
"Okay... Ma promettimi di non fare cazzate."
Non risposi e sentii i suoi passi allontanarsi.
Tenni lo sguardo fisso sulle lacrime rossastre, che percorrevano i miei zigomi, sullo specchio.
Puntai la scheggia di vetro verso i miei polsi ed iniziai ad avvicinarmi, lentamente.
Ma lo volevo davvero? Davvero volevo rischiare di perderla, per sempre? Solo per delle parole di troppo?
No. Io la volevo accanto a me, da poter abbracciare, stringere e baciare. La volevo guardare nei suoi occhi azzurri e sussurrarle un "ti amo" e più avanti,perché no?, anche un "vuoi sposarmi?"
Volevo vivere accanto a lei una volta usciti di qui e anche se non saremo usciti volevo starle accanto. Avrei voluto avere anche dei figli con lei, con i suoi stessi occhi azzurri. Io la dovevo proteggere e la volevo accanto a me per tutta la mia vita. In questo momento la volevo accanto a me. Queste cose non gliele avevo mai dette, per paura di essere troppo diretto o cose così, ma avrei trovato il coraggio di dirgliele, un giorno. Ma cosa avevo in mente di fare?
Appoggiai il vetro sul lavandino rotto dinanzi a me e uscii dal bagno.
Nel corridoio per tornare nella nostra camera pensai a quello che potevo essere stato molto tempo fa e perché non ricordavo nulla. Rimasi deluso nel non trovare risposte alle innumerevoli domande che affollavano la mia mente ma mi consolai accarezzando con il pollice la mano di Sophie che non aveva mai lasciato andare la mia da quando sono uscito dal bagno. Aveva fatto finta di allontanarsi, ma lo avevo sospettato fin dall'inizio. Continuava a guardarmi le braccia scoperte in cerca di qualche ferita, invano.
"Ma n-non ti sei... Cioè... Non... Non hai..." La interruppi formulando io la domanda che voleva propormi.
"Non mi sono tagliato? No, non ho fatto niente."
Mi abbracciò di nuovo lasciandomi un bacio sul petto che trapasso la mia maglietta bianca.
Tornati in camera ci sedemmo sul letto e senza accorgermene iniziai a fissarla negli occhi.
Perché non riuscivo a ricordare? Perché Sophie e Chiara sapevano chi erano ed io no? Che cosa avevo fatto di così orribile da essere privato dei miei ricordi?
Ero fin troppo concentrato da queste domande che non diedi neanche retta alle parole che uscivano dalla bocca della ragazza davanti a me.
"Lore, ma mi stai ascoltando?"
"Eh? Co-cosa stavi dicendo scusa?"
"Ti stavo dicendo che se vuoi scoprire qualcosa di più su di te basta andare nell'ufficio privato e cercare la tua cartella."
"Oh, davvero si può?"
"In un certo senso..."
"Perché?"
"Perché è sorvegliato dalle telecamere e all'interno lavora o un infermiere o una guardia."
"Quindi ci scopriranno subito e ci metteremo in seri guai. No, senti Sophie grazie ma lascia stare, non importa."
"Sai che ti aiuterò a capire chi sei, con o senza di te. Scopriremo chi sei e chi eri stato, piccolo mio."
Iniziò a lasciare una piccola scia di baci leggeri sulla mascella fino ad arrivare alle mie labbra e approfondire il bacio.

Psycho//LorenzoOstuniDove le storie prendono vita. Scoprilo ora