/capitolo 14/

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Sophie's pov
Lorenzo uscì dalla stanza dello psicologo e gli presi la mano per poi correre verso l'ala nord.
"Sophie, hai pensato a cosa dovremo dirgli se loro non ci sono più?"
"No, ma non sarà molto difficile, sono abituata a questo tipo di cose."
Tenni a mente i nomi e i volti delle due ragazze.
Clara, la moglie, era bionda e riccia abbastanza alta.
Elizabeth, la figlia, aveva 14 anni ed era mora come il padre ma riccia come la madre.
Bussammo a tutte le porte in cerca di qualche informazione ma sembrava che non fossero mai esistite. Arrivammo alla stanza 154 e ci aprì un ragazzo molto alto. Aveva degli occhi color caramello, dei capelli nerissimi e la carnagione un po' scura. Non aveva la maglietta e il fisico era ben scolpito, come potevo non guardarlo? Lorenzo lo notò e mi strinse di più la mano.
"Hai visto queste donne?" Gli mostrai la foto delle due assieme al padre.
"Si certo, sono nella stanza 168. Attenti, la madre è molto agressiva."
"Okay grazie."
Ritornó nella sua stanza e il moro mi fermò.
"Sophie... Che era quella faccia?"
"Cosa?"
"Quando ci ha aperto quel ragazzo."
"Oh e dai. Sei geloso?"
"Si sono geloso." Fece il labbruccio e glielo presi tra i denti.
"Non dovresti esserlo. Ora dai andiamo, l'ora sta per scadere."
Corremmo alla stanza 168 e ci aprì la moglie dello psicologo.
"E voi chi siete?"
Le porsi la foto e le lacrime iniziarono a scendere dai suoi occhi marroni.
"Lo-lo conoscete? Sta bene? Entrate veloci."
Entrammo nella stanza, era uguale alla nostra.
"È il nostro psicologo, ci ha aiutato e noi abbiamo fatto il possibile per aiutare lui. Voleva sapere se lei ed Elizabeth stavate bene."
"Eliza... Me l'hanno sottratta. Ora è nell'ala sud. Ma sta bene anche lei."
"Ora dovremo andare però, l'ora sta per scadere e noi siamo dell'ala ovest. Se vuole vedere suo marito venga a trovare noi, stanza 107 ala ovest." Lorenzo scrisse i dati su un fogliettino e corremmo a 'casa'.
Andammo a cercare Mr White e lo trovammo nella sala comune.
"Mr White... Abbiamo..." Avevo il fiatone e non riuscivo a parlare. "Abbiamo trovato sua moglie, mentre sua figlia è stata spostata nell'ala sud. Stanno bene."
"Oh, grazie ragazzi. Davvero, mi avete reso felice. Grazie."
"Dovevamo, ora andiamo a riposarci prima di cena."
Salutammo lo psicologo e ritornai in camera con Lorenzo che mi teneva la mano. Aveva un'espressione seria, era ancora arrabbiato per prima?
"Lore, che hai? Sei ancora arrabbiato per prima?"
"Non sono arrabbiato, è solo che non mi è piaciuto il fatto che te l'hai guardato così... Così affascinata."
"Aveva un bel fisico, lo ammetto, ma io voglio solo te. Lo sai."
Mi avvicinai a lui e appoggai il mento sul suo petto, guardando verso l'alto per cercare i suoi occhi. Era più alto, ma non era un problema.
"Ah, vieni qua." Mi strinse forte e mi sollevò da terra per buttarmi sul letto. Lui mi cadde sopra e soffocai una risata sul suo collo. Mi avvinghiai a lui mettendo le mani dietro il collo e le gambe attorcigliate al suo bacino.
Iniziò a baciarmi il collo andando su e giù dalla bocca al petto. Le sue mani passavano sul mio seno, sotto la maglietta e io spinsi il bacino contro il suo. Iniziai a strusciarmi contro di lui e sentii l'erezione premere contro di me.
"Cazzo, Sophie."
"Lore..."
Gli feci un succhiotto sul collo e poi un altro e un altro ancora, mentre facevo movimenti circolari con il bacino. Stava per esplodere. Sentii i suoi muscoli irrigidirsi per poi rilassarsi.
"Mi sa che devo cambiarmi i boxer."
Scoppiai a ridere e gli feci appoggiare la sua testa sul mio petto per accarezzargli meglio i ciuffi ribelli.
"Muoviti a cambiarti che dobbiamo andare a mangiare."
"E se non andassimo?" Il suo sguardo si posò al di fuori della stanza, per guardare le persone che passavano.
"Mh, non so. Ma si dai, stiamo qua."
Continuai ad accarezzarli i ciuffi castani e le guance.
Le sue dita mi facevano solletico sulla pancia.
Gli presi il mento e portai le sue labbra sulle mie, sorrisi e lui pure.
"Sei mia."
"Sei mio."
Ci scambiammo baci casti e brevi mentre le sue mani palpavano il mio seno con foga. Non avevo un seno prosperoso, ma ne avevo abbastanza. Le sue mani accarezzavano tutto il mio corpo e piccoli gemiti uscirono dalla mia bocca. Non facemmo sesso, ma ci coccolammo tra baci, carezze e succhiotti dovunque.

Psycho//LorenzoOstuniDove le storie prendono vita. Scoprilo ora