/capitolo 22/

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Sophie's pov
Erano circa le quattro di mattina quando Lorenzo mi svegliò con le sua urla strazianti.
"Lore, amore, che hai?"
Mi sedetti sul letto accanto a lui ed iniziai ad accarezzargli i ciuffi ribelli mentre la sua fronte lasciava scivolare sugli occhi chiusi goccioline di sudore.
"Svegliati piccolo, calmati." Iniziai a scuotergli la spalla dolcemente fino a quando i suoi occhi non si spalancarono all'improvviso rivelando rossore e lacrime che stavano lottando per non uscire.
"So-Sophie."
"Hei amore mio, che succede?" Gli accarezzai la guancia con il pollice levando via le lacrime che erano scese.
"Ho... Ho solo avuto uno strano sogno. Vado un attimo in bagno a rinfrescarmi."
"Si, certo, vuoi che ti accompagna?"
"No, tranquilla. Vado e torno subito."
Rimasi seduta sul suo letto fissando la porta dalla quale Lorenzo era appena uscito sperando ritornasse presto.
Lorenzo's pov
Entrai veloce nel bagno e mi sciacquai il viso nel tentativo di liberarmi da quelle immagini.
Ripensai al sogno senza senso che avevo fatto rivivendo i fatti da sveglio.

"Mamma, papà!" Un piccolo me stava correndo per il giardino di una casetta color panna con i balconi verdi. Un uomo e una donna erano seduti sul portico di legno mentre stavano leggendo un giornale.
"Mamma è arrivata una nuova bambina." Tirai un lembo della maglia azzurrina della donna. Aveva degli occhiali rettangolari ed un bellissimo sorriso. I capelli lisci e ocra le scendevano all'altezza delle scapole smuovendosi ad ogni soffio di vento e suo movimento.
"E dove si trova questa bambina?" La mia presunta madre mi prese in braccio facendomi sedere sulle sue ginocchia.
"In quella casa lì." Indicai la casa bianca al di là della strada, davanti alla nostra.  Proprio in quel momento uscì una bambina della mia stessa età. Aveva dei capelli neri raccolti in due codini lunghi che le ricadevano morbidi sulle spalle finendo sopra il suo petto. Era magra e vestiva con una piccola maglia bianca e dei semplici leggins blu. Delle scarpe nere con un po' di tacchetto facevano rumore ad ogni passo. Stringeva la mano ad una donna alta con i capelli scuri come i suoi. Scesi dalle ginocchia di mia madre ed iniziai a correre fino a quando un alone bianco non avvolse tutto.

Le immagini si bloccarono qui lasciando che la curiosità mi divorasse.
Tornai in camera da Sophie, era da un po' che mancavo per essere solo andato in bagno a rinfrescarmi.
Trovai la ragazza distesa sul mio letto, con gli occhi chiusi e la bocca un po' aperta.
Mi avvicinai cautamente facendo attenzione a non svegliarla e le rimboccai le coperte. Mugugnó qualcosa di incomprensibile e ritornò a respirare profondamente. Mi sdraiai sul suo letto per non svegliarla e mi addormentai subito dopo anche io.
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.
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Mi svegliai prima di Sophie, stranamente.
Era coperta dal lenzuolo solo per metà e stringeva a se il cuscino che stava per cadere dal letto, assieme a lei. Faceva così tenerezza. Andai vicino a lei e la scossi leggermente quando le porte metalliche si aprirono. Com'era suo solito a quel rumore aprì un occhio, seguito dall'altro.
Si issò su a fatica e barcollò appena per mettersi in piedi.
"Buongiorno principessa." Era da tanto che non la chiamavo così. È stato il primo nomignolo che le avevo dato, quando si sedette accanto a me, nel buio corridoio, appena uscì dalla sala terapie. O come si chiama.
"Buongiorno piccolo principe." Mi schioccò un bacio sulla guancia per poi vestirsi. Sorrisi e mi vestii anche io.
Andammo a fare colazione con la solita tazza di caffè e la solita brioche semplice. Poco dopo arrivò la ragazza riccia che si sedette accanto a me, davanti a Sophie.
"Scusami, scusatemi, per ieri. Non volevo dirlo veramente mi è sfuggito."
"Non è successo niente tranquilla." Non ero arrabbiato con lei, non era colpa sua. Anche se contunuavo a chiedermi come faceva a saperlo.
"Ma come facevi a saperlo?"
"Ho sentito delle voci, tutto qua."
Finito di bere la bevanda bollente andammo ognuno nella propria camera. Sophie si sedette sul letto e mi tirò a se per il braccio. Caddi accanti a lei e rimbalzai sul materasso morbido. Ci metemmo a ridere e la zittii con un bacio, fatto sorridendo.
"Allora quando andiamo nell'ufficio a prendere la tua cartella?" La ragazza ruppe il silenzio che si era creato mentre disegnava piccoli cerchi con il dito su tutto il mio petto.
"Sophie..."
"No, Lore. Voglio aiutarti, e se non vuoi venire ci vado domani da sola."
"Okay, domani. Ma ci andiamo assieme va bene?"
"Okay."
Ritornò, con la testa appioggiata alla mia spalla, a percorrere tratti invisibili su e giù sul mio corpo.
Pranzammo velocemente per restare in camera il più possibile, non ci piaceva la gente di questo posto, anche se non avevamo paura.
Fermo sulla porta della nostra camera c'era un ragazzo moro, robusto e alto. Si girò verso di noi e il cuore perse un battito. Che voleva adesso?
"Che cazzo vuoi?" Ero acido, terribile e incazzato con lui. Lo volevo morto. Sophie si strinse al mio braccio e come una bambina si mise dietro di me per proteggersi.

Hello guys!
Che poi io me chiamo Elen su wattpad e quindi sembra che mi chiami Eleonora o Elena o robe così, ma un realtà il mio nome è Katia haha.
Non so ho dei problemi, quali boh ma so che ne ho abbastanza, troppo forse haha.
Sono uscita col 9 yee. Si ho fatto gli esami non ne ho mai parlato qua ma #chissene.
Vabbeh spero che la storia:)
Bye bye

Psycho//LorenzoOstuniDove le storie prendono vita. Scoprilo ora