/capitolo 16/

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Alle nove e mezza come previsto passò l'infermiere per controllare se fossi in camera. Guardò verso lo spioncino rettangolare per poi andarsene chiudendolo. Lorenzo venne fuori dall'armadio e mi abbracciò. Nella stanza c'era puzza di muffa e i muri erano incrostati di non so quale sostanza.
I suoi baci, la sua voce calma e dolce e i suoi occhi erano la mia ragione di vivere e di sorridere. Era la mia forza e la mia debolezza.
Mi afferrò il polso e mi fece fare una piroetta.
"Vuoi ballare, principessa?"
Mi afferrò la mano e feci un inchino.
"Con molto piacere, ser." Ci mettemmo a ridere e fece scontrare i nostri bacini. Prese una mia mano, mentre con l'altra mi teneva stretta a se. Cominciammo a muoverci lentamente prima in avanti, poi di lato e poi indietro. Stavamo ballando.
Appoggiai la guancia sulla sua spalla e mi lasciai cullare dai suoi respiri e dai movimenti lenti del ballo improvvisato.
La sua mano scivolò via dalla mia e si fermò sul fianco per poi accarezzarlo.
Le mie braccia erano attorno al suo collo e il viso era ancora appoggiato al suo petto. Le nostre gambe si muovevano ancora, lentamente a ritmo di una musica inudibile.
Diedi un morsichetto ad un punto a caso del torace e lui sobbalzò.
"Sdraiamoci, dai. Sono stanca."
"E serviva morsicarmi?" Mi lasciai scappare un risolino e per risposta lo morsicai un'altra volta.
"Ahi. Ma?"
Prese possesso delle mie labbra e iniziò a morsicarle delicatamente. Ci sdraiammo sul letto ancora con le bocche unite e ci addormentammo abbracciati.
Lorenzo's pov
Verso le tre di notte sentii un rumore strano proveniente dall'angolo più lontano della camera. Sembravano sussurri e milioni di brividi si impossessarono della mia schiena. Ero spaventato, non per i strani rumori ma per la paura che ci avessero scoperto e che ora ci dessero una punizione brutale da farci dimenticare uno dall'altra.
Mi avvicinai all'angolo da cui provenivano le strane voci e il buio totale mi avvolse. Mi girai per cercare Sophie, ma lei non c'era.
"Sophie? Sophie dove sei?" Avevo paura. I sussurri si fecero sempre più vicini e la testa iniziò a farmi male. Tutto intorno girava velocemente come un vortice e capii cosa dicevano quelle strani voci sussurrate.
"Sophie non c'è più."
Iniziai a piangere e mi acasciai a terra. Non riuscivo a crederci, non poteva essere morta, scomparsa, era impossibile. Volevo solo morire, non l'avevo protetta, non l'avevo salvata. Iniziai a urlare e ad imprecare mentre il buio più totale investì i miei occhi umidi e arrossati.
Sophie's pov
Lorenzo stava urlando e non sapevo il perché. Lo scossi leggermente nel tentativo di svegliarlo ma invano.
"Lore svegliati. Mi stai spaventando."
Ma più gli parlavo più lui si dimenava.
Provai a sussurrargli qualcosa di dolce mentre gli lasciavo piccoli baci sul viso, come faceva lui quando andavo in panico.
"Amore mio, calmati ora, ci sono qua io. Piccolo svegliati."
Gli baciai dolcemente la fronte imperlata di sudore e spostai la testa sul mio petto in modo da accarezzargli meglio il viso.
Pian piano il suo respiro tornò normale e i movimenti bruschi cessarono.
"Bravo così mio piccolo stalker."
"So-Sophie? Allora ci sei? Non te ne sei andata?" Mi strinse a se, affondando il viso nella mia pancia.
"No amore, sono sempre qua, ti starò vicino sempre." Strofinai il pollice sulle sue labbra insanguinate, le aveva morse con tanta durezza che aveva provocato dei piccoli tagli.
"Mi-mi hai chiamato amore?"
"Si, anche tu una volta mi chiamasti così."
"Oh, è vero." Sorrise appena.
"Perché urlavi in quel modo?"
"Un incubo, il nero ti aveva portata via ed io ero rimasto solo."
"Nessuno mi porterà via da te, te lo prometto." Sorrisi dolcemente prima di lasciargli un bacio sul naso e ritornare a dormire con la sua testa sulla mia pancia e le mie mani che lo accarezzavano.
.
.
.
Mi svegliai con il ragazzo abbracciato al mio busto e la testa sopra di esso.
Un rumore metallico mi fece sussultare, svegliandolo. Stavano per aprire la porta e se lo avrebbero trovato con me... Non so neanche io cosa sarebbe successo.
Lorenzo, ancora assonnato, cercò di nascondersi ma la porta si aprì velocemente rivelando Hoxen con un'espressione parecchio arrabbiata.
"Perché lui è qui?"
"Perché avevo paura, lui mi ha sempre protetta e mi proteggerà sempre."
"Non diciamo cazzate, dai. Lorenzo se non vuoi capire il senso del "lasciala sola" cambierò ala per uno di voi." Lorenzo si issò in piedi e mi prese la mano. Mi alzai dal letto anche io e mi avvicinai pericolosamente a Hoxen. Lorenzo mi fermò e si posizionò davanti, guardando storto il direttore.
"Perché? Solo perché ci amiamo? Solo perché siamo felici? Solo perché ridiamo, facciamo l'amore, ci baciamo e scherziamo dobbiamo essere puniti? Perché ci deve dividere se sa anche lei che facendolo... Peggiorerà solo le cose. Sa che senza di lui io riprenderò ad uccidere, ad avere gli incubi e le assicuro che se ci dividerà la seconda ferita che le farò non è come quella che ha sullo stomaco, la seconda sarà quella decisiva."
Lo guardavo con tutto l'odio del mondo nei miei occhi. Sorpassai Lore per essere più vicino al direttore e lo minacciai con offese.
Hoxen era impietrito, una goccia di sudore gli attraversò la tempia, finendo per rigare la sua guancia.

Psycho//LorenzoOstuniDove le storie prendono vita. Scoprilo ora