/capitolo 9/

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Sophie's pov
"Ci deve essere stato un errore, Lorenzo deve stare in stanza con Sophie."
Mr White stava cercando di convincere Hoxan, anche se era quasi impossibile.
"Solo un'altra possibilità: se non farò casini per una settimana Ostuni resterà in camera con me. E durante la settimana anche. Le va bene come offerta?"
"Ummh... Non saprei... Non bisognerebbe dare possibilità a malati di mente, ma siccome sembri ragionevole accetterò... Ma se durante questa settimana alzerai anche solo un dito contro altri pazienti... O lui se ne va o te andrai nella stanza 67 per molti mesi."
"Okay, va bene. E grazie."
Uscimmo dalla stanza e abbracciai lo psicologo.
"Grazie grazie grazie. Davvero, non so cosa dire...ne come ringraziarla."
"Nessun problema, Hoxen sembra un dittatore, ma a volte da altre possibilità da giocare. E comunque i tuoi miglioramenti sono il ringraziamento perfetto, sei una soddisfazione per me, ragazza. Ora vi lascio che devo fare altre sedute." Sorrisi ancora e non potevo crederci.
"E tu ragazzo... Trattala come se fosse la cosa più preziosa della Terra."
"Ma lo è già, almeno per me." Mi schioccò un bacio sulla fronte e ci indirizzammo sorridenti verso la camera. Era tardi e avevamo saltato la cena, ma poco ci importava.
Eravamo sdraiati sul letto, la mia testa appoggiata sul suo braccio e le mie dita disegnavano cerchietti sul suo addome spoglio. Ci eravamo cambiati e siccome faceva caldo lui si tolse la maglietta e io misi una canotta.
"Perché hai mandato in coma quelle tre?"
"La rossa mi aveva istigato, e... Voleva rubarmi il mio piccolo stalker."
Rise, ma una risata forzata.
"Qualcosa non va?"
"No niente è che... Quel giorno quando mi hai ritrovato seduto per terra, con le labbra distrutte..."
"Si, mi avevi detto che non volevi, e che avevi cercato di togliere il suo sapore..."
"Si... Beh la rossa mi aveva baciato, ma l'ho respinta subito... Non aveva il tuo stesso sapore..."
"Cosa?"
"Non ti allarmare, dopo combini guai..."
"No, non quello, ma come facevi a sapere "il mio sapore" se non mi avevi mai baciato?"
"Sapevo già che le tue labbra mi sarebbero piaciute mille volte di più delle sue perché io ti amavo, e ti amo." Mi baciò e salì a cavalcioni su di me senza staccarsi dalle mie labbra. Le nostre lingue giocavano assieme e le sue mani scivolavano sui miei fianchi ossuti. Le mie mani percorrevano la sua spina dorsale per poi infilarsi tra i ciuffi castani. Mi levò la canotta e le sue mani si fermarono sul mio seno per poi scendere fino alla vita dei pantaloncini. Ci staccammo per un po' per riprendere fiato e mi tirò su di se. Eravamo seduti con le gambe incrociate sui fianchi dell'altro. Mi slacciò il reggiseno e iniziò a strofinare le labbra sul mio collo provocandomi brividi di piacere fino a scendere al petto dove si fermò e succhió tirando anche il lembo di pelle alla fine. Le sue mani facevano solletico sui miei fianchi facendomi gemere. Si distese sopra di me e sfilò i pantaloncini a me ed io a lui. I boxer neri erano gonfi e vedevo nei suoi occhi la voglia di toglierseli, ma lo precedetti. Le nostre bocche premevano una sull'altra per non farmi sentire dagli altri. Divaricai le gambe per permettergli l'accesso e senza dire niente entrò in me. Un calore inumane si sprigionò nel mio corpo.Gli graffiavo la schiena e lui mi teneva ferma per i fianchi mentre il suo ritmo accelerava sempre di più.
"Ah... Mmh-mh" le gocce di sudore coprivano la pelle di tutti e due e i miei mugolii di piacere invadevano la stanza. I muscoli si contrassero sotto il suo peso e lui si distese appoggiandosi a me ansimante. La notte più bella dopo anni di sofferenze e paranoie.
.
.
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Le porte si aprirono e il suono mi fece svegliare. Ero sul letto di Lore, o meglio su di lui. I nostri vestiti erano a terra e mi affrettai a raccoglierli e a vestirmi senza farmi notare dalle gente che passava. In questo manicomio non c'era privacy.
Lanciai dei vestiti e dei boxer a Lorenzo che si vestì velocemente.
"Buongiorno principessa."
Mi baciò il collo delicatamente, dove la sera prima mi aveva fatto un succhiotto, ovviamente molto visibile.
"Buongiorno piccolo principe" accarezzai il suo viso mentre lui mi cingeva i fianchi e mi baciava tutto il collo da dietro.
Ci incamminammo verso la sala comune per fare colazione. Cercai di nascondere il succhiotto sul collo con i capelli, ma Lorenzo per dispetto me li toglieva come se volesse far vedere che ero solo sua. Prendemmo una tazza di caffè latte e una brioche ciascuno per poi sederci ad un tavolo. Eravamo seduti una difronte all'altro e i nostri occhi si incontravano ogni volta che uno smetteva di bere un sorso della bevanda bollente. Stavo sorridendo e lui pure.
"Lore..." Non riuscivo a trattenermi.
"Dimmi"
"Hai..." Indicai il mio labbro superiore e lui capì, ma invece di pulirsi con il tovagliolo si avvicinò a me e mi diede un bacio cosicché anche io avevo la panna sulle labbra. Ci mettemmo a ridere e tutti ci guardavano. Non sembravano curiosi, ma quasi invidiosi. Beh, un motivo c'era: eravamo gli unici dentro quella struttura a ridere e ad essere pieni. Tutti gli altri avevano un vuoto dentro, che avevo anche io prima dell'arrivo di Lorenzo.
Lui è riuscito a far splendere i miei giorni, e gli devo tutto.

Psycho//LorenzoOstuniDove le storie prendono vita. Scoprilo ora