CAPITOLO 2

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Mi venne un colpo al cuore quando vidi Marianne seduta a terra, con la testa tra le gambe.

Dei singhiozzi molto silenziosi uscivano dalla sua bocca e molto probabilmente non se n'era accorta della mia presenza.

Le sue mani circondavano la sua lunga vesta che ricadeva fin sotto i piedi e i suoi capelli gli coprivano il volto.

Abbassai lo sguardo e cominciai a massaggiarmi, con movimenti circolari, le mie braccia.

Non potevo rimanere là a guardare, potevo almeno provare a conversare. Lei mi era sempre stata vicina nei momenti più bui e difficili e di certo non mi avrebbe mai lasciato sola.

Questo era sicuro.

"Marianne.."

Alzò lo sguardo molto velocemente. Gli occhi erano lucidi e le guance rosee completamente bagnate.

"Mi hai spaventata!" Disse sorridendo e pulendosi con forza le lacrime.

"Non volevo.. - dissi ricambiando il sorriso - che ti succede?"

"Nulla di cui tu debba preoccuparti."

"Ti conosco benissimo. A me puoi raccontare tutto!"

I suoi occhi lucidi mi fissarono per qualche secondo, finchè non scoppiò a ridere.

"Perchè ridi?" Dissi portandomi le mani ai fianchi.

"Sei sempre stata impicciona, anche quando eri piccola. Quando fai quello sguardo, nessuno può resisterti! Ottieni sempre tutto quello che vuoi. "

Sorrisi. "Allora, mi racconti che succede?"

Si guardò intorno, scrutando ogni angolo della stanza; poi fece un respiro e cominciò a parlare.

"Vogliono licenziarmi."

"Coooooosa?!" urlai.

Il mio mondo si era fermato per qualche secondo. Volevano licenziare Marianne! Non potevano, non dovevano. Da quando era una ragazzina lavorava in quel luogo, che ormai era diventato la sua casa. Lei era un pezzo dell'orfanotrofio. Senza di lei, quel posto non sarebbe più stato lo stesso.

In quel momento, speravo con tutto il mio cuore di aver capito male, di aver frainteso le cose.

"Eh già, vogliono licenziarmi."

Ripetè. Sembrava che mi avesse letto nel pensiero, che avesse capitò ciò che pensavo. O, semplicemente, mi conosceva troppo bene.

Mi sedetti a terra molto lentamente, senza distogliere lo sguardo dai suoi occhi. Sembrava che avessi perso la voce; provavo ad aprire la bocca e parlare, ma uscivano solo dei piccoli circoli di aria che si espandevano nella cucina.

"Perchè." Il mio tono di voce si alterò leggermente.

"Non ci sono abbastanza soldi per pagarmi. E se continuiamo con questo passo, chiuderà di sicuro anche l'orfanotrofio."

"Quando te ne andrai?"

"Tra un mese mi manderanno via."

"Non c'è proprio nulla da fare? - strinsi i pugni - Non so, possiamo organizzare qualcosa per la beneficenza, così potremmo ottenere dei soldi a sufficienza per poter tenere aperto l'orfanotrofio e per farti restare!"

"No, non avremo speranze."

"...E tu dove andrai a vivere?"

"Devo trovarmi una casa entro pochissimo tempo.."

"Ma non ce la farai mai!"

"Bhè, bisogna rischiare ogni tanto, no? - si alzò in piedi - tentar non nuoce. Se non dovessi trovare una casa, di sicuro Agata mi farà rimanere qui finchè non ne troverò una."

"Hanno fatto l'errore più grande della loro vita a cacciarti." sputai.

"Purtroppo, non è stata una loro decisione. Sono state costrette a mandarmi via. Preferisco andarmene io piuttosto che far rimanere in mezzo ad una strada tutti i bambini."

"....Mi prometti che mi verrai a trovare?" dissi tutto d'un fiato.

"Te lo prometto." Disse per poi abbracciarmi.

"Aria, ti chiedo solo un favore."

"Dimmi"

"Non raccontare in giro del mio licenziamento. Tu sei l'unica a saperlo."

"Va bene." uscì dalla stanza chiudendo delicatamente la porta.

Ciò che stava succedendo era completamente assurdo.

**** 23:55, notte ****

"Vorresti dire che non hai mentito oggi?" Disse buttandomi un cuscino in faccia Celestine.

"Volevo semplicemente vedere come stava Marianne."

"E alla fine ci hai fatto mangiare quella schifezza solo a noi."

"Non è colpa mia" dissi rilanciandogli di nuovo il suo cuscino.

"E allora come stava?"

"Aveva.... mal di pancia!"

"Poverina! Odio il mal di pancia" Celestine si portò una mano nei capelli.

"Piuttosto, tu devi spiegarmi una cosa." dissi mettendomi con le gambe incrociate sul letto.

"Chiedi, genio"

"Hai compiuto da poco 18 anni, perchè non te ne sei andata da qui? Perchè vuoi rimanere? Ormai sei maggiorenne!"

"Non voglio lasciarti sola. Quando anche tu compirai 18 anni ce ne andremo insieme."

"Dove?" Dissi guardando verso l'alto e provando a fantasticare.

"Potremo andare a.. Londra!"

"O le Hawaii"

"O in Canada"

"Ahw, lo spero - dissi prendendo la sveglia tra le mani - mancano 5 minuti alla mezzanotte. Tra poco verrà a controllare quella rompiscatole di Joannah se stiamo dormendo."

"Ci conviene dormire. Domani sarà un altra dura giornata da affrontare. Buonanotte, Aria"

"Buonanotte, Cel." Dissi per poi girarmi nel letto.

'Domai sarà un nuovo giorno' pensai, per poi prendere sonno e dormire tranquillamente, sotto il chiarore della luna che entrava attraverso la finestra.

#SPAZIO AUTRICE

Vi è piaciuto questo capitolo? Secondo voi Marianne riuscirà a rimanere nell'orfanotrofio o dovrà fare spazio a un difficile destino?

Come sempre, votate e commentate, ho bisogno del vostro supporto!

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