CAPITOLO 3

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"Svegliati dormigliona!"

Aprii leggermente le palpebre, ma fui costretta a richiuderle a causa dei raggi del sole che entravano attraverso l'unica finestra della mia stanza. Chi osava disturbarmi mentre dormivo?

Tastai con le mani il vuoto, cercando di colpire la scocciatrice che mi aveva costretto a svegliarmi.

"Chi sei? Cosa vuoi?" dissi mettendo le mani sulla fronte.

"Se non ti decidi ad aprire gli occhi non te lo dirò mai."

Non voleva dirmi chi era? Peggio per lei.

Mi girai a pancia in giù e misi la testa sotto il cuscino.

"Muoviti!" disse mentre prendeva il mio cuscino e lo buttava a terra.

Decisi di aprire gli occhi, magari se ne sarebbe andata e mi avrebbe fatto dormire.

"Celestine, che vuoi."

"Dobbiamo andare a scuola e sei in ritardo!"

Mi alzai di colpo, lasciando che i capelli mi coprissero il viso.

Squadrai la mia amica dalla testa ai piedi e vidi che indossava già il suo jeans e la sua maglietta bianca preferita con addosso il suo zaino nero, tempestato da macchie di tempere colorate.

"Merda!" urlai cadendo dal letto.

Cel mi guardava sconvolta, con la bocca spalancata, probabilmente per non ridere.

Dovevo pur salvare la mia reputazione da ritardataria, no?

Corsi in bagno. Mi lavai velocemente e indossai un jeans e una maglia verde acqua, saltellando ovunque. Legai i miei capelli in una coda di cavallo e presi lo zaino nero.

"Cel, chiudi la bocca, che entrano le mosche."

"Ci hai messo un secondo! Come hai fatto?" disse indicando con la mano verso il bagno.

"Non stupirti troppo, andiamo!"

Scendemmo le scale e salutammo tutti, poi uscimmo fuori, accompagnate da Joannah.

Lo scuola-bus ci stava già aspettando e appena salimmo l'autista ci disse:

"Finalmente!"

Io e Celestine scoppiammo a ridere, pensando da chissà quanto tempo ci stava aspettando.

Guardai fuori dal finestrino,una volta che avevo preso posto: le nuvole grigie oscuravano il cielo, coprendo completamente il sole.

Accesi il cellulare e andai nella galleria. Era piena zeppa di foto, foto che ritraevano il mio tutto.

Il ragazzo di cui ero innamorata da sempre, il ragazzo più bello della scuola, il ragazzo che non mi aveva mai considerata: Enrico.

Castano, occhi azzurri, fisico mozzafiato. Insomma, il principe azzurro che ogni ragazza sogna!

L'unica cosa per cui lo odiavo era il suo comportamento. Stava sempre in compagnia di ragazze: cosa poteva fare se non sbaciucchiarne una diversa ogni giorno?

Quante volte avevo sofferto e pianto per lui. Quante volte mi spingevo a fare cose impossibili per conquistarlo.

Detto per esperienza, non c'è gelosia peggiore di qualsosa che non è nemmeno tua.

Se penso a tutte le figuracce che ho fatto, non so se piangere o ridere.

Ad esempio, una volta imitai la camminata di una sua amica. PEGGIO DI UNA PAPERA.

Purtroppo il mio piede si è storto e.. sono caduta con la faccia sulle sue scarpe.

In quel momento, avrei preferito sotterrarmi.

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